• Vite sprecate, Vite salvate, Vite vissute… le nuove frontiere dell’etica umana

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    di Gian Carlo Zanon

    É inutile girarci intorno. Sono ormai innumerevoli le persone che, come me, si servono della scoperta dello psichiatra Massimo Fagioli, espresse nella sua “Teoria della nascita”, come un filtro conoscitivo attraverso il quale interpretare la “realtà non materiale” del genere umano e i suoi “effetti collaterali”.

    Lezioni universitarie, libri, convegni internazionali, incontri tematici, saggi di economia, architettura, psicologia, filosofia, migliaia di articoli, una scuola di specializzazione – Scuola di psicoterapia dinamica Bios Psychè – e l’associazione Cooperativa Sociale di Psicoterapia Medica che fanno capo alle sue scoperte in ambito psichiatrico e psicologico, riviste specialistiche come “Il sogno della farfalla” e le ormai innumerevoli tesi universitarie che attingono a piene mani dalla ricerca settantennale dello psichiatra scomparso nel febbraio del 2017, sono lì a dimostrare quanto ormai la cultura italiana e internazionale abbia assorbito e continui ad assorbire il suo pensiero.

    Anche il biologo Claudio Ricciardi si immerge da par suo in questo talassa àpeiron con questi strumenti teorici e ne riemerge con quattordici piccoli/grandi saggi che gettano una luce su temi come l’etica e la bioetica, l’antropologia e l’economia, la politica e la storia del pensiero, ecc. ecc..

    Il lavoro di Ricciardi risulta essere quindi un “saggio multidisciplinare” originale con un titolo e con un sottotitolo eloquenti, Vite senza valore, Etica – Politica – Biologia, che già indicano l’intento dell’autore mostrare ai lettori vari oblò attraverso cui vedere la realtà umana e sociale in un modo nuovo. Oblò uniti tra loro da cardini di pensiero che si radicano fortemente nel pensiero fagioliano che l’autore cita moltissime volte pagando così il giusto tributo: «Attraverso i suoi scritti, le sue lezioni universitarie, i suoi articoli su Left, la partecipazione ai suoi seminari di “analisi collettiva”, – scrive Claudio Ricciardi nella prefazione – ho potuto affrontare quella cura, formazione e ricerca sul non cosciente rendendo possibili quei cambiamenti interiori per quell’istintivo rifiuto del “non umano” dentro e fuori di noi.»

    Il giusto tributo pagato il quale è possibile, come dice l’autore, mettere in campo quella «reazione etica (…) non più legata ad un ordine razionale del pensiero, ma espressione di quella “capacità di reagire”» che per sua natura rifiuta il “non umano” inteso come ciò che nell’essere umano non è più umano per il sopraggiungere di una patologia mentale più o meno grave, che determina un annullamento della realtà umana.

    Scrive sempre nella premessa l’autore «(…) mi sono costantemente chiesto quanto il sapere scientifico e la conoscenza che abbiamo della nostra realtà biologica e della nostra realtà psichica, possa determinare la visione che ci costruiamo del nostro mondo umano e delle nostre relazioni.»

    Con queste premesse e con questa prassi euristica Ricciardi parte per un profondo scandaglio in vari campi che lo portano ad alcune considerazioni sullo stato delle cose della realtà sociale ancora ancorata ad assunti religiosi o razionalistici che di fatto annullano la realtà umana: «Se l’etica proviene da dio siamo in uno stato teocratico come quello del fondamentalismo islamico, dell’inquisizione, delle crociate contro gli infedeli. Se l’etica proviene dallo Stato è la fine della democrazia e siamo in uno stato violento come quello nazi-fascista.» scrive Claudio Ricciardi.

    Come dice l’autore, questo antichissimo problema cesserà di essere un problema nel momento in cui non si crederà più alla menzogna millenaria che ci parla di un essere umano nato con un guasto congenito declinato culturalmente e religiosamente in vari modi: il peccato originario dei monoteismi; il Male radicale innato nella natura umana della filosofia; il legno storto (Kant); il bambino polimorfo perverso (Freud); “Nel più intimo dell’uomo c’è il nulla, come “fondo abissale”, Ab-Grund costitutivo dell’essere” (Heidegger), la “manque à etre” (Lacan) ; fino ad arrivare a una delle psico-star più acclamate in Italia, Massimo Recalcati il quale su La Repubblica del 11 settembre scorso si premurava di ricordare al suo pubblico adorante  che «Il primo gesto dell’uomo fuori dal giardino dell’Eden è quello della violenza fratricida. Lo affermava anche Freud: all’origine della vita non c’è l’amore, ma l’odio.» SIC

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    L’autore di questo brillante saggio ricorda inoltre che «se diamo spazio all’espressione culturale supportata dalla Bibbia, questa ci dice che abbiamo il male dentro come elemento ontologico» ed è quindi da questa mistificazione sulla realtà umana che ci si deve affrancare se si vuole affrontare il rapporto interumano con l’altro da sé in modo reale. Un rapporto umano, reale e naturale, senza deliri culturali e pregiudizi religiosi, è certamente possibile perché contrariamente a ciò che sembra essere un assunto culturale totalizzante «(…) gli umani hanno una realtà non materiale che non è spiritualità derivata da dio e non è razionalità cosciente» che porta a conseguenze raccapriccianti.

    Avere la certezza della propria e dell’altrui nascita non inficiata da diseguaglianze fisiche e/o da un male originario è il primo passo per potersi rapportare all’altro da sé e creare insieme una società di uguali senza quell’odio originario proposto dalla cultura attraverso le suo psico-star e senza il male interiore, alias il demonio da cacciare con l’esorcismo battesimale come propose il papa-star l’8 gennaio del 2014 quando disse: « Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata.».

    Questo e molto altro troviamo in questo saggio salvavita di Claudio Ricciardi che attraversa tutti gli aspetti sociali e politici con uno sguardo acuto e allo stesso tempo affettivo perché conclude l’autore a pagina 166 «(…) la sola ragione dialettica e cosciente non può essere slegata da una compartecipazione profonda non razionale, emotiva ed affettiva  la cui assenza conduce alla violenza schizoide che osserviamo nell’intolleranza religiosa o nella politica totalitaria del nazi-fascismo.»

    Come diceva Albert Camus noi siamo obbligati alla solidarietà tra esseri umani. E questo perché, scrive Claudio Ricciardi, «La nostra vulnerabilità specie-specifica non permette di superare quella soglia oltre la quale la nostra libertà, la nostra salute mentale e fisica non può continuare ad essere».

    Castiglione delle Stiviere – 19 settembre 2019

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