L’atelier degli scrittori – scrittori intesi come coloro che rendono pubblico il proprio pensiero e/o la propria fantasia – possiede alcuni strumenti tra cui il pensiero verbale. Senza di esso lo scrittore sarebbe senza voce. Chi scrive, spesso memorizza pensieri, idee, parole, suoni verbali, utilizzando il primo mezzo che gli capita: foglietti, giornali , libri, taccuini, quaderni, e ora computer et similia.
Solitamente questi appunti sono un laboratorio della memoria in cui le parole vivono una vita silenziosa fino a che ad alcune di loro viene data la vita. «Scrivere tutto, come viene» scriveva Albert Camus che dal 1935 tracciò con la sua calligrafia poco leggibile i propri pensieri su materiale cartaceo. Le sue dita guidavano la penna che vergava i propri pensieri sulla vita politica, sociale, letteraria, privata. Camus per venticinque anni annotò progetti, brogliacci, citazioni tratte da tutte le opere lette e, in occasione dei suoi viaggi, questi taccuini, si trasformano in un vero e proprio diario di bordo. La lettura di questi “quaderni” ci permette ora di penetrare nel laboratorio creativo del grande scrittore francese.
Il nostro blog ha per sottotitolo due parole che dicono “Diario polifonico”. Questo perché sin dall’inizio si è pensato di scrivere in un modo diverso: scrivere in forma di diario da l’opportunità di eliminare sia il neutro, che mitiga la propria partecipazione affettiva, sia il pluralis maiestatis, che deturpa il valore strettamente identitario dello scritto: « penso questo perché …; ho visto e/o letto questo e quindi penso che …; Caio e Sempronio hanno detto questo, hanno fatto o non fatto questo e io interpreto i questo modo …». Questa è la forma di scrittura che chi ha scritto sul nostro “Diario polifonico” ha adottato nella maggior parte dei casi. La forma del diario dà la possibilità di filtrare accadimenti, cronaca, letteratura, ecc. ecc., attraverso la realtà umana di chi scrive.
Fino ad ora ognuno teneva i propri taccuini privati, ma dopo un’attenta riflessione e accese discussioni alcuni di noi hanno deciso di mettere in comune le proprie idee in fieri, i propri appunti ancora senza un senso compiuto ed anche quelle singole parole, spesso desuete, che ci sono venute incontro affascinandoci con il loro suono. Abbiamo deciso di mettere in comune i nostri appunti perché una buona percentuale di questo materiale rimaneva inutilizzato mentre ora potrebbe essere preso da chiunque abbia voglia di dar vita a questo materiale linguistico inerte.
Pagine di questi quaderni di appunti a cielo aperto ogni tanto verranno pubblicate senza alcun nome che possa identificare colui che li ha pensati e scritti. Parole, frasi, idee in nuce, citazioni, progetti embrionali rimarranno esposti alle intemperie del tempo aspettando che qualcuno, se ne ha voglia, le fecondi, e se ne prenda cura.
Le citazioni saranno virgolettate e colorate in blu. Gli appunti e le parole utilizzate saranno colorate in rosso. Ciò che ancora non è stato adottato sarà in nero. Chi volesse utilizzare il nostro materiale dovrebbe segnalare nei commenti il “luogo” in cui le nostre parole verranno “allevate”: una poesia, un articolo, un libro, una tesi di laurea ecc..
Questa idea è nata pensando alla condivisione dei linguaggi. È un pensiero di mezza estate che ha preso questa forma. Se funzionerà questa esperienza di condivisione avrà un seguito, se invece imboccherà vie laterali “non praticabili” si esaurirà …
Materiale di laboratorio del 27 luglio 2014
«La politica e il destino degli uomini sono foggiati da individui senza ideali e senza grandezza. Chi ha grandezza in sé non fa politica.» Albert Camus (Taccuini)
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Tessuto sociale composto di moduli monolitici che esprimono linguaggi gergali condivisi solo all’interno di ogni modulo. I moduli sono pressoché infiniti: modulo della casta politica, economico finanziario, accademico, alto borghese, modulo religioso ed ecclesiastico, modulo della criminalità organizzata, radical chic, modulo dell’informazione mediatica, e giù giù fino a ai piccoli e ai piccolissimi moduli familiari o tribali. All’interno di questi moduli si rispecchiano le varie forme della piramide del potere che trovano la propria legittimazione nel macrocosmo culturale grossolanamente condivisa dalla sovrapposizione dei moduli sociali.
I moduli monolitici sovrapposti comunicano tra loro per mezzo di parole d’ordine scandite nelle camere stagne che li collegano. Per far questo si deve aderire a regolamenti linguistici introiettati: “questo a quello si può dire, questo no; questo a quello si deve dire, questo no”
Da queste porte stagne la gens dei moduli posti in alto alla piramide di potere si introduce nei territori per depredare come pirati achei la società civile vissuta dai predatori come fosse una riserva di caccia privata. …
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Verità – Voglia di verità
Cassandra la “veggente inascoltata” non “vede” ciò che ancora non c’è, lo deduce e lo immagina. Lei è veggente solo perché gli altri si rifiutano di vedere ciò si può dedurre e immaginare.
Oggi essere veggente significa semplicemente avere il coraggio di decifrare la realtà e di renderla pubblica. Significa “vedere” ciò che si nasconde tra le pieghe del reale e quando è necessario, pur rifiutandolo, sopportare la vista dell’orrore.
Veggente: è anche colui che possiede un pensiero verbale capace di rivelare ciò che non ha ancora forma sonora …
Stare soli con la verità espugnata e sentirne il sapore che invade la gola … la gola che emetterà suoni verbali a cui pochi crederanno … l’essenza di Cassandra
Ammantare la realtà con la nostra esperienza empirica sul genere umano e non fermarsi alla nuda forma degli eventi appiattiti dalla cultura dominante …
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«Stava diventando friabile. Re Priamo si stava sbriciolando» Christa Wolf (Cassandra)
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Quello che non è visibile, annusabile, udibile, tastabile, non esiste …
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Tornare al mito è come infilarsi nelle crepe del tempo …
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Risalire la corrente del tempo…
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Una diversa profondità di campo …
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Mentre vago senza meta in questo groviglio di parole che chiamano pensiero verbale …
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Miraggio
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Trascinare il tempo …
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L’espressione smoke and mirrors (fumo e specchi) si riferisce a qualcosa che serve a confondere o ad ingannare. Per esempio: they said they wanted to reduce taxation but it was only smoke and mirrors (dicevano di voler ridurre le tasse ma era solo un inganno).
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Società in anestesia totale …
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… anche la Littizzetto adora Bergoglio … a volte mi sento accerchiata dalla stupidità … a volte dalla banalità …
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