• Ma i giudei sono perfidi o increduli? Storie di ordinaria stupidità

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    di Giulia De Baudi

     

    “ … l’epiteto “perfidi” rimase lì tra gli altri insulti a far da alibi allo sterminio di sei milioni di esseri umani che avevano la colpa di non essere, secondo la logica di Bergoglio, uguali ai cristiani.”

     

    Giorni fa, dopo aver corretto un errore trovato su un mio articolo pubblicato su una rivista on-line,  ho pensato che se sparissero i giornali cartacei e qualsiasi tipo di testo impresso su carta, non avremmo più una documentazione certificata. Sappiamo ad esempio che ogni volta che vengono stampati il Nuovo e il Vecchio testamento questi vengono “addomesticati” [1] e edulcorati per renderli più congrui al messaggio che i redattori di volta in volta vogliono comunicare al proprio target. Di fatto, ovviamente, le ristampe pubblicate per i seguaci di Geova non sono uguali a quelle distribuite dalla Chiesa cattolica, così come non lo sono le bibbie protestanti. Un virgola qui, un punto là, un po’ meno morti sotto le mitiche quanto inesistenti mura di Gerico, ecc. ecc., tutto si fa per renderli meno indigeribili per i credenti e per non impressionare i bambini già provati dai videogames.

    Questo accadeva già con Lutero che sulla bibbia fece un’opera redazionale tale da rendere irriconoscibile quella che veniva giustamente chiamata “Vulgata”. Queste modifiche, che seguono unicamente la logica del marketing, finché verranno stampate sulla carta, entreranno nella categoria delle “fonti” documentabili. Vale a dire che si potrà avere visione dei sacri libri del cristianesimo in progress.

     

    Quando però questi testi subiranno il destino della lettura digitale, potranno essere modificati all’infinito senza lasciare traccia. Questo non vale solo per le leggende giudaico-cristiane ma anche per la storia che potrà essere strapazzata all’infinito senza che qualcuno possa verificare eventuali modifiche fatte ad hoc per ragioni recondite.

     

    antigiudaismo

     

    Ma queste sono le mie solite cupe idee fantascientifiche sgranocchiate da film come Rollerball di Norman Jewison et similia e proiettate in un vicino futuro. Per ora possiamo stare abbastanza tranquilli. Ad esempio, confrontando fonti cartacee certificate, possiamo esser certi che la preghiera conosciuta come Oremus et pro perfidis Judaeis, nel corso degli ultimi decenni ha subito molte mutazioni.

    Qualche giorno fa lo storico Sergio Luzzato, autore di Partigia, Una storia della resistenza, in cui egli parla abbondantemente del «segreto brutto» di Primo Levi, ha scritto sul Sole24Ore di questo “caso teologico”. Devo dire che ho provato per l’articolo di Luzzato lo stesso interesse e la stessa ripulsa organica avvertita leggendo Partigia. Interesse per la qualità della documentazione e per la ricerca capillare che egli fa per scrivere queste “microstorie”. Ripulsa, che conferma l’impressione sentita leggendo il suo libro,. Il libro “non suonava”, l’articolo “non suona”!!! Non suona per come Luzzato ha impostato la sua interpretazione, per alcune ingannevoli incongruenze, per la sua visione acritica nei confronti della Chiesa cattolica, e per le sue conclusioni cristiano-centriche seguendo le quali egli annulla completamente il punto di vista dei “perfidi giudei”.

     

    Il mercante di Venezia 4

     

    Il titolo dell’articolo si mostrava accattivante: “La radice dell’antisemitismo- Per secoli il venerdì santo si pregava per i «perfidi» ebrei. La parola indicava gli infedeli, ma fece comodo l’ambiguità” , ma in verità conteneva già un pericoloso germe. Se è vero che l’etimo della parola  “perfido”, (latino perfidus)  definisce chi “manca di fede”, “chi si ostina a non volere cedere alla verità”, (la verità dei cristiani evidentemente) e quindi, estensivamente, chi è “infedele”, e ancor più vero che i cristiani, allora come ora, vedono in questa “mancanza di fede” lo stigma della diseguaglianza: nell’Udienza generale dell’8 gennaio, Bergoglio fedele alla religione cristiana che ha nel battesimo cristiano un suo fondamento, Ha affermato «Non è una formalità! È un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. (…)». Quindi, per l’ex vescovo porteño, un bambino ebreo non è uguale ad un bambino cristiano, e se non si redimerà rimarrà un individuo “perfido” perché manca della fede “bergogliosa”.

