• Heideggeriani sciiti, heideggeriani sunniti, ovvero la lotta per lo sfruttamento della credenza nazista coniata da Heidegger

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    di Gian Carlo Zanon

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    «Si chiamerà “Circolo internazionale Martin Heidegger”: il suo obiettivo è favorire la discussione critica sull’opera del filosofo nelle università di tutto il mondo. L’iniziativa parte da Peter Trawny, curatore dei Quaderni neri , e da Donatella Di Cesare, che nel marzo scorso si è dimessa dalla carica di vicepresidente della Martin Heidegger Gesellschaft («Società»), in dissenso con una gestione che reputa chiusa all’esigenza di ampliare il dibattito sull’autore di Essere e tempo .»

    Così scriveva Antonio Carioti sul Corriere della Sera il 4 luglio scorso.

     

    Inutile dire che conoscendo la fama che precede i protagonisti di questo evento decisamente granguignolesco non mi sono meravigliato più di tanto della notizia. Questa in fondo in fondo altro non è che una ulteriore tappa del Tour dei Schwarze Hefte in cui i filosofi heideggeriani cronici si disputano la maglia nera e il primato di salvatore e patrono di Heidegger, compositore del tragico canto nazista.

    Quindi niente di nuovo all’orizzonte: la creazione della squadra capitanata Peter Trawny e da Donatella Di Cesare continuerà a percorrere le strade della cosiddetta filosofia tentando di raggiungere il traguardo sul cui striscione non v‘è scritto ARRIVO ma “Je suis Martin” o se preferite “Heidegger c’est moi” .

     

    Chiedo scusa per questa mia vena iraconda ma dopo ciò che è successo negli ultimi mesi, soprattutto dopo la pubblicazione dei Quaderni Neri che hanno tolto il velo alla sancta sanctorum che avvolgeva la pseudo filosofia heideggeriana, continuare a fare una critica seria agli epigoni di Heidegger mi risulta quasi impossibile. Ormai la questione Heidegger dovrebbe essere definitivamente messa dagli addetti ai lavori in soffitta insieme ai souvenir troppo kitsch per stare ancora in bella vista nel salotto buono … e invece è ancora lì in tutta la sua insulsaggine.

     

    Non voglio neppure entrare nell’argomento prettamente filosofico per mostrare ancora una volta l’inconsistenza del pseudo pensiero heideggeriano e la sua conseguente pericolosità. (Leggi qui)

    Questa querelle ormai appartiene agli adoratori del nazista tedesco che si disputano il cadavere dei suoi pensieri. Tutto sommato è la vecchia storia degli sciiti e dei sunniti in cui i primi rivendicano la guida della Comunità islamica per discendenza genetica e i secondi invece pensano che i legami di sangue con il profeta non siano sufficienti per assumere la leadership mussulmana.

     

    Cambiano i profeti e i luoghi delle rivelazioni, cambiano i contenuti teologici, cambia il colore dei libri e colui che ne suggerisce i contenuti, ma la lotta per il possesso del pensiero divino trascritto dai due mortali non cambia.

    Da una parte gli “sciiti”– gli eredi, il figlio Hermann Heidegger e i loro soci – che vogliono continuare a cibarsi dell’avo, dall’altra i fedeli che pur non essendo consanguinei vorrebbero continuare ad incarnare quella credenza che li ha marchiati nel più profondo dell’anima: «Da una partescrive Emmanuel Faye il 21 luglio scorso, sempre sul Corriere della serala Heidegger Gesellschaft controllata da Friedrich-Wilhelm von Herrmann, l’ultimo assistente di Heidegger, e da François Fédier, che supervisiona da decenni la traduzione francese dei testi di Heidegger per conto degli eredi. Dall’altra il Martin Heidegger Institut di Wuppertal creato recentemente da Peter Trawny, uno dei curatori dei volumi dell’Opera completa e in particolare di quelli dei Quaderni neri .» e aggiunge «Non ci ispira dunque fiducia il «Circolo Heidegger» con il quale la nuova apologetica heideggeriana intende gestire il pensiero critico, soprattutto leggendo che Trawny, nel suo intervento, continua a presentare Heidegger come paradigma del «grande filosofo». Con ben altra lucidità Hans Jonas, già a partire dagli anni Venti, aveva visto che l’insegnamento heideggeriano “non era una filosofia ma un affare segreto, pressoché una nuova credenza”.»

     

    Chissà come saranno contenti gli studenti di filosofia quando – i più svegli di loro – si accorgeranno di essere stati obbligati a ingurgitare per anni i deliri razzisti di un essere ignobile che ha creato i presupposti filosofici del nazismo. (leggi qui)

    28 luglio 2015 ore 17.42

     

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