• Forma, contenuto e interpretazione del linguaggio politico – Video

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    Ripubblichiamo questo articolo del 28 novembre 2012 perché parla del farsi della politica di questi mesi fino ad arrivare alla promozione del parolaio Renzi … che molti lutti addurrà al paese

    di Gian Carlo Zanon

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    Quando ho udito, e poi letto, le frasi che Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, ha enunciato nel suo discorso del 21 novembre scorso, in un primo momento ne sono rimasto entusiasta «Finalmente – mi sono detto – qualcuno del Pd parla del pericolo che la democrazia sta correndo a causa della finanza sempre più aggressiva che vuole togliere ai cittadini, lentamente ma inesorabilmente,  la sovranità che appartiene loro, come scritto nella costituzione». Infatti il primo articolo della costituzione recita “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

    La bella Frase di Franceschini era questa: «… la sovranità appartiene al popolo, come dice l’articolo 1 della Costituzione. Al popolo, non ai mercati e ai grandi interessi finanziari».

    Bellissima Frase vero? Soprattutto se proferita, con veemenza da attore consumato, davanti a un Mario Monti attonito e ad una Elsa Fornero che, per mascherare il suo vitreo sguardo, non sapeva bene dove guardare.

     Monti ascolta il discorso di Franceschini

    Dopo aver gongolato per qualche ora, ho avvertito un disagio strisciante che si faceva strada nei sentieri della mente. E allora dopo essermi accusato di oligofrenia, cioè di quella grave patologia che porta il soggetto che ne è affetto ad avere una visione molto parziale della realtà, ho riletto alcuni stralci del discorso del parlamentare, dove ho incontrato una serie di frasi apparentemente, solo apparentemente,  innocue:

    «alle prossime elezioni la parola tornerà a cittadini, finirà la transizione e chiunque vinca sarà un nuovo inizio per la democrazia italiana che vogliamo torni a essere orgogliosa delle proprie istituzioni repubblicane a cominciare dal Parlamento».

    Ma allora, ho pensato interpretando la forma del linguaggio francheschiniano, ‘sto qua sta dicendo che c’è stata, ed è ancora in corso, una sospensione della democrazia, e che i cittadini dovranno ringraziare il Franceschini che, ribellandosi, ridona loro ciò che gli era stato silenziosamente tolto… ma tolto da chi? Ma dal governo Monti naturalmente che è l’espressione dei mercati dei grandi interessi finanziari … e il mio pensiero, che aveva inconsciamente sentito lo stridio tra quel linguaggio articolato e i suoi invisibili contenuti, ora, non più stretto da legacci della forma, poteva decifrare liberamente  quel discorso che era stato applaudito con una forte ovazione bipartisan dai colleghi presenti in aula: «Dunque – ho pensato – è vero o non è vero che, da un anno a questa parte, il Pd è stato uno di quei partiti che ha votato tutte le leggi volute da quei mercati e da quei interessi finanziari che ora Dario Franceschini, illuminato sulla via di Damasco, vede come un pericolo per la democrazia? E se è vero – ed è vero – sarà verità vera questa in cui il redento Franceschini, oggi, sfida i Golia dell’alta finanza armato solo di una mazzafionda? »

    Finiamo di leggere insieme l’ultima “bordata” del buon Dario e poi cercherò di rispondere.

     

    «Nelle cancellerie più lontane dal nostro Paese e molti editorialisti nostrani si dovranno pur chiedere perché in Grecia e in Spagna di fronte a misure meno difficili e dolorose delle nostre sono scoppiati tensioni e conflitti sociali di ogni tipo e in Italia no. Questo perché i partiti e le forze sindacali responsabilmente si sono fatti carico di spiegare al Paese il perché di tante scelte difficili e inevitabili facendo così opera di filtro e di mediazione sociale. E il Pd prima di tutti.»

     

    Ecco, ora dopo queste parole del Franceschini la strada oscurata da un pensiero surrettizio si può illuminare con i fanali dell’interpretazione.

    Come direbbe Di Pietro, Franceschini con questo suo discorso “ha parlato a nuora perché suocera intenda”. Se guardiamo i contenuti dissimulati del discorso di Franceschini vediamo parole inespresse che suonano più o meno così: «Cari compagni di merenda dei poteri finanziari che un anno fa ci avete imposto un governo composto dai vostri funzionari, ricordatevi che se questi “signori hanno potuto fare il lavoro sporco, è perché noi li abbiamo coperti, narrando ai cittadini la storiella per decelebrati: “queste misure economiche difficili e dolorose servono per il rilancio dell’occupazione e della crescita”.

    È questo che intendo quando dico che noi e i sindacati abbiamo fatto da filtro. Ma vi pare che se non ci fosse stato Bonanni e soci voi avreste potuto imporre quell’infamia che chiamate eufemisticamente “accordo sulla produttività”. Caro Monti è inutile che mi guardi strano, lo sai benissimo che senza di noi l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non sarebbe stato fortemente intaccato nelle sue fondamenta. Se volete disintegrarlo completamente ora basta soffiargli sopra.

    Caro Monti – scusa se mi rivolgo a te ma tu sei quello più imparentato con l’alta finanza – forse tu e i tuoi  padroni pensate che potete fare a meno di noi, come, sempre grazie a noi, ora potete fare a meno classe media che a breve sparirà dalla faccia della terra.

    Se la pensate così state attenti perché ancora avete bisogno di noi per tenere paralizzati i cittadini che noi disorientiamo con il can can mediatico, cucinato a dovere dai nostri giornalisti, sulle primarie e su inesistenti rapimenti.

    Lo so che tu, o Monti, con i tuoi discorsetti che lasci scivolare con nonchalance qui e là, tenti ogni giorno di delegittimarci, inducendo nei cittadini il pensiero, sostenuto da presidenti e filosofi italiani ben allineati che ripetono da tempo il mantra “Per tornare a crescere si cedere sovranità alla Ue” che poi detto tra noi, significa dare il potere alla Bce che, sempre detto fra noi, è una banca di privati; Monti stai attento che le cose potrebbero cambiare se tirate troppo la corda.

    Noi vi abbiamo sostenuti e noi possiamo delegittimarvi … no, non ti preoccupare non sono minacce, ti voglio solo dire, e lo dico davanti a tutti, tanto i cittadini non capiscono un c….,  che la finanza non può fare a meno delle reti protettive di politici come noi se vuole raschiare il fondo del barile dei risparmi degli italiani.

    A Monti, ci dobbiamo mettere d’accordo: facciamo come Starsky & Hutch, io faccio il poliziotto buono e tu quello cattivo, io gli faccio credere, ad esempio,  che il denaro e la dignità che gli stiamo rubando servirà per dare futuro ai loro figli, e tu intaschi per conto delle banche private come Banca d’Italia e Banca centrale europea che quei creduloni credono che appartengano allo Stato cioè ai cittadini. Naturalmente un po’ di quei soldi poi devono tornare a noi…you understand ?

    Hai capito Monti? Non provare a fregarci pensando di fare tutto da solo, tu hai bisogno di noi, noi ti faremo Ministro delle finanze; hai sentito Bersani che ha detto … no? Ha detto che dopo le elezioni verrà da te a chiedere cosa fare … più chiaro di così. Dai facciamo pace … mannaggia il diavoletto che ci ha fatto litigà … pace, pace, pace

    Il discorso di Franceschini del 21 novembre 2012

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