• L’inudibile leggerezza del non essere – Bestiario culturale del Terzo Millennio

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    Tra le inudibili nefandezze mediatiche, giganteggia la leggenda culturale di Anjeza Gonxhe Bojaxhiu meglio nota col nome di battaglia di Madre Teresa di Calcutta

     

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    1orecchie

    di Jeanne Pucelli

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     “Nun se po’ proprio sentì !”, dice un collega romano capitato per caso nel profondo nord – dove da qualche settimana (sopra)vivo – quando gli capita di udire o di leggere qualcosa di assolutamente assurdo.

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    E, mi viene da pensare,  “ci sono cose che voi umani nemmeno immaginate, perché siete ormai permeabili ad ogni assurdità”. L’abitudine è una brutta bestia perché annulla la reazione alla cazzata … anche perché questa viene ripetuta in urbis et in orbis ogni giorno della settimana … e non correggetemi il latino che stavolta vi ci mando … sono stressata.

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    Essì sono stressata. È una gran fatica star lì ogni giorno nell’arena culturale a rintuzzare colpo su colpo stupidaggini che arrivano da tutti le parti. Adesso ci si è messo anche il novantenne Nobel per la letteratura Dario Fò:  «… del resto io di Dio con rispetto ho sempre parlato, anche quando ci facevo sopra uno sghignazzo», ha detto l’altro giorno in una intervista come se, lui che si dichiara ateo, credesse veramente all’esistenza dell’“inesistente” per antonomasia.

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    Poi, poco più in là, si unisce al coro dei non vedenti/non pensati e dice che ‘sto Bergoglio gli piace assai: «Questo Papa, sì e molto, specie quando dice che il denaro è lo sterco del diavolo, che l’amore per i poveri è nel Vangelo prima che nel marxismo». E così ci siamo persi anche Fò. Anche lui “Nun se po’ proprio sentì !!!!”.

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    Giro pagina ecchìtivedo? Un ennesimo vescovo che – stavolta è il vescovo di Lione Philippe Barbarin –  afferma senz’orrore di se stesso «Mai e poi mai ho coperto un qualsiasi caso di pedofilia. (…) Le vittime sanno che prima di tutto penso a loro» .. ma daiiii! A Philippe ma falla finita che nun te se po’ proprio sentì !!!

     

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    Certo che per i pensanti è una vitaccia: devono consumare le loro giornate andando in giro con uno scafandro per proteggersi dal guano giornalistico che viene disseminato da informatori mediatici i quali, avendo perso o svenduto il ben dell’intelletto, sciorinano favolette in cui miracolistica un tanto al chilo, menzogne metropolitane e interessi di bassa lega vengono mescolati sapientemente per comporre quell’intruglio culturale che poi ritroveremo riveduto e corretto sulla bocca di colleghi, “amici” e parenti  creduloni per “timor di dio” e per “terror della verità”.

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    Un fulgido esempio di quanto scrivo si può incontrare nella narrazione mediatica della santificazione di Anjeza Gonxhe Bojaxhiu meglio nota in orbis col nome di battaglia di Mother Therry: stuoli di giornalisti giurano e spergiurano sulla sua reale moralità, nonché sulla meravigliosa santità di questa donna che, stento anche a scriverlo,  diverrà santa grazie a un, udite, udite : MIRACOLO.

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    Essì perché la grandezza sovraumana di Anjeza Gonxhe Bojaxhiu – afferma dalle tavole di Repubblica, Marino Niola – è «culminata nella guarigione, scientificamente inspiegabile, di un brasiliano avvenuta nel 2008 e riconosciuta ora dalla Chiesa quale prova della sua santità.» Ma il Niola non finisce qui, va avanti imperterrito sfidando anche le regole non scritte del buon senso comune: «E persino quando era in vita – scrive – la sua aura alimentava voci leggendarie come quella della luce divina che avrebbe aleggiato sulla Casa dei moribondi di Calcutta. Una sorta di glitter soprannaturale di cui esistono anche delle immagini.» … Casa dei moribondi? ma non era un ospedale? una luce divina aleggiava intorno al moritorio di Calcutta? esistono anche delle immagini? ma lo udite …“Nun se po’ proprio sentì!”

     

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    Ma li capisco ‘sti giornalisti devoti, a volte anch’io, visto l’anno giubilare, vengo avvolta dalla “misericordia divina” e mi sento di perdonare devotamente persino gli autori di queste favolette. D’altronde, mi dico, non dimenticare che questa donna (la vera storia, se ne avete lo stomaco, potete leggerla qui)  nel 1979 ha vinto, come d’altronde il genocida Henry Kissinger, il Premio Nobel per la pace. Se ha coglionato i membri dell’accademia svedese … !!!!

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    Assumendo questa logica scandinava, la santità è il giusto salario da erogare all’Anjeza Gonxhe Bojaxhiu per aver realizzato, col suo unico miracolo, ciò che, così affermano i sette medici, sicuramente obiettori di coscienza, della Congregazione per le cause dei santi, è «scientificamente inspiegabile».

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    Io, per esempio, assumo come «scientificamente inspiegabile» il motivo per cui solo dopo anni di balle mediatiche si è finalmente giunti ad affermare che «I farmaci per le malattie psichiatriche non sono curativi.» Così scrive su Repubblica Salute  – 15.3.16 – Francesca Sironi. Titolando coraggiosamente il suo articolo Dobbiamo sedarli ma a curarli è solo la parola, F. Sironi riesce a far passare la verità sui psicofarmaci:  gli antipsicotici non curano, servono solo a far diminuire i sintomi, cioè a sedare o a rendere reattivo il malato in modo da rendere possibile il rapporto con lo psicoterapeuta l’unico – se è capace di farlo e se le condizioni del malato non sono ormai compromesse – in grado di curare la malattia mentale.

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    Mi piace chiudere con questa informazione, che cancella almeno 60anni di balle forsennate sui cosiddetti psicofarmaci, e con la notizia che Sophie Marceau ha rifiutato la Legion d’Onore, l’onorificenza più alta attribuita dalla Repubblica francese, perché Hollande alcune settimane fa ha conferito la stessa onorificenza al saudita Mohammed ben Nayef.

     

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    «Legione d’onore al principe ereditario saudita; 154 esecuzioni l’anno scorso nel suo paese. Ecco perché ho rifiutato la legione d’onore», ha scritto su Twitter l’attrice.

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