• La Santa Chiesa cattolica contro i “perfidi giudei”

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    «Preghiamo anche per i perfidi Giudei, affinché il Signore e Dio nostro tolga il velo dai loro cuori in modo che essi riconoscano il Signore nostro Gesù Cristo. Onnipotente ed eterno Dio, che persino la perfidia giudaica non ti repella, esaudisci le nostre preghiere, che ti presentiamo per l’accecamento di quel popolo, affinché venga riconosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, a costoro che vagano nelle loro tenebre».

     

    Questa è l’orazione Oremus et pro perfidis Judaeis  eliminata dalla preghiera del venerdì santo dal Concilio Vaticano II e ripristinata celermente poco dopo l’inizio del pontificato dal pastore tedesco Joeph Ratzinger. È probabile che il teutone, ex Führer dell’ex Santa Inquisizione nonché ex appartenente fino alla tenera età di diciotto anni della Hitler-jugend, cioè fino alla capitolazione della Germania nazista, non vedesse l’ora di ribadire il suo immenso amore per il popolo ebreo … infatti.

    Ma il papa tedesco non è il solo ad amare visceralmente i tedeschi. Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli, tanto timorato di dio da meritarsi la santità, diede prova del suo amore per quel popolo.

    Non si capisce perché i “perfidi giudei” si siano opposti alla santificazione di quell’uomo che quando stava in Germania come Legato pontificio fece  di tutto per spingere i cattolici a votare per Hitler, cosa che fecero molto volentieri, per poi nel 1933 firmare il Reichskonkordat  con il Terzo Reich nazista. Questo naturalmente gli valse nel ’39 la nomina alla massima carica gerarchica dello Stato vaticano: Do ut des.

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     Reichskonkordat  della Chiesa cattolica con il Terzo Reich nazista

    Pochi giorni fa, il 20 gennaio 2013 per l’esattezza, sul Corriere La Lettura è apparso un articolo, molto discreto Critiche al Silenzio di Pio XII.

    Vi risparmio i dettagli superbamente negazionisti vergati dal solito lacchè ecclesiastico di cui non ricordo il nome, che col solito gioco delle tre carte cerca di confondere l’aiuto dato da alcuni sacerdoti agli ebrei, con l’aiuto dato dalla Chiesa cattolica,  sin dalla campagna elettorale del ’33,  al partito nazionalsocialista di Hitler.

    Insomma le solite falsità condite con mezze verità per farle apparire vere. Tant’è che mentre a don Alessandro Di Pietro, che salvò venti ragazzi ebrei e una dozzina di antifascisti italiani adulti, è stato conferito, il 30 gennaio del 2002, il titolo di “Giusto fra i popoli” al Pacelli gli sono state chiuse le porte in faccia. E mi pare il minimo. Mi pare il minimo perché tutto si può dire di quella istituzione chiamata  Chiesa cattolica ma certamente non si può dire che sia mai stata in silenzio in quegli anni. Ha parlato, eccome se ha parlato, ma contro gli ebrei.

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    Fondamenti del Nazionalsocialismo (leggasi Nazismo), istruttiva lezione tenuta da un vescovo

    La storia criminale della Chiesa cattolica non finisce quando i bersaglieri piemontesi, dopo essere entrati dalla breccia di Porta Pia, tolsero i sigilli dai cancelli del Ghetto ebraico di Roma, in cui da più di trecento vivevano confinati i “perfidi giudei”. Come accennato la Chiesa cattolica, che è sempre stata dalla parte dei potenti,  ha aiutato sia l’ascesa al potere di Mussolini, lo sottolinea anche Gramsci, sia il trionfo elettorale di Hitler. E chi afferma il contrario o è un bugiardo in mala fede o un credente … naturalmente in buona fede, se no che credente sarebbe. Se i credenti credono alla Madonna vergine assunta in cielo perché non dovrebbero credere alle parole del rappresentante del dio cristiano in terra anche se questi vergava documenti per nascondere i crimini di pedofilia degli ecclesiastici? La logica è logica.

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    Potrei continuare a scrivere all’infinito ma ci sarà sempre un credente, o un nazista ,o un credente nazista, che negherà l’evidenza dei documenti, la certezza degli accadimenti storici, persino la realtà anastatica delle fotografie. D’altronde l’ideologia cristiana si basa sul primato del logos che la realtà la crea:

    En archè en o lògos  kài o lògos en pros ton theòn, kài theòs en o lògos

    In principio era (il logos) il verbo, e il verbo era presso dio e dio era il verbo

    Come sappiamo le credenze culturali spingono la mente a non distinguere tra un pensiero che si lega alla realtà percepibile della coscienza, e gli  assunti astratti che non nascono dal rapporto con il reale.

    Da queste astrazioni ideologiche sgorga un pensiero che si arrotola su se stesso, come fanno i maiali nel proprio sterco; con questa modalità pulsionale – che fa di ciò che è, ciò che non è, e di ciò che non è, ciò che è, si concretizza un “pensiero” che non si rapporta alla realtà cercando di decriptarla ma attinge direttamente al difetto di pensiero precedente amplificandone l’errore; un pensiero che assume come dato di realtà il pensiero delirante, che precedendolo lo genera, producendo nuovi mostri della ragione, e un pensiero delirante.

