• Il caso della sparizione di Ernesto Valerio – Report giornalieri

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    Castiglione delle Stiviere 15 dicembre 2017

     

    «È stata dura allestire questa Santa Lucia. Domani spero arrivi il regalo che ho chiesto. Ovunque tu sia, ti amo e ci manchi.»

    Leggo queste parole di Giulia Cavicchini, pubblicate su Bresciaday.it cronaca ,  e tremo pensando a cosa si possa provare di fronte alla  scomparsa di una persona cara.

    Mi sono occupata a lungo dei desaparecidos argentini e della scomparsa di Yara Gambirasio (leggi qui, qui e qui) e so quanto queste assenze scarnifichino profondamente la realtà umana.

     

    Leggo su Prima di Noi.it che «Alcuni amici hanno notato l’ultimo post pubblicato su Facebook dal giovane, l’8 dicembre scorso: era il video Hurt del cantautore statunitense Johnny Cash morto nel 2003.

    L’ultima strofa dice «se potessi ricominciare a un milione di miglia da qui mi controllerei. Troverei un modo». È questo che ha fatto il giovane lancianese?»

     

    Faccio scorrere la notizia sul video e vedo che cominciano ad affacciarsi anche assurde ipotesi complottistiche che lasciano il tempo che trovano e penso che si stia allestendo la solita “agiografia metropolitana”:  «Tutto è nato dal fatto che Valerio da tempo sosteneva la causa del popolo siriano e di tanto in tanto postava messaggi sul profilo Facebook del “Fronte Europeo per la Siria”, nato all’inizio del 2013 per unire le forze di tutti i sostenitori europei della causa del popolo siriano e per sostenere la posizione del presidente Assad.»

     

    Pari che bastino tre incontri al fianco di un ciellino che presenti un libro sul genocida Assad, per essere preso di mira dai “ribelli siriani” o pensare che il Valerio sia andato in Siria per scherarsi con le milizie siriane fedeli ad Assad. Ma la stupidità umana non ha limiti.

    E nonostante i familiari dicano «è una sciocchezza» questi continuano imperterriti a creare fantasticare scenari medio-orientali.

     

    Chi lo conosce bene, come la moglie per esempio, sa che i motivi della sua sparizione sono legati a ben altro: «oltre al lavoro ha il calcio, l’associazione culturale di Castiglione, ha tanti impegni, troppi. Io penso che lui sia andato in tilt, troppe pressioni, troppe responsabilità». 

     

    Che sia questo oppure un altro il motivo del suo allontanamento volontario, mi sembra chiaro che le motivazioni del suo voler svanire nell’aria – neanche fosse un novello Mattia Pascal o Ettore Majorana – siano da ricercare più in quelle «tante cose strane che non mi quadravano per niente. – oppure in quel  – comportamento assolutamente non normale» di cui ha accennato la moglie nell’intervista con il giornalista di Chi l’ha Visto? e che alludono a un disagio interiore forse causato da fatti contingenti, che in quelle fantasticherie alla Giulietto Chiesa.

     

    Penso che questa donna che sta cercando di difendere il marito dalle iene mediatiche, che già montano complotti inesistenti, parlando di un probabile stress, ora si stia chiedendo se, quando e perché non abbia visto nel coniuge quell’ombra che lo stava fagocitando e che lo avrebbe portato a quei “comportamenti non normali” di cui ha parlato. Di qualsiasi natura fosse quell’ombra e da cosa fosse causata è chiaro che una anche piccola parte di essa si deve essere riflessa nel volto dello scomparso, giorni, ore, settimane prima di quella che appare come una “fuga immotivata”.

     

    Vedere l’altro, aprire gli occhi sulla realtà umana della persona che ti vive accanto …

     

    So, per aver investigato su alcune sparizioni, quante domande – che divengono pensieri parassiti –  rivolgono a se stessi coloro che cercano di capire i motivi di quelle assenze. Ci si chiede, per esempio, cosa non ho visto; cosa non ho voluto vedere; cosa ho visto è perché intuendo qualcosa non ho avuto il coraggio di chiedere spiegazioni fino in fondo.

