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Le poesie che ho vissuto tacendo sul tuo corpo
mi chiederanno la loro voce un giorno, quando te ne andrai.
Ma io non avrò più voce per ridirle, allora. Perché tu eri solita
camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi le mani
sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così – dicevi;
ricordarmi così, coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi – perché così ti vedo più profondamente. Dunque,
come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso.
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Dalla raccolta “Parola carnale” 1981
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Valentina
11 Agosto 2019 @ 05:37
Sono profonde le parole usate dal poeta, ti lascia dentro la sua passione ed è un talento naturale poterlo fare. La poesia è meravigliosa e significativa. Complimenti!!
Paolo Grego
18 Novembre 2019 @ 18:14
Passione stanca ed intensa, consumazione di vita. Lungo addio