• La malattia invisibile – Taxi driver, ovvero l’intenzionalità inconscia di Luigi Preiti

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    Luigi Preiti bloccato a terra dopo il ferimento degli agenti

    sembra ridere ebefrenicamente

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    di Giulia De Baudi

     

    Tutti i media si sono affrettati a smentire le voci di una possibile malattia mentale come possibile movente del violento gesto di Luigi Preiti che ha ridotto in fin di vita un carabiniere e ne ha ferito un secondo. Io però ho visto Taxi driver di Martin Scorzese.

     

    Racconto sommariamente: New York – Trevis, un ex marine, sceglie di fare  il taxista notturno, “perché non riesce a dormire”. Dopo essere stato scaricato da una donna che si rende conto che in lui c’è qualcosa che non funziona – la porta a vedere un film porno – si arma fino ai denti e decide di uccidere un politico in corsa per la Casa Bianca. In quel politico, conosciuto casualmente in taxi, egli “vede”, il colpevole di tutto ciò che sta accadendo intorno a lui: Trevis cerca di rendere congruo il proprio difetto di pensiero attraverso una classica “percezione delirante”: il suo bersaglio è si Mister Caio, ma dentro di lui si nasconde il “male”; quindi egli è il colpevole del proprio malessere che si potrà placare solo eliminandone le cause. Il giorno dell’attentato l’aspirante killer viene immediatamente intercettato dal servizio d’ordine; riesce a fuggire, va in un luogo sordido, dove sa che c’è una minorenne che si prostituisce, e fa una strage: uccide tutti coloro che usano la minorenne e coloro che la sfruttano. Il suo gesto, a questo punto, rientra nella congruità sociale:  l’ex marine, in evidente stato di psicosi, ben occultata nei rapporti sociali, che aveva l’intenzione di uccidere un politico famoso perché era da lui percepito come causa dei mali del mondo, diviene un eroe metropolitano, perché ha ucciso per liberare una ragazzina dai propri violentatori… ma l’intenzionalità inconscia che aveva creato un capro espiatorio non era certamente quella di un eroe.

     

    La storia di Luigi Preiti è troppo simile: quattro anni fa compra una pistola con la matricola abrasa. Poi perde il lavoro – sarebbe interessante capire le motivazioni -. Pur senza una lira si mette a giocare d’azzardo in modo coattivo. Viene scaricato dalla moglie – sarebbe interessante conoscerne i  motivi -.

    A questo punto il Preiti, data quella che io definisco una “cartella clinica” abbastanza precisa, cerca la causa dei propri fallimenti. Nel suo delirio, qualcuno lo ha ridotto così. Si tratta solo di trovare un bersaglio. E deve essere un bersaglio socialmente congruo e magari, anche se non palesemente, condiviso. Quale capro espiatorio, per essere mondato dai propri mali, più valido di un appartenente alla classe politica tanto, io dico giustamente, disprezzata  da una grandissima fetta della popolazione. Preiti è più “furbo” di Anders Behring Breivik. Il killer norvegese autore della stragi di Oslo. Breivik ha dalla sua parte, lui lo sa, una sparuta minoranza di xenofobi anti islamici. L’idea delirante di Luigi Preiti invece, secondo l’ISTAT, viene condivisa da almano il 30-40% del paese. Ovviamente che il passaggio dall’idea delirante all’atto è un’altra cosa.

     

    Questo è il suo delirio. Ricordiamo che i deliri si legano sempre a dati oggettivi; cioè non creano un pensiero malato dal nulla, ma cambiano il senso degli oggetti e degli accadimenti. Il difetto di pensiero del Preiti potrebbe essere più o meno “Io sono un eroe, l’angelo vendicatore. Colui che assume il pensiero del popolo e lo porta alle estreme conseguenze”.

     

    Anche la frase detta ai poliziotti è quantomeno strana, e non da persona sana di mente: “Volevo ammazzare un politico. Volevo fare un gesto eclatante in un giorno importante”. Certo per capire meglio ci vorrebbe uno psichiatra, uno di quelli veri, non uno di quei tipi che vanno in giro a dire (è successo vedi qui) che un gesto del genere è uno modo dei tanti di essere al mondo. Ma oggi non l’ho trovato e mi premeva scrivere qualcosa fuori dal coro dell’Accademia Mediatica dei Cecati dal Pensiero Unico: l’AMCPU.

     

    Ma forse non serve uno psichiatra per orizzontarsi un po’ su questo fatto di cronaca. Basta un po’ di buon senso: una persona che non ha intenzionalità malate non acquista illegalmente una pistola con la matricola abrasa; un individuo con un sano rapporto con la realtà non va a giocare coattivamente alle slot machine buona parte o tutto il proprio denaro, pensando di raddoppiarlo miracolosamente. Una persona sana di mente non ferisce mortalmente un povero cristo che lo vuole fermare.

    E soprattutto: quando qualcuno compie un atto senza un vero movente non è mai sano di mente.  Inoltre se il Preiti avesse avuto quel pensiero lucido che gli viene attribuito, avrebbe atteso all’uscita, come fanno i giornalisti e gli esibizionisti, la prima, sfortunata, personalità politica.  

     

    Sono convinta che il vero bersaglio di Luigi Preiti fossero coloro che, nella sua mente sconvolta, considerava la causa prima del proprio malessere e del proprio fallimento esistenziale. La moglie e la cerchia parentale. Ma lui, sempre nella sua paranoia, ha voluto rendere socialmente e simbolicamente “congruo” il suo atto violento.

