• Bergoglio: il vuoto va in scena

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    odri epbern - Copiadi Giulia De Baudi

    di Giulia De Baudi

     

     «Bergoglio horror tour .

     Ciao Giulia, in serata, mi sono trovato per caso a passare davanti alla basilica di s. paolo e ho visto una folla armata di macchine digitali e telefonini, ammucchiati come pecore dietro le transenne,( mi scusino i dolcissimi e bellissimi animali per un tale paragone) stavano aspettando l’uscita del loro losco pastore. Ho continuato per la mia strada , mi stavo recando alla farmacia lì vicino, ho allungato il passo, allontanandomi alla svelta, come per evitare un contatto, un contagio… dicendo a me stesso, che malgrado tutto lo sconforto e l’impotenza che ti assale, vedendo e constatando che i secoli passano, le usanze non cambiano mai, anzi peggiorano, e la menzogna è sempre uguale, la stessa faccia, lo stesso abito, lo stesso ruolo … padroni , dei, e servi, tantissimi servi .., e nonostante lo schifo che provi, e che ti colpisce violento come un pugno in piena faccia, vedendo e annusando tutta la banalità di quell’orrore … l’amore per la libertà e per la vita mi sono detto; sempre rimane anche il ricordo di mio zio, che non ho mai conosciuto, e che se ne è andato inghiottito dalla interminabile, barbara, e lunghissima notte argentina, mi sussurrava che per vivere alle volte è necessario morire.

     

    un abbraccio

     

    Ipazia e … Bakunin»

     

    Roma, 14 aprile 2013

     

    Quando stamani ho letto questa lettera ho sentito un’onda d’inverno infrangersi sugli invisibili scogli del mio essere più profondo.

     

    La stessa rabbia, lo stesso sconforto, la stessa impotenza, lo stesso orrore, le stesse sensazioni, provate ieri dal nostro lettore, le ho provate mille e mille volte e ogni volta esse hanno ridato vita al fuoco che giaceva silenzioso in forma di brace.

     

    La prima domanda che mi sono fatta è se tutti questi sentimenti verso questa manifestazione del nulla, casualmente osservata dal lettore, che è rappresentativa di una endemica carenza di assenza dell’essere, vadano affibbiati solo a Bergoglio o anche alla massa di individui dimentichi del loro status di umanità a cui, incredibilmente, appartengono.

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    Beh, tutto sommato la risposta è semplice. Il disprezzo va suddiviso a secondo del grado di disumanità presente in ognuno di loro … certo Bergoglio ne avrà una gran fetta.

     

    Per essi, Bergoglio escluso,  rimane solo un velo di pietas come quella dovuta ai morti viventi che attendono solo una sepoltura fatta di marmi e lucenti ammennicoli, ultima messa in scena di un tragico vuoto ontologico.

     

    Di fronte a queste manifestazioni di alienazione religiosa ogni volta si rimane stupefatti, e ogni volta senti qualcosa «che ti colpisce violento come un pugno in piena faccia». E quel qualcosa  non lo puoi neppure schivare perché anche queste folli adoranti in qualche modo appartengono al genere umano. È inutile negarlo, tutti noi abbiamo una madre un fratello, uno zio, una cugina che non sono sfuggiti a quel “contagio di cui parla la lettera. Si sono ammalati, da tanto tempo, da un tempo misurabile che va dal loro oggi ai primari rapporti umani in cui non hanno trovato nessuno  che confermasse loro il senso dell’esistenza. Senso dell’esistenza che è essere in rapporto con un altro essere umano e non con un dio inesistente ma funzionale al controllo delle menti.

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    Infettati dalla lebbra comune che si manifesta nel credere esistente ciò che non lo è, e nel credere non esistente ciò che è, questi adoratori del vicario del dio cristiano giocano fatuamente il gioco della vita, credendo che poi tutto sommato la vera esistenza accade solo dopo la morte. E allora, anticipando l’evento iniziano a morire, uccidendo ciò che dolorosamente ricorda loro di appartenere al genere umano, vale a dire la reazione istantanea della mente di fronte al disumano. Quella reazione che rende gli esseri umani tali.

     

    Sapendo   per la primaria sapienza aurorale, che sa dell’originaria  uguaglianza – che questo status quo in cui viviamo non è realtà umana, i non contagiati reagiscono. E mai come in questi momenti la fusione tra mente e corpo fa sentire la propria invisibile presenza.

