• Politica: vecchi giochi e antiche speranze

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    Salvo Carfì

    Nella sua opera Le opere e i giorni, Esiodo in forma poetica narra un mito antico e misogino:  alla bellissima Pandora, era stato affidato, da Zeus in persona,  un pithos, (πίθος) un vaso con un misteriosocontenuto. Zeus aveva raccomandato alla donna di non aprirlo mai. Come ci racconta il sommo poeta, che sul monte Elicona aveva ricevuto dalle Muse il doni per la sua arte, le forme di Pandora erano state forgiate da Efesto per volere del padre degli dei. Zeus voleva vendicarsi degli uomini che contro il suo volere, e con l’aiuto di Prometeo, si erano impadroniti del fuoco e della téchne, la sapienza del fare, che gli avrebbero dato la possibilità di vivere una vita più umana. Poi ordinò ad ogni divinità olimpica di donare a Pandora vigore, attributi, specificità, caratteri … «e che grazia intorno alla fronte le effondesse l’aurea Afrodite/e desiderio tremendo e le cure che rompon le membra;/che le ispirasse un sentire impudente e un’indole scaltra/ordinò ad Ermete, il messaggero Argifonte./Così disse, e quelli obbedirono a Zeus Cronide signore;/(…)/la cinse e l’adornò la dea glaucopide Atena,/attorno le dee Grazie e Persuasione signora/le posero auree collane, attorno a lei/le Ore dalle belle chiome intrecciaron collane di fiori di primavera;/ed ogni ornamento al suo corpo adattò Pallade Atena./Dentro al suo petto infine il messaggero Argifonte/menzogne e discorsi ingannevoli e scaltri costumi/pose, come voleva Zeus che tuona profondo, e dentro la voce/le pose l’araldo di dèi e chiamò questa donna/Pandora, perché tutti gli abitatori delle case d’Olimpo/la diedero come dono, pena per gli uomini che mangiano pane.»

     

    Naturalmente Pandora, curiosa come una Eva, scoperchiò il vaso che racchiudeva tutti i mali prima di allora sconosciuti all’uomo … «Prima infatti sopra la terra la stirpe degli uomini viveva/lontano e al riparo dal male, e lontano dall’aspra fatica,/da malattie dolorose che agli uomini portan la morte».

     

    Esiodo ci dice che però  Speranza rimase nel vaso … «Solo Speranza, come in una casa indistruttibile, /dentro all’orcio rimase, senza oltrepassarne l’orlo, né fuori /volò, perché prima aveva rimesso il coperchio dell’orcio/per volere di Zeus egioco che aduna le nubi.»

     

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    … qualcuno ora si chiederà che c’entra in vaso di Pandora con il titolo dell’articolo … che c’entra con la politica … c’entra, c’entra, adesso cerco di spiegarmi.

    Dunque … questa mattina sono uscito a comprare il giornale e tra i vari titoli ne ho visti alcuni che evocavano i “vecchi giochi della politica” che non cambiano mai. Tornado a casa pensavo … tipo “ ma come è possibile che milioni  di cittadini, … forse è troppo … diciamo qualche centinaia di migliaia di cittadini onesti ed intelligenti, ripeto “onesti ed intelligenti”, nonostante le continue e cocenti delusioni, ogni volta si innamorino ancora di un politico che appare come una possibilità di riscatto per le persone oneste e intelligenti?”

     

    Naturalmente avete già capito che,  sia per il numero esiguo sia per le qualità  richieste, questa cittadinanza appartiene alla sinistra atea. Questi individui, miracolosamente scampati ai bubboni clerical-fascisti-liberisti  della peste comune, avendo mantenuto nel proprio “vaso” la speranza nei confronti del genere umano, pensa ancora che qualcuno dei sopravvissuti riesca prima o poi, mascherato da “politico”,  a infiltrarsi tra le fila del potere ed attirare nella propria orbita gravitazionale voti sufficienti per aver un peso capace di una vera rivoluzione istituzionale.

     

    Escludendo naturalmente la triade Berlusconi-Grillo-Renzi, e i loro neuroni specchio spalmati nella càvea del potere politico, rimangono solo pochi alfieri della giustizia sociale che conoscendo bene la differenza tra destra e sinistra, sanno alzare barricate di senso tra eguaglianza e diseguaglianza, tra libertà e oppressione, tra giustizia sociale e strapotere oligarchico, tra diritti civili e imposizioni religiose.

    Sono pochi gli uomini e donne, che ancora rappresentano la moltitudine dei sopravvissuti al contagio,  in grado di deviare il corso di una storia che sembra già segnata dal “sistema filosofico renziano”.

     

    Ed è giusto a mio giudizio sperare nelle capacità dell’essere umano di mutare il corso degli avvenimenti. È giusto alienare la speranza, salvaguardata nel nostro intimo, in un individuo che appare capace di proteggere e portare alla realizzazione le proprie e le nostre esigenze umane.  Penso che questa sia l’essenza vera della democrazia.

    Naturalmente, come scriveva Calvino nel suo libro Le città invisibili, si deve «… cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio.»

     

    … io ci provo tutti i giorni … e voi?

    4 marzo 2014

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