     

    Vedere l’altro, aprire gli occhi sulla realtà umana della persona che ti vive accanto serve quantomeno a salvare l’osservatore e forse anche l’osservato che può essere preso per i capelli all’ultimo momento. Chiudere gli occhi per non vedere e  la mente per non sapere la verità sulla persona “amata”, porta alla distruzione di entrambi gli attori del dramma.

    Vedere, rifiutare, frustrare le dimensioni “patologiche” e “patogene” dell’altro da sé, è l’unica strada per entrare in un percorso di “cura” responsabile. Al contrario non rifiutare certi comportamenti – ma anche solo ciò che si avverte con il proprio sentire –  e le “stranezze” che li sottendono, significa identificarsi con il “malato” e quindi farsi trascinare nel suo gorgo, nel suo cuore di tenebra.

     

    Psiche, Eva, Pandora , l’ottava moglie di Barbablù pagano un prezzo più o meno salato per aver voluto … la prima vedere quell’essere notturno di cui gli era stata proibita la visione,  la seconda per aver voluto conoscere la verità sulla realtà umana, la terza per aver aperto, nonostante il divieto, il vaso che conteneva tutti gli affetti e le passioni, e infine la quarta per aver varcato la soglia che gli era stata proibita.

     

    La cultura occidentale consegna questo tabù e alza il dito della legge patriarcale non scritta ammonendo le donne che volessero saper troppo sulla realtà dell’altro da sé scelto come assoluto modello degli esseri umani.

     

    Le donne lo sanno, perché questo divieto viene loro inculcato dalla tenera età,  e si sforzano di illudersi: l’uomo che hanno accanto, se proprio proprio non è il principe azzurro, è quantomeno un individuo forte, capace e coraggioso,  in grado di proteggerle, di badare a loro e ai figli. Cosa che loro, le donne, nonostante che, ora, i dati di realtà dicano esattamente il contrario, non sarebbero in grado di fare.

    In realtà la presenza più o meno inconscia del tabù ancestrale, spinge uomini e donne a giocare il gioco delle parti: gli uomini credono o fanno finta di credere di essere i più forti, più intelligenti e saggi dell’altra metà del cielo, e le donne, facendo buon viso a cattivo  pregiudizio, credono – o fingono di credere – di essere per natura sempre e comunque un gradino inferiori al maschio della specie. Nel migliore dei casi, ovviamente generalizzando,  “giocano” simulando inferiorità e dissimulando il fatto di essere consapevoli della propria superiorità. E gli uomini ci credono …

     

    Giulia D.B.

    * * *

    Castiglione delle Stiviere 14 dicembre 2017

     

    Ieri sera alla trasmissione su Rai 3 Chi l’ha visto, ( http://www.raiplay.it/video/2017/12/Chi-lha-visto-47faaa3e-24fd-4802-8396-cb7e96ff4ed0.html vedi al min. 8.10 ) è andata in onda un breve intervista a Giulia Cavicchini moglie di Ernesto Valerio scomparso ormai da tre giorni.  Nell’intervista, tra le righe, emergono alcuni dati importanti:

     

    a) L’ultimo saluto tra i due coniugi non è stato particolarmente bello: «l’ho salutato poco e male alla sei circa del mattino»

     

    b) Verso le dieci e mezzo del mattino dell’11 dicembre G.C. riceve una telefonata dal «cliente di Rovereto (…) – che gestisce con Ernesto la Smartidea – per chiedere notizie dell’imprenditore, mai arrivato a destinazione» (leggi qui)

     

    c) Quella telefonata la allarma. G.C. inizia una serie di telefonate a amici e conoscenti con i quali Ernesto è in contatto giornaliero e, dice nell’intervista, da quelle telefonate capisce che c’è qualcosa che non quadra: «poi ho chiamato persone che sentiva quotidianamente (…) insomma tante cose strane che non mi quadravano per niente. Un comportamento assolutamente non normale. Poi mi sono accorta (…) che non c’era il mio bancomat nel mio portafoglio». Tant’è vero che alla fine della intervista televisiva esclama «(…) c’era qualche problema o comunque cose di cui lui non è riuscito a parlare con me». Dall’intervista sembrerebbe emergere una presa di coscienza da parte della moglie, probabilmente ancora molto nebulosa,  di qualcosa di poco chiaro che si nasconde tra le pieghe di questa vicenda. E quel qualcosa potrebbe essere la causa della scomparsa di Ernesto Valerio.

