• La lunga impostura dell’esistenzialismo heideggeriano e dei suoi derivati: Foucault, Sartre, Basaglia, Ludwig Binswanger, Roland Barthes, Félix Guattari…

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    di Gian Carlo Zanon

     

    Su Left di sabato 8 luglio, che potete trovare in edicola, è stato pubblicata una intervista di Simona Maggiorelli a Jean-Marc Mandosio in cui si parla del saggio Longevità di una impostura: Michel Foucault pubblicato in Italia da Enrico Damiani. Nelle pagine seguenti lo psichiatra e psico -terapeuta Andrea Cantini nel suo articolo dal titolo L’influenza di Foucault sulla psichiatria italiana, descrive come il filosofo francese, nonché icona sessantottina, abbia contribuito all’impoverimento della prassi e della ricerca in psichiatria.

    Il quadro che esce dall’intervista di S. Maggiorelli e dall’articolo di A. Cantini fa chiarezza non solo su Foucault, ma anche sui suoi epigoni tra cui Franco Basaglia che seguì passo dopo passo i “suggerimenti” sull’antipsichiatria del filosofo francese.

    Nell’intervista Jean-Marc Mandosio ci narra di un Foucault inedito sempre pronto a cambiare casacca seguendo le mode del momento. E così, al di fuori della vulgata cultural-mediatica che ha creato il “santo Foucault”, troviamo il filosofo francese a cavalcare l’incoerenza più profonda: da heideggeriano-nazi-esistenzialista a filo-maoista, da fervente sostenitore di Khomeyni e della “rivoluzione” – che avrebbe portato le donne del mondo islamico nel nuovo medioevo islamico – ad ammiratore del liberismo predatorio della Thatcher e di Reagan.

     

    Peggio hanno fatto i suoi epigoni che elogiavano il massacro in cui perì Sharon Tate i quali, dice  Jean-Marc Mandosio «rivendicavano sia il retaggio della lotta armata degli anni settanta che la Manson Family “emblema di un prodigioso movimemto di diserzione interna”.» D’altro canto Foucault era affascinato dalla autobiografia di  Pierre Riviere, un ragazzo che aveva massacrato brutalmente la propria famiglia nel 1935, e «considerava le sue memorie così straordinarie che “il delitto finisce di non esistere più”.» – scrive Jean-Marc Mandosio – «Le parole cancellano il reale».

    Di Franco Basaglia, e della antipsichiatria che negava e continua a negare, sulla scorta di Foucault e di, Ludwig Binswanger, l’esistenza della malattia mentale ne ho già ampiamente parlato in passato. (leggi qui).

    Inoltre nel 2012 pubblicai un articolo – Pedofilia: M – Il Mostro è nascosto nella cultura – che diede molto fastidio agli intellettualoidi d’oltralpe. Ora, dopo aver letto l’intervista a Jean-Marc Mandosio capisco perché.

    In quell’articolo denunciavo anche le malefatte di Michel Foucault e dei suoi sodali – J.P. Sartre. Simone de Beauvoir, il politico socialista Jack Lang; Louis Aragon; Roland Barthes, André Glucksman, Félix Guattari, e molti altri “intellettuali di rango” – insieme ai quali nel 1977 Foucault firmò un famoso manifesto in cui, in nome della «liberazione sessuale»  esigevano la depenalizzazione dei rapporti con minori, bambini compresi.

      

    Ma per approfondire leggetevi anche i due articoli su Left che ho citato che resteranno in in edicola fino a venerdì 14 luglio …

      

    10 luglio 2017 – Castiglione delle Stiviere

     

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