• La leggenda del Gran Rottamatore: retorica fascista di ieri e di oggi:

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    rottametor

     

     di Gian Carlo Zanon

     

    La storia del totalitarismo si ripete. Questo periodo si potrebbe chiamare  “l’epoca del Gran Rottamatore”. La storia, quella delle sopraffazioni, si ripete in altre forme e con altri trucchi da avanspettacolo. Si ripete con altre facce e con altre modalità ma si ripete sempre uguale a se stessa. Anche la retorica, dall’orazione funebre di Antonio per l’uccisione di Cesare tiranno al retore fiorentino che nelle sue elegie rottamatorie avoca a sé il licenziamento di Corradino Mineo, si ripete.

     

    Gli ultimi eventi che vedono personaggi di spicco della politica italiana agire come tanti Don Rodrigo, e le loro parole che garriscono l’aria come fatali bandiere, ricordano tragici fatti di cui, a quanto pare, nessuno serba ricordo.

     

    Nessuno ricorda il discorso con cui Mussolini, il 3 gennaio 1925, durante il quale prima sfidò i deputati a tradurlo davanti al tribunale della Suprema Corte in forza dell’articolo 47 dello Statuto Albertino, e poi, di fatto, si assunse personalmente la responsabilità del delitto Matteotti adducendo le cause ad un clima di violenza politica diffusa a cui i fascisti avrebbero avuto tutto il diritto e il dovere di reagire.

     

    Nel suo discorso, parlò del suo ruolo di “pacificatore sociale”: «Voi avete creduto che il fascismo fosse finito perché io lo comprimevo, che fosse morto perché io lo castigavo e poi avevo anche la crudeltà di dirlo. Ma se io mettessi la centesima parte dell’energia che ho messo a comprimerlo, a scatenarlo, voi vedreste allora».

     

    Questo minaccioso monito, non le forme ma nei suoi contenuti, è identico a quest’altro: «Ho incanalato tutta la rabbia in questo movimento. Dovrebbero ringraziarci uno ad uno: se noi falliamo l’Italia sarà guidata dalla violenza nelle strade». La pesante affermazione, rilasciata da Grillo in un’intervista al Time, trova tutta la sua ragion d’essere nella scelta dell’alleanza dei pentastellati con il partito xenofobo inglese di Lafarge.

    mus gri

     

    I riscontri di oggi con i contenuti del discorso del 1925 non si esauriscono qui. In questi giorni le parole di Mussolini riaccendono con nuove fiammate la cronaca politica.

    A quanto ripetono le agenzie di stampa si evince che Renzi  è ben  intenzionato a rivendicare il ruolo di “mandante” politico del defenestramento di Mineo. L’ostracismo a cui è stato sottoposto Mineo, di cui Renzi si è assunto, di fatto, la responsabilità, e la critica ai 14 novelli aventiniani rei di dissentire dalla “maggioranza” del Pd, si ritrovano poi nelle parole del Presidente del Consiglio e dei suoi bravi.
    Parole che, nel loro contenuto e nei toni autoritari, riflettono le intenzionalità che pervadono il discorso mussoliniano. Discorso di Mussolini che ora provo a “tradurre” parzialmente, innestando parole e frasi di Renzi e del suo entourage.

    Questo pseudo-discorso  va letto come se fosse un Renzi/Mussolini a parlare. Per costruire questo fantomatico discorso ho utilizzato, sia le parole che Mussolini usò nel gennaio del ’25 quando parlò di fronte per assumersi la responsabilità politica del delitto Matteotti, sia (segnalate in rosso) parole e frasi estrapolate da resoconti giornalistici che riportavano frasi di Renzi e dei politici a lui fedeli .  

    Ho cercato , non so bene con quali risultati, di far parlare Renzi alla maniera di Mussolini mischiando le sue frasi con quelle del duce. Ovviamente ho dovuto legare il tutto con parole mie.

