• Sinistra: Stati Generali e avances

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    di Jeanne Pucelli

    Un week end da paura quello che ci siamo lasciati alle spalle da qualche ora. Parlo degli Stati Generali della sinistra che si sono svolti in tre sedi distinte caratterizzate dalla parola “ex”: ex stazione Leopolda di Firenze; ex sede papale (1) – leggasi Piazza San Giovanni in Laterano – ; ex Cartiera Latina in via Appia Antica.

    Come quelli dei mesi che precedettero la Rivoluzione francese anche in questi Stati Generali erano rappresentati da tre “entità sociali”:
    A) i renziani, che equivalgono al “primo” e al “secondo” stato francese: rappresentano nobiltà e clero tradotti in alta finanza/politica e Chiesa cattolica;
    B) i sindacati che, grossolanamente, simboleggiano sia i non nobili e i laici inseriti nel “terzo stato” che quel “quarto stato” dipinto G.P. da Volpedo;
    C) lo spirito della sinistra che in questa occasione si è incarnato nei cittadini che hanno partecipato alla festa del settimanale left .(2)

     

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    Al contrario degli Stati Generali, la differenza di stato tra le persone che partecipavano ai tre eventi politici non era decisa dal diverso stato sociale, o dal censo, o dalla casta di appartenenza, ma dal modo di pensare e di interagire con la realtà sociale, dal modo di rapportarsi con l’altro da sé, dal modo di concepire la politica e dalla diversa consapevolezza di sé come essere sociale e politico.

    Alla manifestazione promossa dalla Cgil contro il Jobs Act , conclusasi nella piazza antistante l’ex sede pontificia, è andato in scena il rituale canovaccio affetto da eiaculatio precox: corteo, piazza, discorso seguito da una serie di “orgasmi” collettivi (più o meno isterici), ammainamento delle bandiere che garrivano al vento. Due, tre ore di catarsi proletaria poi tutti a casa soddisfatti e felici e contenti come se il sindacato, che ha concesso per anni e anni al “primo” e al “secondo stato” di rompere l’unica arma in mano al “quarto stato”, cioè l’unione dei lavoratori, fosse ora in grado di tirarli fuori dall’abisso in cui, centellinando dosi omeopatiche di riduzione dei diritti sindacali, li ha fatti scivolare.

    A Firenze nella, purtroppo, ex stazione della Leopolda, in cui, purtroppo, non passano i convogli ferroviari ad alta velocità – che li avrebbe falciati come birilli -, si svolta la kermesse hollywoodiana, in puro stile berlusconide, di quella parte cospicua del Pd che, sconsideratamente, acclama Renzi nelle stesso identico modo in cui gli italiani, adeguandosi alle contingenze storiche, inneggiarono pro e contro Mussolini da piazza Venezia a piazza Loreto. L’ex sindaco di Firenze, situato geograficamente tra le due piazze fatali, continua a far discorsi metafisici. Fedele agli imperscrutabili disegni divini, accetta umilmente la storia da sempre inscritta in mente dei : «di fronte a un mondo che cambia con questa velocità, noi dobbiamo fare in modo che ci sia il contratto a tempo indeterminato, ma il posto fisso non c’è più. Perché è cambiato il mondo attorno a noi». Cioè se ho capito bene bisogna fare in modo che ci sia il posto fisso che però non c’è più … oddio … alla faccia della scissione tra parola e senso.

     

    renzi mussoini


    Il mondo intorno a noi, secondo Renzi, non è stato cambiato da esseri umani avidi che tolgono i diritti ai lavoratori. Il mondo è cambiato, punto. Il mondo è cambiato casualmente. Il mondo è cambiato perché la mano invisibile che doveva guidare con giudizio e equità l’economia mondiale si è assentata un attimo per un’urgenza onanistica di una lobby finanziaria!!!!
    La cronaca di questo evento politico potrebbe essere riassunta da un fantasioso reporter in questo modo: si è assistito alla rappresentazione del nulla che avanza cercando di ingurgitare con bramosia ciò che resta della democrazia, della libertà e dell’uguaglianza.

    Se non ci fosse stato il terzo evento, la festa di left, sarei caduta nella depressione più nera perché, se Renzi è infrequentabile, la Camusso è in buona parte impraticabile e questa cosiddetta sfida tra i due “esponenti della cosiddetta sinistra” mi ricorda troppo la parabola della Grande bonaccia delle Antille di Italo Calvino, che fece tanto incazzare Togliatti, in cui due galeoni si fronteggiano minacciosi senza però, a causa della totale assenza di vento, poter venir mai ai ferri corti. Si annunciano battaglie che in realtà non avverranno mai. È l’antico gioco delle parti che si ripete coattivamente.

    Invece in quel posto magnifico sull’Appia Antica, in cui si respira ancora l’odore della pasta di legno che poi diveniva carta, lo spirito della sinistra aleggiava e lì sono state fatte, da un numeroso gruppo di liberi pensatori, avances politiche e sociali che, a menti meno libere, potrebbero apparire come proposte indecenti.

    Economisti, ambientalisti, politici, avvocati, giornalisti, attivisti per i diritti umani, operai, critici letterari, psichiatri, urbanisti, ecc. per due giorni si sono avvicendati non su un pulpito ma stando in mezzo a noi di sinistra che non possiamo certo mischiare i nostri umori e i nostri respiri con chi riconosce in Renzi un leader della sinistra.

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    Si è parlato di economia umanamente compatibile, di società di eguali, di capitale umano, di progettazione di ambienti in cui convivere umanamente. Si è parlato di realizzazione delle proprie esigenze in dialettica con l’altro da sé e di scegliere liberamente una propria e originale realizzazione di sé. Si è parlato anche di contratti sociali e si è messo al centro della ricerca l’essere umano. Ricerca sparita da decenni dall’agenda della politica italiana, o forse mai realmente neppure ipotizzata. Ci hanno spiegato come equità e efficienza possono e debbono convivere perché il lavoratore trattato con giustizia e umanità eseguirà i propri compiti in modo adeguato e creativo. Ci hanno detto che esiste il “Fondo salva stati” che ammonta a diversi miliardi e che sarebbe il caso di utilizzarlo ora … e quando sennò? Ci hanno anche detto che l’economia è quella scienza nata per soddisfare i bisogni e che quindi se distrugge l’ambiente impedendo la soddisfazione dei bisogni alimentari non è economia ma criminalità. È tutto così semplice , eppure…

    C’è stato anche spazio per la critica al sistema politico teo-fascistoide che sta soppiantando il già devastante cattocomunismo. Una tirannide teo-fascista che vuole imporre una specie di “grande fratello” sotto le coltri private degli italiani, per imporre l’altomedievale “sed interposito lino”, cioè la sessualità come mera soluzione procreativa.

    E poi c’è stata la satira e la festa e, a parte un piccolo intervento che un po’ ricordava un po’ il sessantottismo, sono stata proprio bene … ma bene bene bene !!! Grazie left !!!

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    Note

    (1) La basilica di San Giovanni in Laterano è stata sede papale dal 313/324 d.C. al 1377 quando papa Gregorio VII, al ritorno da Avignone, decise di spostarla a San Pietro.

    (2) Fra poche ore saremo in grado di postare il link con il quale potrete seguire tutti gli interventi dell’evento. Qui http://www.left.it/left-la-festa/ potete trovare il programma e tutte le indicazioni utili.

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