«Ogni generazione si crede votata a rifare il mondo. La mia sa con certezza che non lo rifarà. Ma il suo compito è forse più grande. Consiste nell’impedire che il mondo si disfi...». A. Camus (discorso del Nobel)
« I passeggeri che porto nella mente è gente a posto. Quando il pensiero li raggiunge e sfiora le loro mute, invisibili esistenze, mostrano i loro volti, raccontano la loro storia…»
In questi giorni mi sono chiesto spesso il motivo per cui da almeno dieci anni mi occupo del genocidio argentino. Mi sono anche chiesto perché da anni penso che la storia vada raccontata attraverso la letteratura. Non ho risposte
– Vuoi che canto? Canto la tua pelle lattea stesa come la galassia sulla mia buia che tende all’inerzia. Vuoi che canto? Che ti chiamo stella e sole e nova? Vuoi che gli occhi, materia oscura, brillino nel
vorrei, madamoiselle, che i cattivi li si potesse vedere con un lampo di sguardo: vedergli addosso scritto, “cattivo”. Vorrei avessero davvero giacche nere e capelli tirati indietro, sguardi torvi sopra nasi d’aquila e baffi corvini. Vorrei
La tua pelle alla mia dice: dimentica il mondo. Dimentica il sonno, il giro della terra, le porte e le pareti lontane. Dimentica le trecce che cigolano nelle borgate le perle, le cavigliere della periferia dimentica il
Quando mi fermerò i polmoni si apriranno porte monumentali di una città fantastica e questi varchi grandissimi, queste due cornamuse da sogno sembreranno le ante che la diva apre nel mezzo di qualche antico film muto, una