• Woytjla il “santo” che proteggeva i pedofili

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    di Salvo Carfì

     

    Messi all’angolo dal libro scandalo di Federico Tulli, Chiesa e pedofilia, il caso italiano, anche i media nazionali cominciano a pubblicare la verità su “san Woytjla protettore dei pederasti” .

    Ce n’è anche per il papa emerito che per anni insabbiò le denunce a carico del fondatore dei Legionari di Cristo Maciel Degollado. L’Espresso il 16 maggio ha pubblicato un articolo di  Tommaso Cerno dal titolo eloquente: “Giovanni Paolo II, papa poco santo. Quanti silenzi sulla pedofilia – Wojtyla e l’allora cardinale Ratzinger conoscevano le denunce a carico del fondatore dei Legionari di Cristo Maciel Degollado, ma hanno taciuto per anni. In un libro, adesso anche in Italia, i documenti segreti”.

    A quanto scrive Cerno, tra Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo e Woytjla c’era un sodalizio che durava da decenni e ciò ha permesso che il “papa santo” ignorasse per anni le denunce suffragate da documenti che accusavano il sacerdote messicano di stupri su minorenni. Questi documenti secretati sono stati ora pubblicati in Spagna, in un libro  La volontà di non sapere stampato nel 2012. Questa documentazione è stata resa ora pubblica, per la prima volta in Italia, da Federico Tulli nel suo nuovo libro pubblicato da L’Asino d’Oro Editore.
    Da quei «documenti segreti e inediti emerge la consapevole complicità delle gerarchie vaticane a cominciare da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con il fondatore dei Legionari di Cristo, il sacerdote messicano», scrive Tulli che ha dedicato un capitolo del suo libro alle fonti spagnole e alle denunce del traduttore, il professor Tommaso  Dell’Era, che analizza il comportamento di Giovanni Paolo II e dell’allora cardinale Ratzinger.

     

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    Nella due foto vediamo trascorrere i decenni di amicizia tra il pederasta padre Marcial Maciel Decollado e il suo protettore papa Wojtyla

     

    Tra il 1997 e il 1998, giunsero nelle stanze vaticane varie denunce contro Maciel: fra queste ve n’erano due di José Barba, legionario di Cristo dagli 11 ai 24 anni e in seguito docente universitario, che denunciò all’ex Santo Uffizio Maciel Decollado, dei cui crimini era stato testimone oculare.  Ma Ratinger non ha mai risposto a queste denunce «E quando finalmente giunge una lettera, – scrive Tommaso Cerno –  i contenuti non sono di condanna».

    I gerarca che diverrà papa con il nome di Benedetto XVI  non farà nulla fino al 2005, quando aprì la procedura degli interrogatori e avviò le indagini sulla base delle denunce presentate anni prima da Barba e Athie. Pochi giorni dopo venne eletto papa.

     

    Scrive Dell’Era : «Quello che per ora rimane, oltre a tutte le numerose testimonianze, sono le inaccettabili manifestazioni di lode e plauso che circondarono Maciel fino a pochi anni prima della sua scomparsa, avvenuta nel 2008: quelle di Giovanni Paolo II, che nel 1994 in occasione del cinquantenario della sua ordinazione, lo definì una guida efficace per coloro che lo seguirono». Non certo per quelli che lo precedettero.Non poteva certo mancare il caro Tarcisio Bertone, il quale ancora nel 2004, quando ormai le denunce erano divenute pubbliche, «scrisse una prefazione a un libro-intervista al sacerdote, lodandolo per la sua dedizione alla Chiesa e il suo amore per Cristo». Woytjla essendo santo lo superò quando nel gennaio 2005 inviò un messaggio ai Legionari di Cristo in cui esaltava di il pederasta messicano per la sua opera «contrassegnata dalla formazione della gioventù in solidi principi cristiani e umani». E ora sappiamo con certezza come il pederasta Maciel Decollado “formava” la gioventù.

    20 maggio 2014

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