     

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    Parla il Gran Rottamatore

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    «Signori miei!
    Il discorso che vo a pronunziare dinanzi a voi forse non potrà essere, a rigor di termini, classificato come un discorso parlamentare.
    Lo so che il Regolamento del Gruppo PD del Senato ha almeno tre norme che mi avrebbero impedito di sotituire Mineo. Ma   domando formalmente se nel Pd, o fuori dal Pd, c’è qualcuno che si voglia valere di codeste norme di codesto Regolamento che mi impedirebbero di far come mi pare.

    Le norme, che secondo me le si può rottamare, le potete leggere nel post che ha scritto Walter Tocci per farmi innervosire.

     

    Anche se nel Regolamento del Gruppo non è previsto che un senatore possa essere sostituito d’imperio in un incarico di Commissione già affidato, io ho deciso di non curarmene e di procedere alla defenestrazione di chi vuole bloccare le riforme che sono vitali per le sorti dell’Italia e del popolo italiano. Non potevo lasciare l’Italia e gli italiani che mi hanno dato mandato per cambiare anche la Costituzione, in scacco di un sobillatore politico tignoso. Mineo e i civatiani stavano facendo i bambini capricciosi: pestano i piedi perché non hanno ottenuto quello che volevano. Il loro capriccio era ed è quello di voler salvare la Carta costituzionale creata dagli antifascisti … pensa te!!!

     

    Invece di accettare ciò che la maggioranza del partito aveva deciso, come scisse un abate sul Giornale della Confraternita di San Giovanni Decollato, il giorno dopo che Giordano Bruno venne giustamente giustiziato, Mineo « … stette sempre con la sua maledetta ostinazione aggirandosi il cervello e l’intelletto con mille errori e vanità»;

     

    Arriva un punto in cui non c’è da mediare, c’è da decidere. Il tempo delle mediazioni è terminato nel Pd.

    Si dice: dato che il governo Renzi non è stato votato dal popolo sovrano, che è un’orda di barbari incostituzionali accampati nella nazione; si dice che dato che Renzi è stato in maniera illegittima  posto a capo del governo da Re Giorgio da Napoli I egli non è altro che il duce di un movimento di banditi e di predoni! Si inscena la questione morale per fermare la riforma della Costituzione, e noi conosciamo la triste storia delle questioni morali in Italia.

     

    renzi-scuola-si

     

    Noi abbiamo preso un fracco di voti alle europee, forse se ne sono accorti anche i dissidenti. Con questo mandato così forte di fare le riforme, datomi degli italiani,  volete forse che ci blocchiamo perché un senatore fa i capricci? Ci prendono per matti. Basta vivacchiare, fare le riforme è il vero dovere morale. Il Pd non può essere un partito anarchico in cui si discute fino alla morte. Non è immaginabile che, per un quarto d’ora di celebrità di un senatore, si blocchino le riforme di tutti.

     

    Se un manipolo di dissidenti  basta per impiccare una volontà politica, fuori il palo e fuori la corda! Se questo governo non è stato che soppressione dei diritti, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il nuovo corso del Pd è, per le scappatelle di due nostri politici un po’ troppo birichini, un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! E questo lo dico anche perché parte di quel  denaro che i patrioti appaltatori donavano di cuore ai nostri politici finiva nelle casse del Pd. Un Pd che io intendo cambiare radicalmente avendo come ideale il Psi di Bettino Craxi.

     

    Ma come si è risposto a questa mia volontà di cambiamento radicale della politica italiana? Prima di tutto, con la secessione aventiniana di 14 parlamentari, secessione anticostituzionale, nettamente rivoluzionaria. Poi con una campagna giornalistica durata mesi, campagna immonda e miserabile che ci ha disonorato per tutto il tempo impiegato affannosamente nell’opera di cambiamento. Le più fantastiche, le più raccapriccianti, le più macabre menzogne sono state affermate diffusamente su tutti i giornali! C’era veramente un accesso di necrofilia nel dire che la mia ascesa al potere è dovuta alle mie amicizie con l’Opus dei e con l’alta finanza mondiale! Si facevano inquisizioni anche di quel che succede sotto terra: si inventava, si sapeva di mentire, ma si mentiva.

