• Come ci vedono gli altri: uno sguardo mediorientale sullo “scontro tra l’Occidente cristiano e la Turchia musulmana”

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    1 istambul

    Pubblichiamo questo breve articolo del giornalista siriano Faisal al-Qasim perché riteniamo interessante, ma non per questo completamente obiettivo, il suo punto vista su ciò che egli definisce “scontro di civiltà l’Occidente cristiano e la Turchia musulmana”.

    Anche se alcune sue conclusioni tipo “la maggior parte degli occidentali è oggi atea”, siano, per usare un eufemismo, superficiali, il pezzo ci mostra il punto di vista  di un giornalista “mediorientale” che dipinge la società occidentale secondo i suoi filtri culturali, ideologici e forse anche religiosi. D’altronde la stragrande maggioranza dei nostri informatori mediatici informano, nel bene e nel male, esattamente allo stesso modo.

    Inoltre l’articolo di Faisal al-Qasim è giunto a noi in lingua italiana, dopo essere stato tradotto dall’arabo e sintetizzato. Quindi è da leggere col beneficio di inventario. Qui l’originale http://www.alquds.co.uk/?p=573644

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    di Faisal al-Qasim

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    Lo scontro di civiltà tra l’Occidente cristiano e la Turchia musulmana


    Un caso esemplare di quanto le motivazioni ideologiche e culturali siano importanti nella costruzione delle relazioni internazionali

    Spesso sbagliamo ad analizzare le relazioni internazionali esclusivamente da una prospettiva marxista materiale, che considera i rapporti tra gli Stati costruiti su base puramente economica, dimenticando che ci sono altri fattori importanti che determinano le relazioni e le alleanze internazionali. È vero che l’Occidente sembra capire solo il linguaggio degli interessi materiali, e che spesso li privilegia rispetto ad altri interessi nei suoi rapporti con altri Stati, ma ciò non significa che abbia del tutto dimenticato la propria identità culturale e ideologica: nei momenti critici torna a far leva improvvisamente sull’identità culturale e religiosa, e questo nonostante la maggior parte degli occidentali sia oggi atea.

    Il recente referendum sull’uscita britannica dall’Unione Europea mostra che gli inglesi sono diventati insofferenti nei confronti della folla di immigrati stranieri, anche se europei cristiani. Essi ritengono i paesi dell’Europa orientale una minaccia per l’identità nazionale e culturale e che sia necessario fermare il flusso di migranti da Polonia, Romania e Bulgaria. É vero che c’è un aspetto economico in ciò, a causa della concorrenza degli europei orientali nella ricerca del lavoro e nei servizi di educazione, sanitari e sociali, ma esiste anche un aspetto culturale non trascurabile. Se ci sono europei cristiani che discriminano altri europei cristiani su base etnica dunque, è naturale che discrimino i seguaci di altre religioni e civiltà: la teoria dello scontro di civiltà di Huntington è forse scomparsa dai mass media negli ultimi anni, ma è ancora viva nella realtà.

    È vero che l’Occidente ha accolto milioni di musulmani e l’Islam è diventata la seconda religione in paesi come ad esempio la Francia. Tuttavia i francesi stanno ora esprimendo il loro risentimento nei confronti della presenza islamica in maniera aperta. Molti ricercatori ritengono che la crescente ostilità occidentale nei confronti della Turchia da alcuni anni sia una forma di conflitto culturale del genere. Ciò è dovuto all’emergere di un modello di civiltà islamica nel paese con l’arrivo al potere del partito islamista Giustizia e Sviluppo (AKP). Ma già gli europei avevano rifiutato categoricamente l’adesione della Turchia all’Unione Europea, e ciò nonostante i grandi vantaggi economici che avrebbe apportato.

    La scelta di accettare l’adesione di paesi economicamente a terra come la Grecia e rifiutarne uno in pieno sviluppo economico come la Turchia, ha chiare motivazioni religiose e culturali: un paese che avrebbe potuto portare beneficio all’economia europea, soprattutto da quando la Turchia sotto Erdogan si è spostato alla sedicesima posizione nell’economia globale, non ha ricevuto l’ammissione europea perché non è cristiano. Ciò conferma che le alleanze internazionali sono alleanze ideologiche, anche se il lato economico ha grande importanza. L’Occidente vuole conquistare il mondo intero con il pretesto della globalizzazione, ma non permette a qualsiasi altra cultura di penetrare la propria società, o di distinguersi in ambito internazionale.

    Al-Quds al-Arabi (30/07/2016). Traduzione e sintesi di Irene Capiferri

    Faisal al-Qasim è uno scrittore e giornalista siriano

    5 agosto 2016

    Vai all’originalehttp://www.alquds.co.uk/?p=573644

     

     

     

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