• Andrea Zanzotto, il suono del volo della farfalla

      0 commenti

    Imm andrea-zanzotto

     

    Due anni fa, il 18 ottobre 2011, veniva a mancare Andrea Zanzotto. Zanzotto, nato a Pieve di Soligo il 10 ottobre 1921, è stato un poeta e uno scrittore tra i più significativi della seconda metà del Novecento.

     

    Dopo l’8 settembre del ’43 e fino alla liberazione dal nazifascismo militò tra le forze partigiane della Resistenza Veneta, prima nelle file di Giustizia e Libertà occupandosi della stampa clandestina, e in seguito nella Brigata Mazzini.

     

    Zanzotto, pur militando nelle forze partigiane, per tutto il tempo della guerra civile mantenne la decisione di non far uso delle armi.

     

    In quel periodo, scrisse solamente qualche pagina nel suo diario e una lirica che ricorda l’eccidio di dieci partigiani fucilati dai nazifascisti: «Oggi la neve sul bianco del collo / ha un filo di sangue / che viene dalle vene di dieci morti […]»

     

    Alla fine della guerra, emigrò in Svizzera dove insegnò in alcuni collegi di Villar sur Ollon e Losanna; nel 1947 ritornò in Italia, dopo due anni dove ottenne l’abilitazione all’insegnamento e in seguito un posto di ruolo nel Liceo Flaminio di Vittorio Veneto.

     

    zanza 15

    La casa natale di Andrea Zanzotto

     

    Dopo aver stilato questi brevi cenni storici sui primi anni di vita del poeta veneto per delinearne i caratteri salienti, vi proponiamo l’incipit e il finale del perturbante racconto autobiografico Ero farfalla, che Zanzotto scrisse nel 1953 a soli 32 anni, vagheggiando con nostalgia la prodigiosa vitalità e lo spontaneo talento infantile, che considerava irrimediabilmente perduti.

    A commento di questo commovente scritto, in cui il poeta si mette a nudo con straordinaria sincerità, potrete ascoltare la registrazione di una trasmissione radiofonica, prodotta per Web Radio 6 della Rai nel gennaio del 2013, in cui è incastonata, come un prezioso diamante, l’intervista che la giornalista Annalina Ferrante fece alla scrittrice Noemi Ghetti — compaesana e profonda conoscitrice di Andrea Zanzotto e della sua poetica — tre mesi dopo la sua scomparsa. E a conclusione potrete ascoltare alcune liriche, lette direttamente dalla voce del poeta.

     

    zanza 12

     

    Ero farfalla

     

    Mi rivedo talvolta qual ero nella mia infanzia, ricordo il piacere con cui si accoglievano le mie parole, ricche di precoce sottigliezza e di brio, di un senno, mi sia lecito dirlo, quasi celeste. Nessuno oggi, conversando con me, potrebbe nemmeno lontanamente immaginare ciò che io ero e fui fino al decimo anno dell’età mia; quell’individuo che voi conoscete, dalla mente pigra, oppressa dal torpore, dalla dimenticanza, dalle ossessioni, quasi nulla ha ormai a che vedere con la scattante cavalletta dell’intelligenza e della memoria che nel circondario e fuori non cessava di far stupire sia con le sue trovate, sia, particolarmente, con le mirandolesche elencazioni di dati e di nomi tratti dalle letterature, dalla storia, dalla geografia. Oggi, quando tra le fibre legnose del mio cervello par che affiori l’acutissimo metallo del mio spirito di allora, provo ancora un senso di prepotente, dolce e ironica euforia: ma ciò mi accade tanto di rado che sento sinceramente di non peccar d’immodestia parlando di quell’io d’altri tempi, anzi esaltandolo, poiché purtroppo non mi riguarda più.

     

    […]

     

    Non prevedevo allora che un giorno sarebbe arrivato in cui la confusione si sarebbe impadronita di me, né che per la mia ignoranza avrei meritato parecchi colpi di tabacchiera sulla testa da parte del mio reverendo insegnante di lettere. È questa una storia comune, dicono. Ma come è possibile che si regredisca da farfalla a larva, come mai si verificano processi che ognuno giudicherebbe irreversibili? Spalanchiamoci alle cateratte della dimenticanza, al formicolio ipnotico della pigrizia e della sfiducia.

     

    Làsciati mordere e svuotare dalle mille minuscole mandibole di mille errori, oppure trasfòrmati sempre più in un fossile senza senso, o sapida polpa di pensieri e di nozioni. Dimentica poi la tua angoscia e sparisci del tutto.

     

    Tale è stato il mio destino, e veramente nulla io sarei se, aprendo in certe notti la finestra ad occidente, non vedessi in distanza sotto le stelle la cupa massa dell’altopiano di Myane folto al suo vertice di caldi lumi terrestri che, braci forse di un alto incendio, valgono all’ottuso mio spirito come alle mummie del dottor Ruysch il ricordo della vita da esse non più veramente compresa.

     

    ANDREA ZANZOTTO, dalla raccolta “Sull’Altopiano”, 1953, in A. Zanzotto, Le poesie e prose scelte, I Meridiani Mondadori, Milano 1999, pp. 938-946

     

    andrea_zanzotto-3

     

    zanza tre

    Noemi Ghetti. Ricordo di Andrea Zanzotto, a 3 mesi dalla morte.

     

    Una produzione di Annalina Ferrante per WR6, la Web Radio 6 della Rai

     

    Per ascoltare la trasmissione radiofonica cliccate QUI

     

    This audio is part of the collection: Community Audio

     

    It also belongs to collection:

     

    Artist/Composer:

    Keywords: Noemi Ghetti; Annalina Ferrante; Segnalazioni; Associazione culturale Amore e Psiche

    Creative Commons license: CC0 1.0 Universal

    Scrivi un commento