• … la poesia … il viaggio … Nazim Hikmet … La mia donna è venuta con me fino a Brest

      0 commenti

    La mia donna è venuta con me fino a Brest
    è scesa dal treno è rimasta sul marciapiede
    si è fatta più piccola più piccola più piccola
    un seme di grano nell’azzurro infinito
    poi, eccetto i binari, non ho visto più niente.

    .

    E poi mi ha chiamato, dalla terra polacca non potevo
    rispondere
    non potevo chiederle dove sei, mia rosa, dove sei
    mi ha detto vieni ma non potevo andare da lei
    il treno correva come se non dovesse fermarsi più
    soffocavo dalla tristezza.

    .

    E poi sulla terra i pezzi di neve si scioglievano
    e a un tratto ho capito che la mia donna mi vedeva
    mi chiedeva mi pensi ancora mi pensi ancora
    mentre la primavera camminava coi nudi piedi fangosi
    sul cielo
    e le stelle scendevano a posarsi sui fili del telegrafo
    e l’oscurità batteva come pioggia sul treno
    la mia donna restava in piedi sui pali del telegrafo
    e il suo cuore batteva – tac tac – come se stesse tra le
    mie braccia
    i pali si muovevano e passavano ma lei non si muoveva
    di lì
    il treno correva come se non dovesse fermarsi mai
    soffocavo dalla tristezza.

    .

    E poi ho capito che da anni da lunghi anni stavo in quel
    treno
    ma come l’ho capito e perché mi stupisce ancora
    come cantando la grande canzone della speranza
    m’allontano dalle città, dalle donne amate
    porto la nostalgia di loro come ferita che non rimargina
    nella mia carne
    ma vado sempre, per avvicinarmi in qualche luogo a
    qualcosa.

    Scrivi un commento