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Primavera del 1923, Franz e Dora passeggiano nei giardini berlinesi di Steglitz park, lì incontrano una bambina che singhiozza disperata. Le chiedono il motivo del suo pianto. Elsi, così si chiama la bambina, dice loro, tra le lacrime, che
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di Gian Carlo Zanon
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«Acabar, in spagnolo, significa finire. E in sardo accabadora è “colei che finisce”. Agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un’assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il
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di Gian Carlo Zanon
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Poco tempo fa mentre ascoltavo Radio3 giunse una telefonata di un ascoltatore preoccupato per la crisi del modello, economico e sociale, chiamato liberismo. Mi venne da pensare che la parola liberismo è di fatto … Leggi tutto
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… le porte d’avorio della realtà… le porte di corno della fantasticheria delirante… interpretazioni a margine della biografia di Philip K. Dick scritta di Emmanuel Carrère «Io sono vivo, voi siete morti»
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Durante le vacanze, in un luogo ameno … Leggi tutto
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Racconti di vita
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Il suono usciva sereno, consolante, ma le parole erano di quelle che non lasciano possibilità a strani fraintendimenti: non so, non ho capito, non è sicuro, poteva essere così… ma forse no.
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Era
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Beppe Fenoglio e la romanzofobia comunista
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di
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Il primo e l’ultimo romanzo di Fenoglio – Appunti partigiani 1944-1945, del ‘46 e Una questione privata, del ‘60 – hanno per tema la lotta partigiana, così come
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Una questione privata
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dal I Capitolo
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(…)
«Quando la rivedrò? Prima della fine della guerra è impossibile. Non è nemmeno augurabile. Ma il giorno stesso che la guerra finisce correrò a Torino a cercarla. È lontana
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La tragedia d’Oreste in un teatrino di marionette! – venne ad annunziarmi il signor Anselmo Paleari. – Marionette automatiche, di nuova invenzione. Stasera, alle ore otto e mezzo, in via dei Prefetti, numero cinquantaquattro. Sarebbe da andarci, signor Meis.
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di Gian Carlo Zanon
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Capitolo I
M
Molto tempo prima, forse erano già passati tre anni, avevano letto un articolo che parlava della mitica città di Tartessos. L’articolo divulgativo informava di nuovi ritrovamenti nell’etremo occidente spagnolo. Con queste
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di Gian Carlo Zanon
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Negli ultimi anni Cinquanta lo psicologo Daniel Keyes scrive un breve racconto, Fiori per Algernon, che nel 1960 vince il Premio Hugo come miglior racconto. Lo spunto letterario viene dalla sua esperienza d’insegnamento … Leggi tutto
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Capitolo III
La sparizione di Lei lo colpì come un treno in corsa che si fracassa sulla pensilina gremita di passeggeri. Non c’era stato nulla che facesse presagire questo suo allontanamento … se non quella
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di Gian Carlo Zanon
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Nel linguaggio comune le parole indigeno, autoctono, aborigeno hanno assunto ormai lo stesso significato: l’indigeno, l’autoctono, l’aborigeno è colui che vive nel luogo originario dei suoi avi. Etimologicamente il sostantivo aggettivante indigeno è formato … Leggi tutto
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di Gian Carlo Zanon
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«Lui mi ha sottratto i miei beni. Il mio sorriso, la mia tenerezza, la mia capacità di gioire, di compatire, di aiutare, la mia animalità, la mia radiosità, lui ha calpestato ogni singolo manifestarsi … Leggi tutto
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“Le sue pupille divennero due piccoli puntini burloni. Mi penetrarono, sciogliendo la mia finta durezza.
Colpita e affondata.
Mi ero ammorbidita completamente. Pace fatta. Come avevo potuto sul serio arrabbiarmi con lui? Pace. Ci baciammo per suggellarla.
