• Prostituirsi l’anima …

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    di Giulia De Baudi

     Forse Friedrich Nietzsche, buonanima, quando parlava di “eterno ritorno” aveva ragione. E si, altrimenti non si capirebbe perché ogni tanto rispunta fuori il tema della prostituzione legalizzata, regolamentata e naturalmente tassata. Naturalmente in queste cose pruriginose l’informazione mediatica ci intinge il pane e, ovviamente, offre ai lettori un piatto neutro condito di opinioni altrui: il tale ha detto questo, tizia quest’altro, caio invece ha affermato …, ecc. ecc.. Leggendo questi articoli così politically correct, così desanimati da un proprio e originale giudizio etico, sembra quasi che quando il giornalista intaschi la tessera dell’Ordine dei giornalisti consegni in cambio l’anima.

    Nei giorni scorsi, causa la presentazione di un ddl presentato al Senato un paio di settimane fa, con cui si vorrebbe reintrodurre la possibilità di esercitare legalmente la prostituzione e riscuotere tasse e contributi, la gran cassa mediatica ha iniziato la solita solfa su prostituzione legalizzata si, prostituzione legalizzata no.

    Naturalmente ci si è messa di mezzo a gamba tesa anche la Chiesa cattolica che attraverso un suo dipendente, Don Giorgio da Frosinone della chiesa Santissima Annunziata, alla messa grande della domenica mattina dal pulpito ha bacchettato la senatrice Maria Spilabotte del Pd, promotrice del disegno di legge per regolamentare la prostituzione. Pare che la mamma della senatrice, presente durante la funzione religiosa insieme al fratello e ad altri parenti sia rimasti di stucco.

    M’immagino la scena: da una lato vedo San Giorgio da Frosolone, dimentico dell’amicizia tra Gesù e la meretrice  Maddalena, che brandendo la puntuta lancia si lancia contro il diavolo, in versione Spilabotte, che vuole aprire le porte ai manipoli di prostitute che armate di preservativi tentano di fare del sagrato della chiesa frusinate un accampamento prostribolare; e dall’altro lato vedo un branco di maschi invasati da satana e ululanti  che brandendo manciate di euro cercano di difendere l’improvvisata cittadella del vizio … ma torniamo alla realtà.

    E, nella realtà c’è chi invece, rendendosi conto della risonanza mediatica offertagli dal prete frusinate, si è ind… ha fatto finta di indignarsi. Sì il ruolo, già presente nella Commedia dell’arte, dell’indignata,  lo ha fatto proprio la senatrice messa alla gogna, la quale ha dichiarato alla stampa: «Ho avuto l’onore di essere additata alla pubblica riprovazione dal pulpito della mia chiesa. Don Giorgio se l’è presa con la senatrice che “vuole riaprire le case chiuse”, che vuole “portarci le nigeriane” qui, tra noi bravi cristiani». «No – ha poi replicato lei il giorno dopo in una lettera aperta – Io vorrei solo aiutare quelle donne, anche quelle nate in Nigeria e con la pelle nera. La legge che ho proposto vorrebbe sottrarle allo sfruttamento dei trafficanti di droga e di corpi umani, difenderle dall’ingiuria dei maschi che si servono di loro in settimana e poi la domenica vanno in chiesa con l’abito buono e la moglie a fianco. La mia proposta di legge punta ad affrontare il tema della tratta, delle nuove schiavitù, dello sfruttamento sessuale e non a girare la testa dall’altra parte. Pensavo di essere in linea con la svolta di Papa Francesco, che sta segnando una nuova fase di in un cammino verso una Chiesa realmente missionaria, decisa a bandire l’ipocrisia per sostituirla con la compassione».

    Napoli, Italia - 10 maggio 2010. Prostitute lungo le strade dei comuni che costeggiano il litorale domitio. La maggior parte delle prostitute sono di nazionalit? africana o dei paesi dell'est europeo. Ph. Roberto Salomone Ag. Controluce ITALY - Prostitutes along the streets of suburbs of Naples are seen on May 10, 2010.

    Ecco, cosa è successo: la Spilabotte, pensando di aver bene interpretato la svolta francescana de el porteño che risiede in Vaticano, e non dimenticando quelle “con la pelle nera”, “abbronzate” direbbe l’ormai ex cavaliere di Arcore, è corsa ad aprire le case chiuse che la legge Merlin aveva chiuso nel folle tentativo di arginare la prostituzione in un paese di puttanieri.