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    Grillino apologia di reato

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    Infatti basta leggere questo messaggio delirante postato da un vero o pseudo appartenente al M5s, che in 18 minuti ha avuto 96 “mi piace”, per rendersi conto della verità di quanto ho fin qui affermato. Voglio dire che l’autore semianalfabeta, del post facebook, e almeno altre 96 persone pensano che Luigi Preiti sia “uno dei milioni di italiani ke è stanco ed è sbroccato” e che “doveva far fuoco ai politici e non hai carabinieri”. Un altro fesso che, imboccato dalla cultura tradizionale e dai media, crede che milioni di italiani abbiano una bestia omicida, all’interno del proprio Io. Un mostro che potrebbe “sbroccare” da un momento all’altro. Ma la verità vera è un’altra: solo una persona malata di mente può sparare senza movente su degli innocenti.

    29 aprile 2013

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    • Interessante … molto interessante

      Bruna G

    • non credo che la questione nodale di quanto è accaduto a Montecitorio sia se il Preiti sia sano o insano di mente

    • ….beh anche io ho sbroccato!
      Non ho ammazzato mia moglie che mi ha “cacciato di casa” in un impeto di rabbia…. così!
      Ho cinquant’anni e non sò quale sarà il mio futuro…. così!
      Mi presento… così di solito…. : “Cinquantenne napoletano, separato, disoccupato, protestato equitalia e quant’altro!
      Cerco un posto dove stare, perchè la mia famiglia d’origine dove ho riparato è la famiglia che mi ha fatto ammalare (mi stà un pò stretta…. la mia famiglia d’origine, ma mi adeguo)!?
      “Tu sei malato…. tornatene dalla tua famiglia malata…. ” così!
      Mi manca mia figlia che questa notte ho sognato…. aveva una piccola ferita al petto, ma non mi sembrava una ferita grave e lo deducevo dall’alone rosso tenue del sangue che non era copioso (::::ho avuto problemi con lo svezzamento!? …e chi non ha avuto problemi con lo svezzamento?),
      E’ una negazione dell’immagine seducente della donna che appare in testa a questo articolo affianco al nome di Giulia De Bauli!?

    • forse ,piu che la risata di uno schizzofrenico,,,,,,,,,,,,mi ricorda un vecchio e celebre manifesto degli anni 70 , la foto di un’anarchico francese arrestato durante una manifestazione di inizio secolo, sorridente,in mezzo a due gendarmi, la didascalia era:SARà UNA RISATA CHE VI SEPPELLIRà.

      ps
      a me ricorda il preiti ricorda piu, il trentenne disperato ,in ,storia di un’impiegato di de andrè,che il trevis di tax driver.

      • Preiti ha fatto fallire la propria azienda e il proprio matrimonio perché “investiva” tutto il proprio denaro nelle slot machine. Ha comprato quattro anni fa, ( quattro anni fa non c’era la crisi economica) una pistola con la matricola abrasa. Ha sparato a due innocenti che manco conosceva… cosa dire di più . La persona disperata è quella a cui viene tolto tutto, e sono ormai milioni, Preiti aveva gettato tutto. I disperati non ammazzano, al più “engono suicidati”. Preiti è un malato di mente pericoloso, come Breivik, come Eric Harris e Dylan Klebold della strage alla Columbine High School, come tutti coloro che uccidono persone, che non conoscono, senza alcun movente … L’anarchico citato non aveva tolto la vita a nessun innocente, aveva il diritto di ridere …

        GCZ

    • decidete una buona volta da che parte stare…………..non si può amare la libertà,e allo stesso tempo costruire prigioni.a leggere i vostri articoli viene voglia di chiedersi; come si fa ad essere eretici ad oltranza e scrivere bellissimi articoli……e allo stesso tempo feroci,e perdonatemi il termine,banali inquisitori. se scendo ,anzi provo a salire al vostro livello intellettuale, dovrei diagnosticarvi una marcata ed evidente sdoppiamento di personalità, ma io non sono un pischiatra per mia fortuna. non diagnostico come fate voi presunte malattie mentali. paragonare il preiti ,al nazista norvegese,e ai due servi di allah di boston,e aberrante, e tu lo sai benissimo sei troppo intelligente per non sapere che il paragone non regge!!
      avrei da dire tante cose ma l’articolo si commenta da solo.
      pasolini se ne è andato lasciando un vuoto incolmabile ,in questa marcia e corrotta nazione.ricordatevi ogni tanto di lui……..prima di scrivere,e non regge la scusa che i tempi sono quelli che sono: ognuno di noi è quello che è,malgrado i tempi.

      impugnai un’arma perchè volevo continuare a scrivere poesie….paco orundo

      • Anche questa volta il tuo intervento è troppo stimolante per lasciarlo giacere in fondo ad un articolo. Lo prendo e ne faccio un articolo di riposta. Nonostante i nostri pensieri non convergano, devo riconoscerti una notevole onestà intellettuale. Fare una dialettica a questi livelli non può esseere che entusiasmante per me.

        Ti volevo anche dire che se vuoi puoi scrivere delle cose tue, te le pubblicheremo volentieri. L’unica forma da rispettare è quella del diario in prima persona, per il resto puoi scrivere tutto ciò che rimane entro i limiti di legge.

        Giulia D.B.

    • ho dimenticato i saluti.
      antonio

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