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    Come dicevo senza dubbio vi sono stati dei singoli individui appartenenti alla Chiesa cattolica che hanno aiutato ebrei, partigiani, comunisti, dai nazifascisti, ma l’istituzione ecclesiastica è stata, fino che gli ha fatto comodo, alleata fedele sia del governo hitleriano che di Mussolini. Ci sono documenti come questo che lo confermano:

    «All’illustre Herr Adolf Hitler, Führer e Cancelliere del Reich tedesco. All’inizio del nostro pontificato desideriamo assicurarle che continueremo a impegnarci per il benessere spirituale del popolo tedesco, che confida nella sua guida. (…) Ora che le responsabilità della Nostra funzione pastorale hanno accresciuto le Nostre opportunità, preghiamo più ardentemente per il raggiungimento di questo obiettivo. Che la prosperità del popolo tedesco e il suo progresso in tutti i campi, con l’aiuto di Dio, possano compiersi!».

    Questa lettera del 1939, che manifesta molto chiaramente la considerazione di Pio XII per il regime nazista, fu pubblicata per la prima volta da John Cornwell in Hitler’s Pope. The secret history of Pius XII (Penguin Books, 1999). Pacelli che non mancò mai di spedire i personali auguri al Führer per i suoi compleanni. Inoltre, per festeggiare i cinquant’anni di Hitler, organizzò un grande ricevimento in Vaticano.

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    Il lavoro che Marco Ansaldo ha proposto nel suo libro Il falsario italiano di Schindler, – a mio avviso troppo indulgente verso le chiese cristiane che estensivamente avvallarono con i loro concordati con Hitler e Mussolini lo sterminio di milioni di persone – narra di questa liaison, che d’altronde è sempre esistita, tra il Vaticano e il potere nazifascista.

    Il dodicesimo capitolo, dal titolo eloquente, “Vie di fuga” , è dedicato alla copertura che la Chiesa cattolica, e non come scrive l’autore “sacerdoti compiacenti con il regime di Hitler”, diede ai criminali nazifascisti in fuga dai processi che li attendevano. Gli uomini dello Stato Vaticano si dedicarono anima e corpo all’occultamento dei criminali, e in seguito alla loro fuga all’estero.

    Una notizia, presente nel libro di ansaldo, che ci lascia sgomenti e traccia un solco tra il delirio religioso degli uomini della Chiesa cattolica e la sanità mentale, è la storia del “Ribattezzo”: pratica considerata illegale dalla Chiesa. Se questo dato storico non fosse inscritto nel crimine di complicità con dei feroci assassini sarebbe ridicolo: i criminali nazifascisti, che per non essere individuati venivano dotati di documenti che davano loro un nuovo nome, venivano prima ribattezzati dai sacerdoti cattolici. In questo modo per i sacerdoti si rendeva congrua l’esistenza di una nuova identità. Le prove di questa ennesima paranoia religiosa, che crede di dare una nascita innocente ad un assassino gettandogli dell’acqua salata in testa, sono state trovate in molte parrocchie dell’Alto Adige, zona strategicamente privilegiata dai criminali tedeschi in fuga.

    A questo punto il discorso che Ratzinger  fece ad Auschwitz durante la sua visita in Polonia il 28 maggio 2006. È decisamente ridicolo:

    «Quante domande ci si impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male? (…)».

    Caro ex giovane a aderente alla Hitler-jugend, che, come scrive Ansaldo nel capitolo “Il massacro finale: le marce della morte”, era solita massacrare a morte gli ebrei che attraversano le città tedesche, sai dov’era il tuo dio in quei giorni? Te lo dico io! Stava come al solito solo nelle menti dei credenti: era quel pensiero delirante che diceva che gli ebrei andavano ammazzati in quanto colpevoli di aver ucciso suo figlio Gesù. Andavano ammazzati perché non corrispondevano alla fisonomia della “razza” eletta “ariana” unica detentrice del vero codice genetico che fa appartenere un essere al genere umano. Andavano ammazzati perché, nonostante le preghiere che i cristiani facevano al venerdì santo per convincere i perfidis Judaeis  a pentirsi, essi continuavano a vagare “nelle loro tenebre”.

    A proposito: c’eri anche tu a dare una mano ai giovani hitleriani quando questi ammazzavano in mezzo alle vie del Terzo Reich gli ebrei come fossero cani rognosi? E, visto che tu sei il referente del dio cristiano, glielo hai detto al tuo boss  che hai ripristinato quella preghiera delirante contro il popolo ebraico? O lo stai tenendo all’oscuro di tutto come  fece il tuo collega Pacelli  “in quei giorni” quando questa divinità distratta, impiantata nella mente di milioni di menti cristiane, incitava all’eliminazione della “razza” dei perfidi giudei.

    di Riccardo Reisso

     23 gennaio 2013

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