• Luca Traini è il primo mass shooter italiano… e gli appartenenti a questa categoria generalmente sono mentecatti sociopatici

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    di Gian Carlo Zanon

     

    Leggo sulla FB di Left (leggi qui) che «durante la trasmissione Rai In mezz’ora, Lucia Annunziata e Pietro Grasso, leader di LeU hanno affermato che quello compiuto da Luca Traini di Macerata è il primo attentato del genere in Italia.»

    Chi ha pubblicato il post con la mappa geografica e cronologica dettagliata degli ultimi quattro anni di  aggressioni fasciste, (la mappa è a cura di Info Antifa vedi qui)  non è d’accordo con le affermazioni di Grasso e Annunziata: «E la Strage di Firenze del 2011? Solo per dirne una. E gli altri tentativi di omicidio? I raid, le spedizioni punitive, i massacri a furia di botte? Se un fascista uccide un cittadino bangladese a mani nude, come è accaduto a Roma, non conta?»

    Tutto vero… ma quanto è accaduto a Macerata, per quanto mi risulta, è un unicum in Italia sia per il profilo dell’esecutore dei tentati omicidi,  sia per la forma da lui adottata, sia per l’intenzionalità dello sparatore Luca Traini.

    Penso che questo evento delittuoso possa essere inquadrato nella categoria di quel fenomeno chiamato Mass Shooting (i massacri di massa con armi da fuoco “stile americano”).

    Un atto quindi assimilabile a quello di Anders Behring Breivik, (e a quello di molti altri denominati dai media in vario modo: mass murderer, omicidi di massa, mass shoters, lupi solitari islamici, ecc. ecc.)  l’uomo che nell’isola di Utoya, a pochi chilometri da Oslo, uccise a sangue freddo 74 persone e ne ferì altre duecento.

     

    Tra il Traini e gli altri pluriomicidi malati di mente, c’è solo una “differenza quantitativa”: questo sia per la differenza di armamento, sia per il numero dei feriti, sia per l’assenza fortunosa di vittime, sia per la forma in cui si configura il suo delirio, ecc. ecc., ma nella sostanza, nei contenuti psicotici tutto il resto è identico: C’è lo stesso delirio di onnipotenza di Breivik che si autodefinì «Un eroe, salvatore del nostro popolo e della Cristianità europea, un distruttore del male e un portatore di luce».;  di Mohamed Lahouaiej Bouhlel il lupo solitario di Promenade des Anglais di Nizza; dell’altro “terrorista islamico” Muhammad Riyad, il 17enne che in Baviera ferì con un ascia e un coltello cinque passeggeri; e dei molti altri psicotici che danno forma alla loro malattia mentale attraverso atti tragici.

     

    Tutte questi individui sono gravi malati di mente. Lo dice la loro storia familiare, la loro asocialità, la loro ossessione contro un nemico che non conoscono personalmente ma verso il quale incanalano il loro odio: occidente peccaminoso o islam invasore, non fa differenza  perché a loro serve solo un bersaglio. Un bersaglio però reso congruo da una parte della cultura, usato dalla politica, e strumentalizzato da forze reazionarie criminali. Non dimentichiamo che questo atto è già stato legittimato anni fa da Mauro Borghezio della Lega Nord il quale, durante la trasmissione La Zanzara , su Radio 24, dichiarò che alcune delle posizioni espresse dal killer di Oslo erano “sicuramente condivisibili” come quella di “sostenere una necessità” di una “crociata”: «In Europa un 100 milioni di persone la pensano così –  disse Borghezio, ma non solo – Molte idee di Anders Behring Breivik sono buone, alcune ottime. È stato strumentalizzato. È per colpa dell’invasione degli immigrati se poi sono sfociate nella violenza».

    Infatti se andate sui social molti tendono a scusare l’atto del Traini, “la causa della sparatoria non è da attribuire al mentecatto che ha sparato, no, è da attribuire al presunto assassino della ragazza tagliata a pezzi”.  Dicono, “quindi lo ha fatto per vendicare l’orrendo omicidio di Pamela Mastropietro, 18 anni”.

    Per l’omicidio e/o per aver compiuto lo scempio del corpo, è stato arrestato e accusato Innocent Oseghale, un ventinovenne nigeriano.

    Ma il Traini non ha sparato contro quell’uomo. Il Traini ha sparato contro delle persone innocenti scelte a caso che però avevano una affinità con il presunto assassino: avevano la pelle scura. Forse non esattamente della stesso grado di sfumatura cromatica di Innocent Oseghale, ma abbastanza per rientrare nella percezione delirante di un mentecatto divenuto già eroe di altri mentecatti aspiranti al linciaggio degli “africani”.*

    Poco si sa di preciso del profilo familiare, sociale e psicologico del Traini. Pare, così scrivono i giornali, che Traini fosse «andato in cura da uno psichiatra, che a quanto diceva lo aveva giudicato “border line”». «Lui – dice Clerico, titolare della palestra Robbys in cui il mentecatto si allenava –  quasi era orgoglioso di questa definizione, a dimostrazione di quanto fosse ignorante e scemo. Aveva una situazione familiare disastrosa: il padre se n’era andato quando era piccolo e la madre, anche lei con grossi problemi, lo aveva cacciato più di recente. Luca viveva con la nonna. Ho provato tante volte ad aiutarlo, a riportarlo sulla retta via. Ha fatto dei lavoretti, ma duravano sempre poco — dice Clerico — . Di solito come manovale, ma anche come buttafuori. (il buttafuori è il uno dei primi lavori di Jorge Mario Bergoglio in arte Francesco primero… così peddire) Ultimamente aveva perso un altro lavoro. (…) L’avevamo cacciato dalla palestra a ottobre, non l’ho più rivisto».

    Leggo su un altro giornale che l’avvocato Giancarlo Giulianelli che assiste Luca Traini, ha già annunciato che molto probabilmente chiederà una perizia psichiatrica.

     «Il gesto – secondo l’avvocato Giulianelli – si pone al di là di qualsiasi logica: la morte di Pamela ha creato un blackout totale nella sua mente. Un blackout che potrebbe configurare l’incapacità di intendere e di volere al momento del gesto stesso». Quindi se la perizia convalidasse questa tesi dell’avvocato, per il tentativo di strage del Traini dovrebbe essere condannato l’assassino di Pamela Mastropietro!

     

    L’avvocato Giulianelli, scrivono i giornali, ha affermato che il Traini ha alle spalle un «vissuto di sofferenza»: separazione tormentata dei genitori, una storia finita male con una ragazza. Al legale, Traini avrebbe anche detto di non essere in cura da alcun psichiatra e che sarebbe stata una sua amica psicologa a diagnosticargli una personalità bipolare. Sembra assurdo ma sarebbe la cosa meno assurda di questa vicenda che vede un mentecatto divenire eroe di altri mentecatti e venire strumentalizzato a fini politici e mediatici

     

    5 febbraio 2018

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    A riprova di quanto scritto, poche ore dopo aver pubblicato questo articolo Questo lo striscione comparso ieri sera a Roma, sopra una scritta inquietante: “Onore a Luca Traini”; è accaduto ieri sera a Roma, a Ponte Milvio. La scritta testimonia come, malgrado il gesto di un mentecatto, sono molti i mentecatti italioti.

    Intanto il partito di estrema destra Forza Nuova ha annunciato di voler pagare le spese legali al Traini.
    L’Anpi – che ha condiviso la foto dello striscione su Twitter – ha definito l’accaduto “un atto vergognoso”.

     

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