• Charlie Hebdo: la copertina che ha fatto incazzare i gerarchi del monoteismo

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    Oggi, a un anno dalla strage della redazione, Charlie Hebdo esce con una copertina in cui un Dio barbuto fugge con gli abiti insanguinati, lo sguardo rabbioso e un’arma sulle spalle. Riss (Laurent Sourisseau), il direttore del giornale che fu gravemente ferito nell’attacco del sette gennaio, firma un editoriale in difesa della laicità e denuncia “i fanatici abbrutiti dal Corano e i baciapile di altre religioni che auspicavano la morte del giornale per aver osato ridere della religione”.

    “Le convinzioni degli atei e dei laici possono spostare più montagne delle fede dei credenti”, scrive Riss. Questo numero, un milione di copie stampate, sarà diffuso anche all’estero. All’interno compaiono disegni dei vignettisti uccisi: Cabu, Wolinski, Charb, Tignous e Honoré. Vi sono inoltre contributi delle attrici francesi Isabelle Adjani, Charlotte Gainsbourg e Juliette Binoche, di intellettuali come Élisabeth Badinter, la scrittrice del Bangladesh Taslima Nasreen, il musicista Ibrahim Maalouf e molti atri.

    Dal Corriere 5.1.16

    In copertina, un disegno dello stesso Riss raffigura un dio con kalashnikov e veste insanguinata, un colpevole che un anno dopo è «ancora in fuga». Un dio dalle sembianze «tipicamente cristiane», ha sottolineato il quotidiano cattolico La Croix , che però non si è scandalizzato e ha preferito ricordare le parole dell’abate Pierre-Hervé Grosjean: «Dalla culla alla croce, il nostro Dio si mostra disarmato. E si lascia disegnare in caricatura, senza smettere di amare».
    Altri sono meno indulgenti. La Conferenza dei vescovi di Francia ha usato il suo conto Twitter per dire che «non commenta ciò che cerca solo di provocare. È un genere di polemica di cui la Francia ha bisogno?», si chiedono i vescovi francesi, in questo modo in effetti commentando. Il sacerdote Pierre Amar, della diocesi di Versailles, protesta per il fatto che «otto giorni dopo Natale nel quale si celebra un Dio disarmato e pacifico disteso nella paglia, Charlie Hebdo insulta, macchia e denigra».

    Tra i musulmani, Abdallah Zekri, presidente dell’Osservatorio contro l’Islamofobia, giudica l’editoriale di Riss «violento e insultante nei confronti delle religioni», e annuncia che per questo non commemorerà l’anniversario del 7 gennaio. Anouar Kbibech, presidente del Consiglio francese del culto musulmano, istanza rappresentativa dell’islam di Francia, si dice «ferito» dalla copertina. «Abbiamo bisogno di segni di concordia. Questa caricatura non aiuta perché colpisce tutti i credenti delle diverse religioni».
    Va ricordato che la ragion d’essere di Charlie Hebdo non è mai stata di rappresentare il sentire comune, o di assecondare le diverse sensibilità. Charlie Hebdo ridicolizza orgogliosamente le religioni dal 1970, l’anno di nascita.

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