• Yoani Sánchez da La Habana : le estenuanti celebrazioni per il novantesimo compleanno di Fidel Castro

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    castro penatla cinaFidel Castro alle prese con una pentola a pressione cinese

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    Ricetta per dimenticare Fidel Castro

    Yoani Sánchez, La Habana | 13/08/2016

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    Accendo la radio e uno speaker declama una breve titolo: “Fidel Castro, il Grande Costruttore”. L’uomo spiega che le opere più importanti del paese sono uscite dalla sua testa che per decenni fu coperta da un berretto verde oliva. Stanca di tanto culto della personalità, scelgo di guardare la TV, ma nel canale principale un avvocato spiega dettagliatamente l’eredità giuridica del Líder Máximo e alla fine del programma annunciano un documentario sull’”Invincibile Guerrigliero”.

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    Per settimane, noi cubani abbiamo vissuto un vero e proprio bombardamento di allusioni a Fidel Castro, che è andato aumentando nella misura in cui si avvicinava la data del suo 90° compleanno questo 13 agosto. In questa valanga di immagini e di epiteti non c’è pudore né mezze misure.

    L’uomo che nacque nella cittadina orientale di Birán, nel 1926, lo abbiamo lasciato nel passato, condannandolo al XX secolo, seppellendolo in vita.

    Tutto questo eccesso di omaggi e commemorazioni è, senza dubbio, un disperato tentativo di recuperare dall’oblio l’ex presidente cubano, tirarlo fuori da quella zona di abbandono mediatico dove cadde dal momento in cui che annunciò la sua uscita dal potere, già dieci anni fa.

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    I bambini che frequentano la scuola primaria non hanno mai visto un altro loquace oratore  parlare per ore in un evento pubblico. I contadini hanno tirato un sospiro di sollievo per non dover ricevere costanti  raccomandazioni dall’”Agricoltore in capo” e persino le casalinghe nel non vederlo apparire in un congresso della Federación de Mujeres Cubanas con l’intento di insegnar loro a cucinare con una pentola a pressione.

    La propaganda ufficiale sa che le persone spesso si rivolgono alla memoria a breve termine come fosse un modo per proteggersi. Per molti giovani, Fidel Castro è già così remoto come per mia madre un giorno lo fu il dittatore Gerardo Machado, che all’inizio del secolo scorso ha segnato così negativamente la vita della generazione di mia nonna. Nessun paese può vivere con la vista fissa verso  un solo uomo, così tanto che la sfocatura e la distrazione si è interposta  tra l’ex primo segretario del Partito comunista e la popolazione dell’Isola.

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    I seguaci della sua figura traggono vantaggio dalle celebrazioni per i suoi nove decenni di vita cercando di erigere la statua della sua immortalità nel cuore della nazione. Lo deificano, gli perdonano i suoi errori sistematici e lo trasformano nella punta più visibile di un credo. La nuova religione ha come premesse la testardaggine, l’intolleranza al diverso e un odio viscerale – quasi fosse una battaglia personale – contro gli Stati Uniti.

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    I detrattori di “Lui”, come lo chiamano normalmente molti cubani, preparano gli argomenti per smontare il suo mito. Attendono il momento in cui i libri di storia non lo omologheranno più con José Martí e faranno sulla sua traiettoria un’analisi scarna, fredda, oggettiva. Sono quelli che sognano l’era post-Castro, con la fine del fideismo e l’inizio della diatriba che cadrà sulla sua controversa figura.

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    La maggior parte, senza dubbio, semplicemente gireranno pagina con un’alzata di spalle in segno di disgusto quando udranno il suo nome. Sono coloro che, in questi giorni, spengono il televisore e fissano lo sguardo in una quotidianità che nega ogni parola che Fidel Castro direbbe nei suoi discorsi infuocati in quel tempo in cui pianificava di costruire l’utopia e farci uomini nuovi.

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    Loro, quelli stanchi della sua onnipresenza, sono coloro che daranno il colpo di grazia al mito. Lo faranno senza chiacchiere né atti eroici. Semplicemente smetteranno di parlare di lui ai bambini, non appenderanno le foto, che lo mostrano col fucile e cartucciera, nelle stanze delle loro case, né chiameranno i loro nipoti con le cinque lettere del suo nome.

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    La celebrazione per il 90 ° compleanno di Fidel Castro è in realtà il suo commiato: smisurato ed opprimente come fu la sua vita politica.

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