     

    Bambini

     

    La preghiera Oremus et pro perfidis Judaeis del venerdì santo venne ripristinata da Ratzinger nel 2007 quando, tolta la scomunica ai quattro vescovi lefebriani, tra i quali spiccava Richard Nelson Williamson, famoso negazionista della shoah, fu reintrodotto il Messale tridentino.

    Ma di questo Luzzato ci informa a modo suo tutto preso com’è nella sua pur giusta escursione storica sul caso di Erik Peterson «un oscuro professore di teologia» che nell’agosto del 1935 scoprì come «l’aggettivo latino perfidus fosse stato erroneamente interpretato, per secoli e secoli, nell’accezione di “perfido”, mentre avrebbe dovuto essere tradotto nell’accezione di “infedele”.» Naturalmente dopo questo lampo di genio che però, se ne accorge anche Luzzato, non risparmiò la «distruzione degli ebrei d’Europa», tutta la malevolenza contenuta nell’epiteto “perfidi”  venne edulcorata con l’eufemismo “increduli”.
 Ma l’epiteto “perfidi” rimase lì tra gli altri insulti a far da alibi allo sterminio di sei milioni di esseri umani che avevano la colpa di non essere, secondo la logica di Bergoglio, uguali ai cristiani.

     

    Luzzato scrive, senza un’ombra critica, che l’apporto di questa scoperta finirà per pesare significativamente nella storia della liturgia del Venerdì Santo: «Il seme gettato da Erik Peterson a partire dalle sue ricerche nella biblioteca benedettina di Beuron fu raccolto dalla Chiesa soltanto dopo la tragedia della Shoah. Nel 1948, un vecchio amico di Peterson che riusciva ascoltato nei Palazzi Apostolici – Jacques Maritain, ambasciatore francese presso la Santa Sede – trasmise il saggio pubblicato dal teologo tedesco nel 1936 al sostituto alla Segreteria di Stato, Giovanni Battista Montini, richiamando la sua attenzione sul “vero senso della parola perfidus nella liturgia”. E fu anche così che nel corso stesso del ’48 Pio XII (ovvero dopo la carneficina di cui Pacelli “non si accorse” N.d.R.) si risolse ad accogliere una delibera della Congregazione dei Riti secondo cui “non si disapprovava” la traduzione di perfidus come “infedele”.» Che magnanimità!!! Che eroe!!! Che santo!!!!

     

    Pio-XII-scrive

     

    Ed è questa mistificazione che fa nascere in me una ripulsa: ma per la miseria caro Luzzato ma lo vuoi dire chiaramente che Eugenio Pacelli, che in quegli anni era Nunzio apostolico in Germania e firmò il Reichkonkordat  tra Vaticano e la Germania di Hitler, non poteva non sapere di queste ricerche che francamente mi sembrano di lana caprina, e che non tolse la parola “perfidi” dalla preghiera e che nonostante tutte le edulcorazioni inserite dai vari papi che si sono succeduti, a cominciare da Roncalli, anche così com’è quelle frasi sono un’offesa per tutto un popolo al quale viene chiesto ancora di abiurare in massa alla loro identità per aderire alle scemenze cristiane. E poi mio caro Luzzato cosa significa « senza più traccia di accuse esplicite contro i “perfidi giudei.”?»

    È una frase senza senso: un’accusa, anche se non è esplicita è comunque una traccia, o no?

    E tracce infami ce ne sono anche nell’ultima versione e nell’ultima “traduzione” che è questa:

    «Preghiamo per gli Ebrei: il Signore Dio Nostro che un tempo parlò ai loro padri, li aiuti a progredire sempre nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza.
    Preghiera in silenzio, quindi il sacerdote:
    Dio onnipotente ed eterno che hai fatto le tue promesse ad Abramo e alla sua discendenza, ascolta benigno la preghiera della tua Chiesa, perché quello che un tempo fu il tuo popolo eletto possa giungere alla pienezza della redenzione».

