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di Giulia De Baudi
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Papa Francesco lo scelse per entrare nella commissione vaticana contro i preti pedofili. A distanza di due anni, Peter Saunders lancia a Jorge Bergoglio una accusa feroce: “Durante il papato di Francesco la Chiesa cattolica non ha fatto nulla per eliminare gli abusi sui minori da parte del clero”, dichiara alla Bbc in una sferzante intervista. “E lui è parte del problema”.
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Quando ho letto la «Lettera Apostolica Motu Proprio del Santo Padre Francesco “Come una madre amorevole”» del 4 giugno scorso, (leggi qui) ho pensato: “chissà se Marco Bellocchio si è commosso anche per queste altre parole del papa. Me lo sono chiesta perché pochi giorni fa, in un’intervista, aveva avuto parole di ammirazione per quest’uomo “venuto da lontano”. «Con l’età il mio animo può essere cambiato, – ha affermato il regista piacentino – posso commuovermi davanti a certe aperture del Papa sul tema della carità e dell’abbattimento dei muri… Il sentimento vero dell’accoglienza è soprattutto nelle sue parole, e questo è apprezzabile. » (leggi qui)
Niente da eccepire, sia chiaro, ognuno compie il proprio percorso intellettuale, però … però, però, io invece ho il brutto vizio di leggere tra le righe e quando sento parlare di “madre amorevole” sento odore di bruciato.
In questo suo Motu Proprio Bergoglio usa due volte la parola “rimosso” e tre volte la parola “rimozione”. Si sa, queste due parole, “rimosso” e “rimozione” sono cardini della psicoanalisi freudiana. La “rimozione” è, secondo la bibbia viennese che ormai sfogliano solo i mentecatti, quel meccanismo psichico che, togliendoli dal pensiero cosciente, sposta in altro loco desideri, ricordi e pensieri considerati inaccettabili e intollerabili dall’Io. Il “rimosso”, nel lessico freudiano, è ciò che è stato spostato dalla coscienza e risistemato … dove non si sa. Forse in qualche camera stagna che tanto stagna non sembra essere.
Quindi le parole “rimosso” e “rimozione”, come anche indicato nel vocabolario della lingua italiana, stanno ad indicare lo spostamento spaziale di qualcosa o di qualcuno da un luogo ad un altro.
Ratzinger, per esempio, è stato rimosso dal trono di Pietro, o se volete, ufficialmente si è rimosso da solo, ed ha assunto l’incarico di “papa emerito”. I preti pedofili, tanto per fare un esempio, quando “provocavano scandalo con il loro comportamento” o se preferite quando i loro crimini non erano più occultabili, venivano “rimossi” dai vescovi dalla diocesi di appartenenza e spostati in un’altra diocesi, dove, non è neppure il caso di dirlo, continuavano a violentare i bambini. (leggi qui)
Nella Lettera del papa si legge «Come una madre amorevole la Chiesa ama tutti i suoi figli, ma cura e protegge con un affetto particolarissimo quelli più piccoli e indifesi» … infatti!!!
Belle parole che però, chissà perché invece di commuovermi mi indignano. Mi indignano perché suonano di vuoto, di falso. Suonano di falso perché, se prese sul serio, ma ne dubito, con questo Motu Proprio si verrebbe a creare in notevole imbarazzo in casa cattolica dove la madre dice una cosa e il padre ne dice un’altra: il 18 maggio 2001 Ratzinger firmava la lettera De delictis gravioribus in cui egli ribadiva e riconfermava gli ordini pastorali inseriti nel De crimen sollicitationis, approvato nel 1962 da Papa Giovanni XXIII, che stabiliva l’assoluta segretezza nelle cause di molestie, pena la scomunica, anche per la vittima che avesse denunciato il crimine subito alla giustizia civile. E qualche anno prima, in un articolo apparso il 19 gennaio 2011 sul quotidiano spagnolo El Mundo, veniva pubblicata la foto della lettera con la quale il Nunzio vaticano in Irlanda, l’arcivescovo Luciano Storero, nel 1997, ordinava ai vescovi irlandesi di non denunciare i casi di abusi sui minori commessi dai sacerdoti. Come si dice: i panni sporchi si lavano in famiglia.
Quindi, visto che, come recita il Motu Proprio del papa, nelle «“cause gravi” è compresa la negligenza dei Vescovi nell’esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili» Ratzinger, Storero e tutti o quasi tutti i vescovi “negligenti”, compreso un certo Bergoglio ex vescovo di Buenos Aires, (leggi qui) che in passato hanno coperto i crimini dei pedofilia, dovrebbero essere “rimossi” dal loro incarico e mandati in altro loco. Mi chiedo come verrebbe definito Bergoglio se dopo la rimozione andasse a far compagnia al papa emerito. Forse papa Emerito II !!!
Ma non accadrà nulla di tutto questo perché, come recitano le ultime parole del Motu Proprio “Come una madre amorevole”, queste “sante regole” entrano in «vigore il giorno 5 settembre 2016.» Visto che siamo in pieno “Giubileo della misericordia”, bisogna essere misericordiosi e allora tutte le «negligenze» considerate “cause gravi”, compiute prima di quella data vengono Motu Proprio annullate o se preferite usare il demenziale eufemismo psicanalitico, “rimosse” . Invece di essere una norma questa esternazione ufficiale del papa di fatto è un indulto perché annulla tutto ciò che è accaduto prima del 5 settembre 2016.
“Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera Apostolica data Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, e stabilisco che venga pubblicato nel commentario officiale Acta Apostolicae Sedis e promulgato sul quotidiano “L’Osservatore Romano” entrando in vigore il giorno 5 settembre 2016.
Dal Vaticano, 4 giugno 2016
FRANCESCO”
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Ma tranquilos obispos que no hay problema, potete continuare come prima, sembra suggerire il bonariense ai vescovi. Infatti il portavoce vaticano padre Federico Lombardi (leggi qui) ha subito chiarito che: a) l’ultima decisione rimane al papa: «l’approvazione specifica dipende dal Santo Padre»; b) il negligente si potrà difendere e i giudici saranno suoi colleghi; c) «non è – ha precisato Lombardi – chiamata in causa la Congregazione per la Dottrina della Fede, perché non si tratta di delitti di abuso, ma di negligenza nell’ufficio». Occultare un crimine di pedofilia permettendo così al pederasta in tonaca di reiterarlo non è quindi considerato dalla Chiesa cattolica un «delitto compiuto, ma – un mero caso – di negligenza». Lasciare libero un criminale compulsivo di commettere altri reati gravissimi è solo un atto di “trascuratezza”.
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8 giugno 2016
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21 /06/2016 : Leggi qui un articolo di Federico Tulli del 16 giugno 2016 sullo stesso argomento
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