• 4 marzo 2018… la notte dei lunghi pensieri

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    di Giulia De Baudi

    … beh certo la prima volta che ho letto Potere al Popolo ho storto il naso. Da tempo il mio stato di single partitica e di “ostinatamente non votante”, mi imponeva il “¡No pasarán!” della Dolores Ibárurri e il suo essere pasionaria dal rosso intenso senza sfumature né compromessi.

     

    Da quanto tempo non mi appassionavo a una lotta politica in questo modo? no non è del tutto esatto … meglio dire: da quanto tempo non mi appassionavo ad una utopia incarnata in un partito? Da quanto tempo non mi sentivo parte di una serie di idee, condivise da migliaia di persone, che avrebbero anche, forse, potuto prendere vita … poi una notte è arrivato un gruppo di “scalognati”, e tutti portavano addosso quel nome … Potere al Popolo… e ancora ho storto ancora il naso… un po’ meno, ma l’ho storto: ma dove volete andare, con quel simbolo addosso, ho pensato, con quella parola POTERE così rovente e pericolosa che scotta solo a pensarla… dare il potere al popolo è stata sempre un’utopia mai pienamente realizzata nella storia… e quando si è incarnata ideologicamente… basta ricordare le Guardie rosse della Rivoluzione culturale cinese, o peggio i Khmer rossi, per inorridire.

     

    … ma, mi son detta subito, non siamo però né nella Cina maoista del ’67, né tantomeno nella Cambogia degli anni del genocidio. Ci dividono 50 anni dalla prima e quaranta dalla seconda. Ci divide soprattutto un passato storico e culturale imparagonabile. Cos’era allora che mi turbava tanto? La solita “paura della folla” di cui la nostra cultura è impregnata? Paura di lasciarmi andare in una nuova avventura “alla Masaniello” che avrebbe potuto risultare ancora una volta deludente?

     

    Si forse, era proprio la paura di rimanere delusa che mi bloccava. Poi però sono arrivati i primi segnali positivi e i relativi sintomi affettivi: ho letto da qualche parte che la base era composta da quei “folli” napoletani che avevano promosso il NO allo squartamento della Costituzione… Referendum che avevano… che avevamo vinto;  poi qualcuno, non ricordo chi, mi ha detto “leggiti almeno il programma”.

    L’ho scaricato il PDF del Programma di Potere al Popolo, l’ho aperto, e sulla prima pagina cosa ho trovato? «Abrogare l’articolo 7 con il richiamo ai Patti lateranensi, per la piena affermazione del principio di laicità dello Stato in tutte le sfere della vita pubblica.»

     

    Questo già mi sarebbe bastato e avanzato… se non fosse che… se non fosse che gli anni passati da single a leccarmi le ferite inferte da politici deludenti a cui in passato avevo accordato la mia fiducia, forse un po’ troppo frettolosamente, mi aveva reso coriacea.

     

    Si certo questi erano quelli del No, erano quelli del “fanculo all’articolo 7 e al Concordato con sto cancro pontificio e a tutte le sue metastasi mortali”,  si certo erano quelli che… erano quelli che erano come me… e proprio per questo allora:  dove volete andare, dove vogliamo andare, siamo quattro gatti senza gattara… ci ritroveremo affamati al freddo e al gelo… si stava già profilando la “sindrome della piccola fiammiferaia snob” quando è spuntato Cotrone:  «Se lei, Contessa, vede ancora la vita dentro i limiti del naturale e del possibile, l’avverto che lei qua non comprenderà mai nulla. Noi siamo fuori di questi limiti, per grazia di Dio. A noi basta immaginare, e subito le immagini si fanno vive da sé. Basta che una cosa sia in noi ben viva, e si rappresenta da sé, per virtù spontanea della sua stessa vita. È il libero avvento d’ogni nascita necessaria. Al più al più, noi agevoliamo con qualche mezzo la nascita.»

     

    E allora, sarà un mese fa, ho detto semplicemente sì ai compagni, i compagni che cominciarono a crescere come un onda anomala, montante,  di cui io ero solo una goccia… ma c’ero.

     

    Ora son qui. Ci sono. Aspetto la notte del 4 marzo… ma, lo dico a te Viola Carofano, niente alleanze con chi ha conciato così questo paese e l’Europa e il mondo intero. Niente sconti a questa falsa sinistra che ha firmato leggi iperliberiste ignobili; niente compromessi con chi sta svendendo la nazione e la democrazia; niente sotterfugi con chi ha tentato e tenterà ancora di disintegrare la nostra Costituzione come auspicato nei report dall’alta finanza.

    Niente di tutto questo deve accadere, comportatevi come Gianīs Varoufakīs, alle brutte sbattete la porta e andatevene come avete fatto con i neonazisti di Casa Pound. Questo è il minimo sindacale, ed è ciò che pretendo perché, cari compagni, se mi deludete pure voi… diverrò la vostra peggior nemica… sempre alla vostra sinistra.

     

    La notte del 4 marzo sarà una lunga notte… la notte dei lunghi pensieri…

     

    2 marzo 2018

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