• Il diario interrotto di Anne Frank – l’inarrestabile movimento di una adolescente piena di vita …

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    di Gian Carlo Zanon

    « …È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo che può sempre emergere… »

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    Anche oggi su RaiRadio3 alle ore 17, nella trasmissione Ad alta voce , Daria Deflorian leggerà il Diario di Anne Frank. La riduzione radiofonica, in 15 puntate, dell’edizione definitiva a cura di Mirjam Pressler, è stata approvata dall’Anne Frank Fonds.

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    Quando, il 12 giugno del 1942,  Anne inizia a scrivere il suo diario, ha appena compiuto tredici anni.

    La forma letteraria che Anne assume per scrivere «i miei pensieri e i miei sentimenti, altrimenti soffocherei completamente» è epistolare: Anne scrive a Kitty, un’amica intima, immaginaria, a cui rivela il proprio umano sentire conservato come un tesoro segreto. Kitty è in qualche modo la custode dell’identità umana della scrittrice. «Cara Kitty, ieri sera per Radio Orange ha parlato il ministro Bolkestein e ha detto che alla fine della guerra sarà fatta una raccolta di diari e lettere. Naturalmente tutti si sono buttati sul mio diario. Pensa quanto sarebbe interessante se pubblicassi un romanzo sull’Alloggio segreto. Già dal titolo la gente penserebbe che si tratti di un giallo

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    Il 28 marzo 1944 la radio del governo olandese in esilio lanciò un appello ai propri concittadini affinché scrivessero le cronache del periodo dell’occupazione, in modo da poter pubblicare tali memorie nel dopoguerra. Anna aderendo a quella richiesta cominciò a rielaborare il proprio diario, in modo da renderlo più adatto alla pubblicazione.

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    Nell’agosto del 1944 “l’alloggio segreto” venne scoperto e Anna con i genitori vennero arrestati  dalla Gestapo e condotti nel campo di concentramento di Westerbork. Lì le loro strade si divisero: Anna e la sorella moriranno di tifo tra il febbraio e il marzo del 1945 a Bergen-Belsen.

    Ascoltando la narrazione radiofonica sono stato segnato ancora una volta dall’emozione. Lì Anne ci narra, mi narra, attraverso le onde radio, il tempo e lo spazio, il suo divenire che esplode nonostante questa “prigionia” che pretende di coartarne il movimento. Un movimento di pensiero inarrestabile, un flusso continuo e capace di leggere ogni istante di quell’esistenza estrema spremendola come una arancia rossa che come per incanto rinnova il suo succo senza seccarsi mai.

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    Ora la mia memoria torna “all’appartamento segreto” di Amsterdam , visitato dieci anni fa. Tra quelle mura casa, vidi una foto che si è stampata nella mia mente: cinque o sei prelati della gerarchia cattolica, braccio teso, salutano col saluto inequivocabile dei nazisti.

    Poco più oltre, le pagine delle vecchie riviste dell’epoca ritagliate e appese ai muri … poco più oltre ancora le foto del viso sognante di una ragazza di tredici anni piena di vita che voleva solo vivere, scrivere, amare. In quella casa ho gridato in silenzio, ho pianto senza lacrime e le immagini di quella stanza, dove lei appendeva le foto delle attrici che ritagliava dai giornali, sono ancora così disperatamente vive in me.

    Anne nel ’43 scriveva che Radio Londra trasmetteva le notizie sui campi di sterminio. Non di concentramento, di sterminio,  dove gli Ebrei venivano assassinati a migliaia. Ancor oggi c’è chi nega questo dato storico affermando che Pio XII non seppe mai nulla di quegli orrori… probabilmente Pacelli, firmatario nel luglio del 1933 del Reichskonkordat, il “concordato tra la Chiesa e il terzo Reich hitleriano”,  in quel periodo non si sintonizzò mai su quell’emittente e conseguentemente la chiesa di Roma non seppe mai nulla di quegli orrori. Non ne seppe mai nulla neppure dopo visto che nascose e fece fuggire i più grandi criminali nazisti procurando loro false identità e passaporti per l’Argentina dove venivano accolti a braccia aperte dai coniugi Peron. “Ovviamente” la regina dei descamisados, l’intoccabile Evita, era all’oscuro come lo fu tutta la Chiesa argentina …

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    Quante Anne Frank dovranno essere uccise ancora prima che individui, obnubilati dalla fede nel nulla, gettino alle ortiche le loro icone sacre che usano come stampelle identitarie  e tutto ciò che impedisce loro di vedere la realtà e gridarla al mondo come fece una ragazzina costretta in pochi metri quadri dai deliri religiosi e ideologici indossati senza ribrezzo?

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    Rai-Radio3 – Dal 9 gennaio al 28 gennaio – ore 17 – Ad alta voce
    Daria Deflorian legge il Diario di Anna Frank in 15 puntate, riduzione dell’edizione definitiva a cura di Mirjam Pressler approvata dall’Anne Frank Fonds

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