     

    Il resto è cronaca: esce di casa, prende il bancomat della moglie, va ritirare 500 euro al bancomat (250 col suo e 250 col quello della moglie). Ritorna a casa mette i due bancomat nella buca delle lettere. Lascia la macchina parcheggiata in una piazza vicino a casa. Scompare senza lasciar, per ora, tracce. Le uniche impronte lasciate sono, probabilmente, da ricercare in quei problemi di cui non riesce a parlare neppure con la moglie.

     

    Giulia D.B.

     

    Ogni giorno redigeremo un report sullo stato delle cose di questa vicenda

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    Castiglione delle Stiviere13 dicembre 2017

     

    «Ancora nessuna traccia di Ernesto Valerio

     Mantova Ancora nessuna notizia sul 34enne Ernesto Valerio allontanatosi da casa lunedì mattina senza poi dare più notizie di sé. Dopo l’appello lanciato  sui social dalla moglie Giulia Cavicchini a poche ore dalla scomparsa del marito e dopo la denuncia presentata alle forze dell’ordine, le ricerche da parte degli inquirenti non hanno ancora portato ad alcun risultato. Tuttavia, pare sia quasi categoricamente esclusa l’ipotesi delittuosa, mentre prende sempre più corpo l’ipotesi di un allontanamento volontario. Nel frattempo, il tam tam sui social si è fatto purtroppo ricco di notizie false circa un suo rientro a casa e di un suo collegamento con la famiglia. Questa sera, inoltre, la trasmissione Chi l’ha visto parlerà della scomparsa dell’imprenditore mantovano.»

     

    Con queste scarne parole AdnKronos pubblicate il 13 dicembre 2017 alle ore 19:53 veniva confermata la sparizione l’ex  dirigente del Castiglione Calcio Ernesto Valerio non ancora riapparso.

    Intanto voci e ombre si accalcano alla porta della verità oltre la quale si potrebbero nascondere le cause della sua sparizione.  I Carabinieri hanno già raccolto testimonianze di amici che avevano rapporti di amicizia con il Valerio.  E le porte si stanno lentamente ma inesorabilmente aprendo.

    La trasmissione Chi l’ha visto forse saprà svelare le possibili cause della scomparsa dell’imprenditore mantovano.

     

      Giulia D. B.

     

    Castiglione delle Stiviere 14 dicembre 2017

     

    Ieri sera alla trasmissione su Rai 3 Chi l’ha visto, è andata in onda un breve intervista a Giulia Cavicchini moglie di Ernesto Valerio scomparso ormai da tre giorni.  Nell’intervista, tra le righe, emergono alcuni dati importanti: l’ultimo saluto tra i due coniugi non è stato particolarmente bello; verso le dieci e mezzo del mattino dell’11 dicembre G.C. riceve una telefonata dal «cliente di Rovereto (…) – che gestisce con Ernesto la Smartidea – per chiedere notizie dell’imprenditore, mai arrivato a destinazione» (leggi qui)

     

    Quella telefonata la allarma. G.C. inizia una serie di telefonate a amici e conoscenti con i quali Ernesto è in contatto giornaliero e, dice nell’intervista, da quelle telefonate capisce che c’è qualcosa che non quadra. Tant’è vero che alla fine della intervista televisiva esclama «Forse c’era qualche problema di cui non è riuscito a parlare con me». Dall’intervista emerge, ma questa è solo una mia opinione personale, una presa di coscienza da parte della moglie, probabilmente ancora molto nebulosa,  di qualcosa di poco chiaro che si nasconde tra le pieghe di questa vicenda. E quel qualcosa potrebbe essere la causa della scomparsa di Ernesto Valerio.

     

    Il resto è cronaca: esce di casa, prende il bancomat della moglie, va ritirare 500 euro al bancomat (250 col suo e 250 col quello della moglie). Ritorna a casa mette i due bancomat nella buca delle lettere. Lascia la macchina parcheggiata in una piazza vicino a casa. Scompare senza lasciar, per ora, tracce. Le uniche impronte lasciate sono, probabilmente, da ricercare in quei problemi di cui non riesce a parlare neppure con la moglie.

     

    Giulia D.B.

     

    Ogni giorno redigeremo un report sullo stato delle cose di questa vicenda

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