     

    Basta saper leggere per capire che chi recita questa litania dice al popolo di Israele che: il dio (che è solo cristiano) “nostro”, e che un tempo (ma non ora) parlò ai vostri padri, aiuti gli esseri umani di fede ebraica nell’amore del suo nome e nella fedeltà alla sua alleanza, che, (dato che il dio è quello nostro, è a lui che dovete fedeltà e non al vostro). Chi prega dice : voi ebrei un tempo foste il popolo eletto (ma non più) e se volete la nuova alleanza vi dovete redimere, cioè convertirvi al cristianesimo.

    Luzzato, a mio giudizio, contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dal titolo, non scrive l’articolo per criticare la Chiesa cattolica, complice, mandante e istigatrice di tutto ciò che è accaduto agli ebrei nel primo e nel secondo millennio d. C., egli scrive l’articolo per dire, ma quanto siamo stati bravi a noi a capire che gli ebrei non sono “perfidi” ma solo “infedeli”. Se questo non è cristiano-centrismo …

     

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    Ecco cosa disse in un’intervista al Corriere della sera del 10 luglio 2007, il rabbino capo emerito di Milano nonché presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, Giuseppe Laras, a proposito della reintroduzione motu prorio di Ratzinger della preghiera inserita nel rito della Messa tridentina Oremus et pro perfidis Judaeis,

     

    «Ci ho creduto e ci credo ancora, al dialogo. Ci mancherebbe. Però questo è un colpo forte, si torna indietro. Molto indietro. Il motu proprio del Papa, la piena cittadinanza al Messale con la preghiera per la “conversione” dei giudei suona assai pericolosa. Anche se è facoltativa, può alimentare e incoraggiare l’antisemitismo: se li si vuole fare uscire dall'” accecamento”, come dice il testo, significa che gli ebrei sono fuori dalla luce. E da lì alla storia dei deicidi il passo è breve. (…) Non spetta a noi approvare o criticare i documenti papali, ma credo sia consentito fare delle riflessioni. (…) Così si torna molto indietro è solo un artificio dei cattolici per attirare gli ebrei e convertirli. E ora arriva questo documento! Tanti sforzi, tanti anni a convincere le due parti ad avvicinarsi e adesso non si può più fare niente…».

     

    E alla domanda del giornalista che obiettava «ma non è ovvio che ogni religione cerchi di affermare la propria verità? Non sarebbe ipocrita fingere il contrario?» Laras rispose  «Ma per carità, con questa linea conversionistica non si va da nessuna parte. Anzi, da una parte sì, specie di questi tempi: il fondamentalismo, le guerre di religione. (…) L’atteggiamento di chi pensa che le fedi siano tutte uguali è un’altra faccenda. È chiaro che io affermi i miei convincimenti. Ma non posso usarli per cercare di imporre agli altri la mia fede. Per dire: sono un detentore della verità e voi non contate niente, siete nelle tenebre, vi faremo abbracciare la vera fede! Piuttosto, con molta diplomazia e dolcezza, cerco di mostrare agli altri la bellezza della mia fede. Ma gli inviti alla conversione, per carità … Senza contare che gli ebrei, sull’argomento, sono ipersensibili: e ne hanno ben donde…».

     

    Anche il rabbino di Venezia Richetti si risentì  per la  “sensibilità” di Ratzinger  e affermò «Se io ritengo, sia pure in chiave escatologica, che il mio vicino debba diventare come me per essere degno di salvezza, non rispetto la sua identità. Non si tratta, quindi, di ipersensibilità: si tratta del più banale senso del rispetto dovuto all’altro come creatura di Dio. (…) Se a ciò aggiungiamo le più recenti prese di posizione del Papa in merito al dialogo, definito inutile perché in ogni caso va testimoniata la superiorità della fede cristiana, è evidente che stiamo andando verso la cancellazione degli ultimi cinquant’anni di storia della Chiesa».

     

    Quindi caro Luzzato non si tratta di “ipersensibilità” si tratta di integrità intellettuale. Mi devi scusare ma una “perfidiosa”, che significa ostinata, ed io mi ostino a voler credere alla verità sull’uguaglianza di tutti gli esseri umani. “Perfidioso”, non conoscevo questo aggettivo, l’ho trovato oggi nel vocabolario … stava accanto a “perfido” … e mi è piaciuto assai.

     

    28 maggio 2014

     


    [1] Karlheinz Deschner : Storia criminale del Cristianesimo – Edizione Il Viandante –  I Tomo – L’età arcaicaOttobre 2000 – Pag. 83

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