• Realtà parallele – Mafia, Stato, Chiesa cattolica

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    Riproponiamo gli articoli che  Salvo Carfì scrisse nell’estate del 2012 sul tema della molteplicità del reale.

     

    Mafia, Stato, Chiesa cattolica

     

    di Salvo Carfì

    Da almeno due generazioni la mia schiatta ha rotto i ponti con la Sicilia e la sicilianità … e se da una parte me ne rammarico molto, dall’altra, visto la situazione sociale in Sicilia me ne rallegro. Me ne rammarico perché la Sicilia è la culla della lingua italiana, perché è una terra bella e generosa, per gli occhi delle donne siciliane … me ne rallegro perché non potrei vivere in una società dove la maschera tragica della doppiezza  viene portata un po’ da tutti, a vari livelli, fino a nascondere l’assassinio.

     

     

    Mi direte che anche nelle altre regioni italiane la maschera dell’ipocrisia si porta molto, anche ostentatamente … come darvi torto. Però c’è una sostanziale differenza. Una differenza che negli ultimi anni si è sempre di più assottigliata ma che finora perdura, perlomeno in alcune vaste zone del paese.

    La differenza è che – in queste vaste zone del territorio italiano dove la le metastasi della criminalità organizzata non hanno ancora devastato le reti sociali –  coloro che rompono definitivamente con  le tacite leggi predisposte da potere secolare e Chiesa cattolica, e attuate silenziosamente dalla società, vengono posti silenziosamente al bando dalla comunità: questi eretici che scelgono di “essere” continuano a vivere tra il fastidio della gente timorata da dio, ma,  per la comunità dei ‘normali’, è come se fossero morti.

     

    Montaggio fotografico che rappresenta la realtà non fotografabile

     

    Esagero? Mica tanto … provate in società a levarvi la maschera e a dire, senza usare il filtro del “politicamente corretto”, cosa ne pensate veramente dei continui crimini dalla Chiesa cattolica o dei politici o di quello stronza di vostra sorella che vota per la Lega Nord o di quel fascista di vostro padre… poi vedrete che succede.

    Ma, ora penso, che vi sia un discrimine ancora più elevato che pone gli eretici fuori da qualsiasi ambiente sociale dove la maschera è una cancrena attaccata al volto che rende illeggibile la fisiognomica del volto: è il disprezzo che i “normali”  leggono nello sguardo dell’eretico per la loro realtà umana malata.

    A quel disprezzo essi non possono che, cattolicamente, opporre l’unica arma sociale che hanno a disposizione: l’invisibile pulsione di annullamento, di cui essi, per il fatto stesso che la agiscono, non ne sono coscienti.

     

    Troppo difficile? Lo so volevo fare un discorso estivo per andare in vacanza in allegria … ma le mani, da troppo tempo ormai collegate al pensiero inconscio, si muovono sui tasti del computer come una ballerina invasa dal duende.

     

    Parlavamo del discrimine tra l’annullamento inconscio dei buoni cattolici e l’assassinio dei cattolici mafiosi. Appunto la differenza sta lì: i mafiosi ti ammazzano a calci e pugni e poi ti fanno saltare in aria con il tritolo come hanno fatto con Peppino Impastato … invece i cattolici ‘non mafiosi’ ti fanno sparire con l’arma del delirio.

     

     

    Vi ricordate l’articolo precedente “Le regole di Creonte o la verità umana di Antigone?” ?

    Gira e rigira siamo tornati a quel mito. Tutti più o meno ricordano lo scontro mortale tra la ragazza di Tebe, figlia di Edipo, e Creonte il tiranno: nello scontro tra chi vuole la tumulazione di Polinice – Antigone – e chi invece lo vuole lasciare in pasto ai cani e ai corvi, prevale la  legge di Creonte.

    Antigone, condannata ad una morte crudele, viene sepolta viva in una caverna dove ella si toglie la vita impiccandosi. Ma la tragedia non finisce qui perché Emone, il figlio di Creonte, venuto a sapere della morte della ragazza di cui era innamorato, disperato si toglie anch’esso la vita. La madre del ragazzo lo segue nell’Ade suicidandosi.

     

    Il mito ci parla attraverso enigmi: Creonte uccidendo un’immagine femminile – come aveva già fatto Agamennone sacrificando la figlia Ifigenia – perde tutti gli affetti più importanti, cioè diventa anaffettivo. Anaffettivo come coloro che pulsionalmente  fanno scomparire l’altro da sé quando questi diventa uno stimolo eccessivo e quindi perturbante.

     

    Su tutto ciò che è pensiero invisibile la religione cattolica sovraintende con il suo sistema filosofico che perdona “chi, anche all’ultimo istante della propria vita, si pente dei peccati”.

     

    La religione cattolica fornisce un alibi a chi percorre una strada parallela alla sua: un alibi ai mafiosi, che come è risaputo sono molto religiosi, e a quegli uomini dello Stato che vigliaccamente si nascondono dietro norme creontiche, scritte da loro stessi, e dietro ‘segreti di stato’ che devono coprire la loro promiscuità  psicotica in orribili delitti come quello della strage di Bologna. Se non ci fosse la scissione, auspicata dalla chiesa cattolica, il fenomeno della mafia e della complicità politica con essa, sarebbe molto ridotta.

     

     

    Uomini della criminalità organizzata; uomini della classe politica, finanziaria, imprenditoriale; uomini della Chiesa cattolica … sindacalisti … li vediamo tutti i giorni sugli schermi camminare mano nella mano con i loro sorrisi d’occasione, percorrendo strade parallele talmente vicine le une alle altre che spesso i partecipanti a questo dramma si confondono invadendo la via assegnata all’altra casta … ma si … tanto è uguale… sono tutti uguali.

     

     

    Guardateli in faccia

    guardateli.

    Sono loro i ‘governanti’.

    Le nostre ‘guide’.

    I ‘tutori’ –

    eletti  – della nostra vita.

    Guardateli.

    Ripugnanti.

    Sordidi fautori

    ‘dell’ordine’, il limo

    del loro animo tinge

    di pus la sicumera,

    dei lineamenti.

     

     

    Sono

    (ben pasciuti) i nostri

    illibati Ministri…

    Guardateli, i grandi attori:

    i guitti.

    Degni

    tutti – dei loro elettori.

     

    Proteggono i Valori

    (in Borsa!) e le Istituzioni

    Ma cosa si nasconde

    dietro le invereconde maschere?

    Il Male

    che dicono di combattere?

    Togliteceli davanti.

    Per sempre

    tutti quanti.

     

    Giorgio Caproni (Show)

    3 agosto 2012

     

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