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Un
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di Gian Carlo Zanon
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Ho appena finito di leggere “Leviatano” di Paul Auster. Lessi di lui “Follie di Brooklyn” e lo giudicai “inutile”. Così come ho giudicato “inutili” le prime 180/200 pagine di “Leviatano”… Leggi tutto
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di Lia Maselli
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Una siepe di pitosforo separava i nostri sogni dalla strada. A volte ci capitava di restare svegli, nei pomeriggi d’agosto, col sudore fermo, ad ascoltare il respiro della stanza. Che era un’eco del mare, in
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di Gian Carlo Zanon
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Solitamente si usa il termine “acronia” per indicare un evento privo di tempo, non collocabile nel tempo e senza connessione temporale con altri eventi. Con la citazione di Elisabeth Lenk, posta a epigrafe … Leggi tutto
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di Gian Carlo Zanon
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«Ho l’idea che dovrò inventare un nuovo nome per i miei libri, con cui sostituire ‘romanzo’. Un nuovo… di Virginia Woolf. Un nuovo che cosa? Elegia?»
Virginia Woolf
Sulla quarta di copertina Mauro Germani
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«(…) e poi Rayuela, che è venuto fuori poco a poco da una specie di caos in cui il capitolo della trave fu preceduto da un altro che in quel momento era per me l’inizio del romanzo e che
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Ringraziamo Rosa Rivelli per averci donato l’incipit de La donna abitata
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All’albeggiare emersi. É strano tutto ciò che è accaduto dal giorno in cui mi trovai nell’acqua, l’ultima volta che vidi Yarince. Gli anziani dicevano nel corso della
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di Gian Carlo Zanon
«Per parlare di libri si ritrovano nei Caffè, in spazi di quartiere, si offrono ospitalità a turno. Nuovi gruppi di lettura crescono in Italia. (…) Un segnale guardato con speranza nel mondo dell’editoria, da tempo
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Giorgio Caproni
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I denti di Ada
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«Tu », mi diceva, «quando sarà presa dovrai fucilare quella ragazza. Perché tu sei come il tuo nome: Pietra».
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Passò davanti alla porta come una valanga un’auto e in un
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di Gian Carlo Zanon
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Ora, Tom diceva: – Mà ovunque ci sia
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un poliziotto che picchia un ragazzo
ovunque un neonato pianga per la fame
ovunque ci sia una battaglia
contro il sangue e l’odio nell’aria
cercami Mà, -
Pubblichiamo una poesia e due brevi racconti di Sam Shepard raccolti nel volume Motel Choronicles
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Qui una breve biografia dell’autore.
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Homestead Valley, Ca. . 26 dicembre 81
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mia Mamma per un po’ si portò appresso una
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Gentile direttore
Emo BertrandinoHo letto con grande interesse i reportage di viaggio, o presunti tali, di un certo Adriano Meis (non so se suo collaboratore o che altro) e questo mi ha dato il coraggio di proporle alcune mie
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di Gian Carlo Zanon
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«Ho degli ospiti: Anuška, Ahmet, Neriman, Marusa, Ziya, SI-YA-U. (…) I miei ospiti non sono invecchiati. Hanno la stessa età di quando li ho visti l’ultima volta. SI-YA-U è ancora innamorato di Anuška. Ahmet
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Dalla raccolta Un medico di campagna – racconti brevi (1919)
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Eravamo accampati nell’oasi. I compagni dormivano. Un arabo, alto e bianco, mi passò davanti: aveva governato i cammelli e andava a dormire.
Mi gettai supino sull’erba. Volevo dormire
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I picconieri, quella sera, volevano smettere di lavorare senz’aver finito d’estrarre le tante casse di zolfo che bisognavano il giorno appresso a caricar la calcara. Cacciagallina, il soprastante, s’affierò contr’essi, con la rivoltella in pugno, davanti la buca
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Ómnibus
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Dalla raccolta di racconti Bestiario
di Julio Cortázar
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Se non le dispiace, tornando mi porti “El Hogar”, chiese la signora Roberta, adagiandosi sul divano per la siesta. Clara stava mettendo in ordine le medicine su un
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