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di Giulia De Baudi
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«In questo momento ad Algeri si gettano bombe sui bus. Mia madre potrebbe trovarsi su uno di questi. (…) «Ho sempre condannato il terrore. Devo così condannare un terrorismo che viene esercitato in maniera cieca nelle strade di Algeri e che un giorno potrebbe uccidere mia madre e la mia famiglia. Io credo nella giustizia ma difenderei mia madre prima della giustizia.»
Albert Camus
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Michele Serra, anche oggi ha detto la sua su ciò che dall’alto della sua amaca osserva con sguardo imperturbabile. Il novello Simone Stilita ha piazzato il suo “punto di osservazione” tra due colonne e da lì osserva l’inutile dibattersi di noi poveri mortali pontificando da par suo.
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Oggi ha deciso di «capire qualcosa di più sulla Tomba di Giuseppe, uno dei tanti edifici e siti oggetto dell’inesausta lite tra israeliani e palestinesi, tra ebrei e musulmani.» Lui, Michele l’Amachista, dice che ai simboli si deve rispetto … e non penso che includa nel suo rispetto anche i simboli del Nazional Socialismo. Ma chi scrive dovrebbe stare un po’ più attento all’uso delle parole.
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Personalmente non rispetto alcun simbolo e finché non vengo importunata da chi incarnando un simbolo lo usa per arrecare danno all’umanità, faccio in modo di convivere civilmente con chi ostenta crocifissi e altri oggetti del genere. Non mi sognerei mai di dire a chiunque “quel simbolo che indossi mi fa senso”, non perché “rispetto un simbolo” ma per il semplice fatto che rispetto anche le persone che indossano simboli. È così banalmente ovvio!
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Certamente Serra ha ragione quando afferma che il fondamentalismo religioso genera odio e violenza. Io aggiungerei che le religioni monoteiste sono tout court generatrici di violenza per il semplice fatto che creano differenze e diseguaglianze. Non dobbiamo dimenticare gli insegnamenti di Bergoglio il simbolo della “sinistra” italiana che l’8 gennaio del 2014 affermò «Non è una formalità! Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata.». Ma dall’alto della sua amaca questo Michele Serra non lo ha notato.
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Ma, intendiamoci, non penso che l’editoriale inscatolato di Serra sia completamente da buttare … diciamo che forse, forse, egli per ragioni di “spazio” non ha potuto esprimere bene il suo pensiero che quindi lascia apazio anche a “interpretazioni inadeguate” come la mia.
Per esempio quando scrive : «Sarà una considerazione banalmente meccanicistica, ma se un’epidemia di laicità, se non di miscredenza, dilagasse in Terra Santa, probabilmente morirebbero meno persone, in Terra Santa.» io sono d’accordo con lui … effettivamente ciò che scrive può essere definito «una considerazione banalmente meccanicistica».
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L’uomo religioso ha una falsa identità che ha per fondamento l’alienazione religiosa. I simboli religiosi sono meri oggetti che a Gerusalemme e in Palestina assumono un significato e un senso estremo che viene interiorizzato da una grande percentuale di individui. Andate a New York e troverete nelle case degli italiani decine di “simboli italiani”: dalla bandiera tricolore alla statuetta di Padre Pio, dalla foto di Papa Giovanni al poster di Dino Zoff. Quei simboli in quel contesto sociale sono congrui perché fanno parte dell’armamentario simbolico e dell’identità d’appartenenza che distingue gli italiani dai non italiani. Vai a sputare sul poster di Dino Zoff e vedi che ti succede!
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Quindi lasciamo stare la meccanica che nulla ha a che fare con la realtà umana di quegli individui che vivo da più di mezzo secolo fianco a fianco odiandosi mortalmente. E ne hanno ben donde, soprattutto coloro a cui è stata rubata la terra che avevano sotto i piedi.
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Quella che gli israeliani hanno chiamato “Intifada dei coltelli” anche se se ne posso comprendere parzialmente le rabbiose ragioni – comprenderle non significa giustificare l’odio cieco e indiscriminato – è disumana per un semplice motivo: le vittime a cui si rivolge sono innocenti. E trovo disumano che Hamas glorifichi gli accoltellatori che poi vengono puntualmente uccisi come fossero cani rabbiosi.
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Trovo ancor più disumano ciò che invece, lucidamente, sta attuando l’esercito israeliano che interviene sui genitori e sui parenti dei terroristi in modo terroristico. La differenza tra i due terrorismi sta nell’avverbio “lucidamente”.
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18 ottobre 2015
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