     

    A volte, come in questo caso, la reazione assume la forma di pensiero verbale che si manifesta in una lettera e poi in un articolo, perché c’è l’esigenza di comunicare a qualche essere umano scampato dal naufragio esistenziale, la propria  intolleranza al disumano.

     

    «Dai miei primi articoli fino al mio ultimo libro io ho tanto, e forse troppo scritto, solo perché non posso fare a meno di partecipare alla vita di tutti i giorni e di schierarmi dalla parte di coloro chiunque essi siano, che vengono umiliati e offesi. (…) mi pare che non si possa sopportare quest’idea, e colui che non può sopportarla non può neppure addormentarsi in una torre. Non per virtù, ma per una sorte di intolleranza quasi organica, che si prova o non si prova. Da parte mia ne vedo molti che non la provano, ma non posso invidiare il loro sonno. »

     

    È Albert Camus che scrive. Camus che già nei primi anni della propria esistenza, proprio per quella “sorte diintolleranza quasi organica” di cui parla, aveva ben chiaro il discrimine tra umano e disumano. Lo dimostrò quando giovanissimo, uscì dal PCF (Partito Comunista Francese) perché su ordine di Stalin espulse dal partito gli arabi. Inoltre Camus che fu l’unico intellettuale occidentale a inorridire per le bombe atomiche sganciate sulle due città giapponesi che causarono un’inutile shoah annullata dalla storia.

     

    L’8 agosto 1945Albert Camus, su Combat, scriveva questo accorato appello che in questo contesto vale la pena di rileggere:

     

    «Il mondo è quello che è, cioè poca cosa. È quello che, da ieri, ciascuno sa grazie al formidabile concerto che la radio, i giornali e le agenzie di stampa hanno appena finito di organizzare a proposito della bomba atomica. I fatti, soverchiati da una folla di commenti entusiasti, ci insegnano che qualsiasi città di media importanza può essere totalmente rasa al suolo da una bomba della grandezza di un pallone da football. Giornali americani, inglesi e francesi si dilungano in eleganti dissertazioni sul futuro, il passato, gli inventori, il costo, la vocazione pacifica e gli effetti bellici, le conseguenze politiche e anche il carattere indipendente della bomba atomica.

     

    Noi riassumeremo il nostro pensiero in una sola frase: la civiltà meccanica è appena giunta al suo ultimo grado di barbarie. Dovremo scegliere, in un futuro più o meno prossimo, tra il suicidio collettivo e l’impiego intelligente delle conquiste scientifiche.

     

    Nell’attesa, si può pensare che vi sia un certa indecenza a celebrare in questo modo una scoperta che si pone prima di tutto al servizio del più formidabile accanimento distruttivo di cui l’uomo abbia dato prova da secoli. Che in un mondo esposto a tutti gli strappi della violenza, incapace di alcun controllo, indifferente alla giustizia e alla semplice felicità umana, la scienza si consacri all’omicidio organizzato, nessuno ormai, a meno che non sia affetto da idealismo congenito, troverà modo di stupirsi(…).»

     

     Ho riportato qui la prima parte dell’articolo di Camus perché la sua denuncia in qualche modo riecheggia nella lettera del lettore. Egli ci parla di un “formidabile concerto” che la propaganda mediatica di allora orchestrò per dare a quel tragico evento un senso che nulla aveva a che vedere con la realtà vera dei fatti accaduti. La stessa identica cosa accade oggi con Bergoglio agiografato dai media nazionali in un modo indegno. Oggi come allora la verità viene violentata senza che la stragrande maggioranza della popolazione provi un fremito di disgusto. Solo chi è affetto da “idealismo congenito” e non è indifferente “alla semplice felicità umana” ancora trova la vitalità di una ribellione che però spesso non trova il giusto veicolo per divenire conoscenza condivisa.

     

     Chi usa la propaganda sa che può fare di ciò che non è ciò che è, perché esiste una malattia invisibile che acceca, la pulsione di annullamento, che è matrice primaria dell’alienazione religiosa. Alienazione religiosa che non permette un’interpretazione esatta dei fatti reali e ne distorce i contenuti invisibili, e permette alle menzogne dei media di far presa su chi assurdamente crede nelle favole evangeliche.

     

    Che fare? Per chi come molti di noi ha un “destino” segnato da un “idealismo congenito” e da “una sorte di intolleranza quasi organicaverso il disumano, non può fare a meno che rifiutare la lebbra dell’anaffettività che acceca gli esseri umani e li rende preda del nulla; quel nulla interiore che essi alienano su figure spettrali come quella di Bergoglio.