    Naturalmente l’intenzionalità che ha guidato i passi della senatrice Pd è “ammirevole” perché ella vuole por fine all’ipocrisia maschilista e soprattutto alla schiavitù e allo sfruttamento delle donne obbligate a prostituirsi da criminali senza scrupoli: «Mi ferisce la miopia di un Ministro della Chiesa – ha affermato Spilabotte riferendosi a qual Giorgio da Frosolone – che ripropone il frame della Nigeriana a cui sa di offrire solo la propria pena. E oltre all’ipocrisia anche disinformazione: nessuno vuole ritornare alle case chiuse. Un’idea antiquata e illiberale che viene però rispolverata per manifestare una comoda indignazione, anche dalla Chiesa, ogni qualvolta si voglia regolamentare il fenomeno della prostituzione. Quelli sono stati luoghi di schiavitù e sfruttamento voluti dallo Stato e sostenuti dalla vecchia morale vaticana che ha sempre tollerato i bordelli purché non fossero vistosi. Il tema, era prevedibile, scatena dibattiti vivaci, ma cadute di stile da parte di persone insospettabili, nell’era della Chiesa di Papa Francesco, proprio non me l’aspettavo».

    E sì l’intenzionalità è buona  … ma si sa, di buone intenzioni è lastricata la strada che porta all’inferno. Almeno così la pensa la sua collega Silvia Costa, europarlamentare Pd, che non condivide queste idee “liberalizzanti”. In una intervista a Left (n.10-15 marzo 2014)  Costa dice chiaramente che la libera scelta di prostituirsi è una pia illusione: «Le condizioni in cui matura una scelta vanno verificate, spesso chi si prostituisce ha subìto un disvalore di sé, sotto forme di violenza o sfruttamento. La prostituzione in quanto tale, al di là che sia coercitiva o no, non può essere considerata un lavoro come un altro. E la mia non è certo una posizione isolata». Infatti  il Parlamento europeo, 26 febbraio scorso, ha approvato una risoluzione anti-prostituzione presentata dalla laburista inglese Mary Honeyball (Pse): la compravendita del sesso è «una forma di schiavitù incompatibile con la dignità umana» inoltre «svilisce il rapporto umano fino al livello di merce». Nell’articolo di Left seguono dati certi  forniti da Honeyball che sfatano il mito del “prostituirsi” è libero e bello.

    Come dicevo prima «Nonostante le buone intenzioni – prosegue nell’intervista Silvia Costa – si rischia di fornire un alibi. Ma come si può ridurre nei maschi l’atteggiamento di mercificazione delle donne se passa il principio che si può fare, l’importante è pagare le tasse? Non è un caso che siano molti gli uomini d’accordo con questo tipo di approccio, perché non prevede ciò che loro temono: la criminalizzazione del cliente».

    «Chi acquista sesso è misogino» è scritto nella risoluzione Honeyball, e io sono d’accordo e anche Silvia Costa che dice: «Il cliente va responsabilizzato con sanzioni amministrative o penali, con forme deterrenti o di prevenzione. Serve un intervento più risoluto per superare questa specie di pavidità per cui il cliente è sempre invisibile. Perché il problema della prostituzione è largamente un problema di domanda. Perciò è necessario scoraggiare e prevenirla. Legalizzare non permette di distinguere meglio lo sfruttamento dalla libera scelta. Anzi, è il contrario».

    A me questa liberalizzazione non sembra affatto una cosa bella … basta dire che fianco della prima firmataria del Pd, è Alessandra Mussolini che di prostituzione, soprattutto minorile fatta in “case chiuse” o meglio “chiusi in casa”, ne dovrebbe saper molto, visto la lunga, a quanto scritto sui quotidiani,  esperienza del marito.  Intanto,  per non farsi mancar  nulla, alcuni esponenti della Lega Nord hanno avanzato una proposta per riaprire i postriboli. Questi signori, secondo la risoluzione dell’europarlamentare Mary Honeyball, sarebbero dei misogini che alimentano una forma orribile di schiavitù.

    Come già scrisse qualche tempo Gian Carlo Zanon in questo articolo, forse, visti l’impegno delle europarlamentari Silvia Costa e Mary Honeyball il clima culturale sta lentamente cambiando. Sta cambiando l’identità delle donne e il loro modo nuovo di pensare il rapporto uomo donna. Come scrisse Zanon: «I maschi della specie, forse ingannati dalla eiaculazione che confondono per orgasmo, arrancano» .

    Ciò che manca ancora però, è uno sguardo capace di vedere al di là delle intenzionalità coscienti di uomini che odiando le donne le usano come cessi e di donne che  accettano come vittime sacrificali il proprio destino.  E non bastano parole come “responsabilizzazione” , “sanzioni amministrative o penali”, “forme deterrenti o di prevenzione” per fermare questi crimini contro l’umanità. Dico questo perché oltre a fatti efferati di schiavizzazione delle donne e dei bambini costretti con la forza muscolare a prostituirsi, esiste un sottobosco culturale che induce a pensare che tutto sommato vendere e compare un corpo altrui è normale. Ed questo sottobosco culturale che va ripulito usando parole chiare capaci di frustrare le carenze affettive presenti nella nostra società.

    Dovrebbe passare il concetto, in queste pagine più volte ribadito, che dice: chi compra un essere umano e lo usa come un cesso in cui spruzzare i propri umori, è un malato mentale grave e pericoloso.

    Tutto il resto è aria fritta.

     25 marzo 2014

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