• Yara Gambirasio: dopo la magia e i deliri religiosi la scienza risolve il caso

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     -Arrestato il presunto assassino di Yara Gambirasio – Forse tre anni fa aveva scritto una lettera anonima in cui confessava il suo crimine

    Arrestato il presunto assassino di Yara Gambirasio – Forse tre anni fa aveva scritto una lettera anonima in cui confessava il suo crimine

    di Gian Carlo Zanon

    Si chiama XXXX  XXXX (non usiamo il nome finché non si sarà sicuri che è lui l’assassino) , ha 45 anni è sposato e ha tre figli il presunto assassino di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra uccisa tre anni e mezzo fa.
    Secondo quanto avrebbero certificato i biologi inquirenti  XXXXX sarebbe nato da una relazione clandestina tra l’autista Giuseppe Guerinoni (morto nel ‘99) e una donna del luogo. Il presunto killer, che ha anche una sorella gemella, sarebbe stato identificato grazie al Dna lasciato sul corpo della vittima. L’ultima conferma sull’analisi scientifica era arrivata nell’aprile scorso contenuta nella relazione dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, la stessa esperta che aveva eseguito l’esame sulla salma della giovane vittima uccisa a Brembate il 26 novembre 2010.

     

    Ricordo che i primi di agosto del 2011 giunse una lettera anonima quotidiano ‘L’Eco di Bergamo’. L’autore sosteneva di essere l’assassino di Yara e nella missiva ricostruiva le dinamiche dell’omicidio. Il suo resoconto, dissero gli investigatori risultava compatibile con i fatti accaduti. La lettera stilata su un foglio, in formato A3, era stata scritta con un normografo, in modo molto sgrammaticato.

    «Stanno circolando nelle Agenzie le copie delle lettere, – scrissi allora – ma vi sono tra di loro delle differenze anche sostanziali. Vi proponiamo quella che appare più plausibile: “Con delle scuse avevo conosciuto una con quel nome. Finimmo con il simpatizzare eppure mi sembrava di piacere a lei perché mi sorrideva quando le chiedevo se aveva il ragazzo fisso. – La sera del 26 novembre, continua la lettera – «gli offrivo un passaggio a casa verso le 18,50. Con una scusa le dissi che dovevo passare un attimo al posto di lavoro a Mapello. Verso le 19 arrivammo a Mapello, in macchina le squillò il cell. La convinsi a spegnerlo, lei aveva già capito le mie intenzioni. Una volta fermata la macchina si spaventò e tentò di scappare, prima mi colpì ai testicoli e il suo cell. mi cadde addosso. Lo presi e lo disattivai. Lei intanto era appena scappata fuori de macchina. Avevo perso la testa per il fatto che poteva rovinare il mio corpo. La insegui nel campo dietro cantiere avevo un coltello poi presi una pietra e senza rendermi conto la colpii alla testa. Pensavo che era meglio chiamare il 118 e poi scappare ma preso dal panico la caricai in macchina e (..) portai il corpo in un campo più sicuro di Mapello”

     

    In verità la ragazza fu trovata trovata a Chignolo, ma visto che l’uomo arrestato abita a Mapello ci potrebbe essere un collegamento.

    In quell’articolo scrivevo anche che sugli slip era stata trovata una traccia di Dna. Traccia biologica che ha portato all’individuazione di XXXX.

    Allora avevo individuato in una frase scritta nella lettera “Avevo perso la testa per il fatto che poteva rovinare il mio corpo.” una modalità di linguaggio che, secondo me, poteva appartenere chiaramente ad un grave malato di mente, il quale avrebbe potuto avere un delirio del genere. «Un malato di mente – scrissi – che, come nel caso Chiatti, sta chiedendo, a suo modo, un aiuto».


    Scrivo di Yara perché allora, occupandomi di cronaca nera, scrissi almeno 25/30 articoli sul caso. Nei mesi che seguirono la sua sparizione e dopo il ritrovamento del cadavere della ragazza successe tutto ciò che in un paese del terzo mondo può succedere.  