     

    Mussolini bambini

    Ma poi, o signori, quali farfalle andiamo a cercare sotto Ponte Vecchio? Ebbene, dichiaro qui, al cospetto di questa Assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto nel Pd e nella mia gestione del Governo.
    Se questa rottamazione è il risultato di un determinato clima storico, politico e morale, ebbene a me la responsabilità di questo, perché questo clima storico, politico e morale io l’ho creato con una propaganda sin da prima della vincita delle primarie ad oggi.

     

    Ragazzi, state certi che nelle quarantott’ore successive a questo mio discorso, la situazione sarà chiarita e i gufi menagramo se ne voleranno via. Tutti sappiamo che ciò che ho in animo non è capriccio di persona, come quello di Civati e dei civatiani, non è libidine di Governo, non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per l’Italia, per L’Europa, per la grande Germania, ora guidata da Angela Merkel, e, naturalmente, per la Trilaterale.

     

    Vi saluto renzianamente e grido “state sereni”.»

    RENZI MUSSOLINI DITO

    Ecco, tra il serio e il faceto, ho ricostruito il discorso di Mussolini inserendo affermazioni e intenzionalità renziane pubblicate sui giornali.

    Qualcuno potrà dire che questa “traduzione” è un’invenzione di parte, e certamente lo è, ma rispetta i contenuti e i toni con cui Renzi e renziani hanno affrontato la dissidenza di chi, come Walter Tocci, continua a spiegare i motivi della sua ribellione al Re-nzi senza essere ascoltato:

     

    «Non avrei mai creduto di essere costretto ad autosospendermi dal Gruppo Pd al Senato. – Scrive Tocci sul suo blog – Siamo quattordici senatori ad aver espresso in questo modo lo sdegno verso la sostituzione dei colleghi Chiti e Mineo dalla Commissione Affari costituzionali. (…) Mi sembra di vivere un mondo a rovescio. In passato mi sono trovato spesso a denunciare queste prepotenze quando accadevano nel campo dei nostri avversari politici e mi sono sempre rallegrato di far parte di un partito democratico che pur con tanti difetti era comunque il più aperto alla discussione. Ora è un grande dolore ammettere che rischia di assomigliare agli altri.Ancora più grave è che due senatori siano sostituiti perché non si allineano alle direttive di partito in tema di Costituzione (…) Si tratta di un’aperta violazione dell’articolo 67 della Carta che garantisce la libertà di mandato del parlamentare e, come ripeteva sempre Bobbio, costituisce una delle principali garanzie per la libertà di tutti i cittadini.(…)

     

    Gli atti di arroganza spesso sono anche inutili. Non c’era alcuna necessità di rimuovere Chiti e Mineo dalla Commissione. (…) I testi attualmente in discussione sono curiosamente d’accordo nel togliere potere agli elettori proprio mentre questi chiedono di eliminare la Casta. Con la legge Boschi i cittadini non eleggono i senatori e con la legge Verdini non eleggono i deputati, continuando nella logica del Porcellum. Non chiediamo la luna, – ha concluso Tocci – proponiamo solo di restituire agli elettori la scelta dei parlamentari.»

    mussolinirenzi-3

     

     Mi sembra che non ci siano dubbi sui motivi che hanno portato  Renzi prima a uccidere politicamente Mineo e poi ad assumersene mussolianamente la responsabilità.

     

     Ma non è vero che la storia non cambia. Non cambia la violenza di chi, essendo violento, non può avere fantasia e quindi non può far altro che fotocopiare la storia dei totalitarismi del novecento e fare copia e incolla della semantica dei dittatori.

    15 giugno 2014

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    Qui il discorso del 14 giugno 2014 di Walter Tocci all’Assemblea del Pd

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