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    Udienza generale di Papa Francesco

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    Ipazia e … Bakunin accenna ad uno zio “inghiottito dalla interminabile, barbara, e lunghissima notte argentina”. Una testimonianza importante che combatte il negazionismo storico sulla tragedia dei desaparecidos.

     

    Inserisco il link di un post che narra della drammatica esperienza di un desaparecidos italoamericano scampato alla morte solo perché i genitori riuscirono a fare pressione su alcuni gerarchi della Chiesa argentina leggi qui.

    15 aprile 2013

     

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    • ciao giulia ,ti ringrazio, per quanto hai scritto sopra,e per quanto mi auguro, continuerai a scrivere. e grazie per aver fatto riaffiorare nella mia mente ,le parole del mio amato camus,quelle sulle bombe atomiche non le avevo mai lette.
      per quanto riguarda il link che hai inserito a fine articolo,sembra quasi che il professore della sapienza salvatesi,grazie all’aiuto avuto dalla famiglia e sopratutto dall’ambasciata italiana,fortuna che altre/i migliaia di vittime non hanno avuto, e sono felicissimo per lui ovviamente, abbia voluto ricambiare il favore giustificando in qualche maniera il mattatoio argentino, ribaltando,e mistificando i fatti: le vittime diventano carnefici,e chi desiderava un mondo un po meno di merda ,colpevoli di aver provocato le belve assetate di sangue che governavano il suo paese. in fin dei conti lo capisco………una brillante carriera,magari una bella famiglia. mi chiedo cosa racconterà se ne parlerà ai suoi allievi? che paradosso e in fondo che amarezza…… un biologo che studia ,e insegna a comprendere la vita……….e che giustifica l’omicidio,e la morte di migliaia di esseri umani,da parte di altri uomini( si fa per dire)solo perchè non la pensavano come loro!
      un abbraccio.
      ps
      ho avuto uno zio nato in calabria, emigrato in piccolissima età in argentina con mio nonno,militante anarchico a soli 16,anni scomparso a salta nel 1977 a 26 anni.la sua amatissima compagna di lotta e di vita scomparve 3 mesi dopo.trovata crivellata di colpi in una discarica,col ventre squarciato si presume da un parto cesario. era incinta quando è stata catturata.
      va da se, che mi sento padre e madre,fratello e sorella, amico e amica sposo e sposa ,ma sopratutto compagno dell’anima di tutti i 30 mila desaparecidos.

      • Si sono amareggiata anch’io da questa presa di posizione assurda, e non ne capisco le ragioni se non quelle di aver perso se stesso in quei mesi passati in quell’orrore. Ci sono anche degli scampati ai campi di concentramento che non hanno mai parlato. Non so dire di più. Grazie per le lue lettere molto stimolanti …

        Giulia

    • dopo il premio nobel esquivel venuto a roma a rendere omaggio al suo illustre compatriota,e a discutere molto poco angelicamente delle isole malvines. anche estela carlotto ha intrapeso il lungo viaggio per poter f.de andrè in nome della grande patria e culla dell’america latina……parole sue,della carlotto intendo. e per cercare di strappare,anzi di elemosinare ,quel briciolo di solidarietà che il papocchio non ha mai espresso nei confronti delle vittime della mattanza argentina.
      bisogna riconoscere a bergoglio una certa coerenza…….al contrario del nobel e della carlotto ; lui non ha mai smentito se stesso!
      piu che dire bisogna ribadire: desaparecidos non vi dimenticheremo mai,e mai dimenticheremo i nomi,ed i visi,di chi vigliaccamente e barbaramente vi ha strappato ALLE VOSTRE VITE,prima che ai vostri cari……….a cui spesso manca persino
      il buon senso,per non dire altro.
      severino di giovanni…anarchico italo argentino,nemico giurato di ogni patria,di ogni autorità,e di ogni religione.
      ciao e un abbraccio

    • per poter baciare la mano che ruppe il suo naso.

    • sirio con un sorriso mi indica il cammino
      e corro ansiosamente verso questo destino con il bacio di lui sulla fronte severino di giovanni…anarchico italo argentino,nemico giurato di ogni patria,di ogni autorità,e di ogni religione.
      ciao e un abbraccio
      scusa se ti intaso la posta ma non sapevo che il virgolettato non viene trascritto.
      ciao antonio

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