    Dopo l’arresto di Mohammed Fikri, un giovane operaio originario del Marocco a cui era stato messo il telefono sotto controllo, mentre agli italiani no,  cominciarono le manifestazioni razziste, una promossa d’allora sindaco di Brembate, e dalla Lega nord che non si placarono neppure quando pochi giorni dopo il giovane venne prosciolto. Fikri fu arrestato perché il traduttore non aveva capito che la sua esclamazione mentre parlava col cugino della sparizione di Yara “Allah mi protegga” era un modo di dire e non una richiesta di aiuto.

     

    Poi tra un talk show e un altro cominciarono i deliri dei sensitivi, dei mistici, come quel Luciano Muti, insegnante di pranoterapia all’Associazione Anpsi, che si disse certo che Yara: «è stata uccisa da un ragazzo timido e tossicodipendente che era ossessionato da lei. L’assassino è un ragazzo del posto che aveva da tempo notato Yara». 

    Il cronista di Adnkronos senza la minima critica scrisse che il mago Muti, aveva idee molto chiare sulla dinamica dell’assassinio : «Per arrivare a queste conclusioni il 55enne sensitivo ha usato il sensore Karnak e si mette a disposizione degli inquirenti con la Karnak, cioè una ‘macchina magica’: Il sensore (del Karnak) è dieci volte più potente della macchina della verità. Toccando le foto delle persone posso percepire i loro stati d’animo».

     

    Vedo dai miei appunti che la cosa non finì lì: ci fu anche il sogno di una sensitiva che indicò ai Carabinieri il luogo sognato dove aveva visto la ragazza, e loro come nelle barzellette ci andarono:  «Abbiamo fatto alcuni controlli, del tutto negativi, per il giusto scrupolo con cui seguiamo queste, come altre, indicazioni che ci pervengono, anche se in forma vaga e fantasiosa, affinché, com’è nel nostro dovere, nulla venga tralasciato in simili casi». “Sic”

     

    Qualche tempo dopo visto l’infittirsi della stupidità popolare, che dai dati epidemiologici appare endemica in quella zona, in un suo articolo dal titolo “Yara, un enigma appare su Wikipedia”, Giulia De Baudi aveva scritto:«C’è da scommettere che fra breve vorranno trasformare la povera Yara Gambirasio in un’altra Santa Maria Goretti» e puntualmente dopo qualche settimana , don Corinno Conti, il prete di Brembate, durante l’omelia domenicale se ne uscì con un vero e proprio delirio mistico: «Yara è come Santa Maria Goretti – la ragazzina uccisa a Nettuno nel 1902 e poi santificata n.d.r. – ed è questa la ragione per cui Yara è stata uccisa … si, si … Yara era una santa». Secondo don Conti, come Maria Goretti, la bimba uccisa agli inizi del Novecento a soli undici anni durante un tentativo di violenza, Yara Gambirasio ora siede alla mensa del dio dei cattolici.
    Allora l’Adnkronos scrisse che per Don Corinno anche Yara era una figura unica che aiutava tutti noi a «riscoprire il senso della verginità e della purezza, valori che sono stati fin troppo banalizzati».
    «Ecco perché – scrissi allora – è sta uccisa una ragazzina di tredici anni: è stata uccisa per farci riscoprire il valore della verginità, è stata uccisa per dare modo ad un prete delirante di rendere pubblico il suo credo demenziale … e nessuno che si accorga minimamente di tutto questo … ma dove stiamo vivendo? In un mondo rovesciato dove i pazzi hanno ragione, e i sani di mente che si incazzano davanti a queste iene che fanno a brandelli l’immagine di una ragazzina assassinata da un malato di mente, vengono presi per pazzi?»

     

    Ora aspetto gli sviluppi del caso per vedere se le mie intuizioni verranno confermate.

    17 giugno 2014

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