• Realtà parallele – La vita è sogno …

      0 commenti


    di Salvo Carfì

    Anche se da buoni illuministi razionali crediamo di dominare il reale, anticipando con il pensiero gli eventi, in realtà la nostra esistenza è ben lontana da equilibri totalizzanti… non ci credete? Pensate di possedere un tale equilibrio da poter rimanere per sempre ben saldi nei vostri pensieri? Bene, io dico di no! E vi invito ad una passeggiata letteraria tra realtà e sogno, durante la quale vi renderete conto che anche molti di voi, se non voi vostro cugino,  percorrono ogni giorno e ogni notte strade parallele … con il pensiero naturalmente.

     

     

    «…..y despues/a sus prisiones se vuelva,/podrà entender que soñò/y harà bien cuando lo entienda,/porque en el mundo, Clotaldo,/todos los que viven sueñan.»

    (…)«Y sì haremos, pues estamos/En mundo tan singular,/que el vivir sòlo es soñar;/y la experiencia me enseña,/que el hombre que vive, sueña/lo que es, hasta despertar».

     

    Questi sono alcuni versi de La vida es Sueño di Calderon de la Barca. In questo dramma barocco, in cui viene riproposto il mito dell’Oedipus tyrannos – probabilmente letto dal drammaturgo spagnolo nelle versione di Seneca – la questione della realtà della veglia e delle immagini del sogno è centrale. Sia il padre Basilio che afferma “Tutti coloro che vivono in realtà sognano di vivere” , sia Sigismondo che riportato nella segreta ob torto collo deve accettare che “il vivere è solo sognare” e che “l’uomo che vive sogna ciò che è , fino a che non si sveglia”  in fondo, religiosamente, credono che la realtà in cui viviamo è un sogno di dio e che solo morendo si entrerà nella sola realtà vera, vale a dire l’eterno regno dei cieli.

     

    Gregorio Samsa, il protagonista de La metamorfosi di Kafka, non la pensava esattamente in questo modo, visto che quando si svegliò si trovò mutato in un insetto immondo.

     

    Calderon non crea ex nihilo questa sua opera, questi pensieri erano ben radicati nella Spagna post conciliare sia nella teologia sia nella cultura e nella filosofia. Teologia, cultura e filosofia che in verità erano unite tra loro così saldamente che non si poteva distinguere nessuna differenza.

     

    Come abbiamo già detto la fonte de la “La vida es Sueño”:  sta nell’Edipo Re probabilmente letto dalla tragedia di Seneca, ma il pensiero che percorre il dramma attinge ad una molteplicità culturale che confondeva il senso della vita terrena con la metafisica post mortem. Prima del dramma calderoniano esisteva già  il topos vita reale-sogno. Esempi ne sono:la Comedia del triunfo de la Fortuna  un pastore ubriacato diviene Re … per un giorno; le coplas delle danze macabre medioevali che svilivano il senso della vita terrena; i sermoni di predicatori come Savonarola che riducevano il senso dell’esistere umano ad una amalgama nauseabonda; il Carnevale medievale con il suo capovolgimento della realtà; ed infine l’opera tedesca Somnium vitae humanae di Ludovico Ollonius.  L’opera dell’autore tedesco, drammatizza la favola dell’ubriacone improvvisamente convertito nel duca di Borgogna e in seguito restituito al suo stato.

     

    Ma leggiamo dall’ Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam: «L’intera vita umana non è altro che uno spettacolo in cui, chi con una maschera chi con un’altra, ognuno recita la propria parte, finché, ad un cenno del capocomico, abbandona la scena».

    Chiaro no? La vita è teatro mundi dove ognuno ha la sua funzione scenica: il ruolo del povero, la parte del ricco, ecc., e guai a voler cambiare di status sociale. Infatti Calderon in seguito scriverà El gran teatro del mundo: il dramma si svolge in un mercato che vuole rappresentare la terra come un palcoscenico dove ogni uomo deve interpretare la propria parte. Finita l’azione scenica tutti vanno a rendere conto al capocomico supremo.

    Però questa messa in scena è troppo didascalica e quindi non può toccare corde profonde della psiche. Ma una rappresentazione simbolica si lo può fare, perché agisce surrettiziamente, soprattutto quando falsifica il mondo del sogno incatenandolo per sempre tra realtà e illusione.

     

    Non vorrei annoiare il lettore dicendo che in realtà Calderon non fa altro che ripetere gli antichissimi concetti di Platone e dei suoi epigoni, i quali erano convinti che la realtà fenomenica altro non era che “l’ombra delle idee e delle forme” perfette che dimoravano nell’intermundia … un luogo simile a quello della pubblicità del caffè Lavazza, per capirci. Le forme perfette erano là, e ciò che vedevamo qua altro non era che un riflesso sbiadito di quella perfetta perfezione.

     

    Non prendetevela con me, lo ha detto il grande filosofo Platone, che era, dicono, talmente intelligente da impressionare anche i padri della chiesa cristiani, i quali, mischiando le idee platoniche con quelle della religione giudaica, s’inventarono … pardon, scrissero, inspirati dalla divinità monoteista, di altri mondi dopo la morte: paradiso, inferno, purgatorio, limbo … si, lo so, il limbo l’hanno chiuso definitivamente e anche il purgatorio pare che abbia le ore contate … le solite ristrutturazioni aziendali… stile Marchionne.

     

    E si, la teologia cristiana, anche se sembra assestata tra i suoi dogmi più solidi, in realtà è in continuo divenire: Ratzinger si sveglia da sonni agitati … zac via il limbo; padre George gli fa girare le palle … zac zac si tagliano le messe di suffragio così il purgatorio va in crisi e chiude i battenti.

     –

    Comunque sia sta di fatto che, per la religione cristiana, la vita umana, non essendo infinita, non è una vera realtà; invece la vita dopo la morte, essendo infinita, quella si che è una realtà vera.

    La morte non è altro che una porta che ci introdurrebbe alla vita eterna, ergo la malattia mortale è una stanza nella quale si apre quella magnifica porta oltre la quale c’è l’infinito: «È solo attraverso questa “porta” che gli uomini e le donne di tutti i tempi e luoghi possono entrare nella vita eterna; è attraverso questa “via santa” che possono compiere l’esodo che li conduce alla “terra promessa” della vera libertà, ai “pascoli erbosi” della pace e della gioia senza fine».

    L’avete riconosciuto? Nooo, non è un mistico delirante! È il solito Ratzinger in vena di facezie mistiche che, tempo fa, durante la Giornata mondiale della preghiera per le vocazioni, parlava a nove nuovi sacerdoti dopo averli … ordinati.

    Come vedete il pensiero sulla realtà non è così semplice. Se siete credenti cristiani dovete credere che esistono realtà parallele: quella che state percorrendo adesso da vivi, e che non conta un cazzo, e quella vera importante, che si snoda tra “pascoli erbosi” magari pieni di pecorelle, dove i vostri avi vi stanno aspettando ansiosi di condividere tutta ‘sta belleza e ‘sta serenità.

     –

    Non siete credenti cristiani … è uguale: molti di voi si creano mondo virtuali, magari con il computer ‘giocano’ a Second Life e quando si alzano per andare in bagno non sanno neppure più chi sono. Ma questi sono peccati veniali, a volte basta un buon caffè, la telefonata della ragazza o dell’amante, quattro madonne, e si ritorna in carreggiata… ma … si è fatto tardi, ci si risente …

     5 maggio 2012

    Realtà parallele: tutti gli articoli

    Scrivi un commento