• 1. Cuba: lo sguardo straniero: ne Santi, ne santini.

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    intenzioni, interpretazioni, contrapposizioni.

     

    di Roberto Cursi

     

    Avevo iniziato a rispondere ad un commento lasciatomi da Nora Helmer a margine del mio ultimo articolo “Cuba: … alla ricerca di apparenti verità”. Ma le dita continuavano a battere sulla tastiera quello che nella mente emergeva, e io l’ho lasciate libere di fare, accorgendomi alla fine che la risposta si era trasformata in un “articolo”.

     

    E allora decido di non modificare “l’incipit”, e lascio tutto come era iniziato, come se fosse una “semplice” risposta al commento. ….

     

    Ciao Nora

     

    Proviamo a continuare il dialogo che tu avevi iniziato nei commenti all’articolo di J. Pucelli –purtroppo interrotto non per nostra volontà– e al quale io non avevo fatto in tempo a rispondere.

     

    Di quelle parole, in questa occasione, tu riporti solo una parte delle tue osservazioni che facevi a me e al contenuto della mia “inchiesta”, tralasciandone altre.

     

    Seguendo la tua scelta cercherò di approfondire solo questi ultimi punti che mi riproponi; ma non interpretarla come una mia “forzatura” o una mancanza di “stile” se risponderò anche ad una delle tue affermazioni che avevi fatto nel precedente commento che ora è stato rimosso.

     

    Lo faccio solo perchè questo mi da l’occasione di poter “spiegare” meglio alcuni punti, che forse -per mia responsabilità?- non ero riuscito a far emergere, e che potrebbero dare risposte anche a chi era intervenuto nel “forte” confronto che si era sviluppato dopo la pubblicazione del mio articolo.

     

    Riferendoti al contenuto della mia “inchiesta”, affermavi: tu non scrivi menzogne, ma le fai dire ad altri. E poi citavi “le 50 verità ” -di Salim Lamrani-, dicendo che, salvo alcuni punti, il resto di quelle sue “verità” erano menzogne, e ne spiegavi anche il perché contrapponendo alcuni dati.

     

    E allora vorrei provare ad entrare nel merito delle mie “intenzioni” nell’ aver deciso di pubblicare i vari articoli/video che hanno formato la mia “inchiesta”, e in seguito approfondirò le tue dichiarazioni sull’ “endemica” pedofilia e prostituzione minorile che c’è a Cuba, e sulle violazioni dei diritti umani che avvengono in quel Paese.

     

    La mia intenzione nella “costruzione dell’inchiesta”, era quella di riportare le diverse versioni riguardo la battaglia intrapresa da Y.S. per cambiare l’attuale Sistema Socialista e di Potere che c’è a Cuba. -Lei, nell’ultima domanda di una lunga intervista, ha dichiarato che “Cuba è un paese sui generis. Possiamo creare un capitalismo sui generis-.

     

    Ed è per questo che ho provato a far emergere nel mio articolo sia le contrapposizioni, che i contenuti delle stesse.

     

    Ma le cose da me selezionate e pubblicate, e che “rappresentano” le due distinte versioni, non tutte, necessariamente, sono da me condivise nei loro contenuti, ma erano quelle che, dal mio punto di vista, evidenziavano al meglio le due posizioni.

     

     Sanchez posterizzataSi sarà notato che ce ne erano altrettante che appoggiavano fortemente a Yoani S., ed entravano nel merito delle molte contraddizioni che ci sono in quell’Isola.

     

    Ed allora qualcun’altro, che la pensa diversamente da chi appoggia la Blogger cubana, avrebbe potuto dirmi che io “facevo dire menzogne” a chi sosteneva fortemente la Sánchez, denunciando gli abusi e la repressione che c’è a Cuba, e in generale il fallimento del Sistema Socialista di Castro.

     

    Quello su cui ho cercato di stare attento, è stato di non prendere in considerazione le tante pubblicazioni “generiche” contro Y.S. che girano nel web, ma ho voluto pubblicare principalmente la versione “ufficiale” del Governo Cubano, diffusa tramite i suoi canali televisivi o nel web, sottolineando io stesso che era un informazione filo governativa.

     

    Mentre “le 50 verità” di Salim Lamrani, l’ho riportate perché in esse c’erano i molti “luoghi comuni” di chi difende Cuba a prescindere, ma nello stesso tempo quelle sono anche “verità”.

     

    E voglio evidenziare che le parole che ho scelto per il titolo del mio articolo “Cuba: … alla ricerca di apperenti verità” sono state ispirate proprio dal quel passaggio della mia “inchiesta”, dove scrivo che gli articoli di Yoani Sánchez e “le 50 verità…” di Lamrani, sintetizzano il pensiero delle due parti sulla visione del “Sistema Socialista Cubano”, ed avevo aggiunto che: in entrambe i “campi”, dal mio punto di vista, ci sono moltissime persone che arrivano a scrivere “verità” che spesso non corrispondono all’oggettiva situazione della realtà cubana.-

     

    Come si è potuto notare, la parola “verità” l’avevo messa tra virgolette perché, quello che viene detto in ambo i casi, raramente sono menzogne, ma raccontano una situazione nella quale c’è una realtà molto più complessa e diversificata di quella che apparentemente si rivela.

     

    Proprio per questi motivi, quando mesi fa, la redazione de “I giorni e le notti” mi aveva invitato ad intervenire con un commento nel confronto che era nato a seguito dell’articolo di Loretta Emiri “Las jineteras …”, inizialmente avevo risposto che preferivo non esprimere la mia opinione, perché era molto “complicato” entrare nel merito delle varie realtà che quella società manifesta, per poi poterle far capire a chi non conosce a fondo Cuba con tutte le sue molteplici sfaccettature.

     

    Anche io, senza dubbio, non sono un profondo conoscitore di quel Paese, anche se ormai da quasi un ventennio vivo con una donna cubana e ho perso il conto di quante volte sono stato in quell’Isola.

     

    Ogni volta che mi ci trovo ho sempre cercato di interpretare la loro difficile realtà quotidiana vivendola in prima persona; e proprio per questo penso di saperne quanto basta per affermare che, quando si parla di Cuba, non si può pensare che ci siano “Verità rivelate” -da qualsiasi parte esse vengano-, soprattutto se prima non si sia approfondita il più possibile la versione “contrapposta” -ed anche in questo modo non si è mai certi di niente.-

     

    Perché, riguardo Cuba –ed è questo il problema– il dibattito si manifesta sempre come se si contrapponessero due tifoserie da stadio.

     

    Ormai questo l’ho capito da anni, ed allora cerco sempre di approfondire per elaborare al meglio i miei pensieri.

     

    Ed è proprio leggendo tra le interessanti pagine di questo Diario polifonico che ho imparato ancor di più a fare la differenza tra il “CREDERE” e il “PENSARE”.

     

    Cuba malecon

    Tutt’altro discorso è se iniziamo a parlare di quello che si “percepisce” dalla lettura del mio articolo. E si hanno tutte le ragioni quando qualcuno aveva scritto dell’ “apparente neutralità” della mia inchiesta.

     

    Ma un conto è non essere neutrale perché si cerca di falsificare o alterare dei dati che si pubblicano, o riportare documenti che sottolineano solo la “bontà” di una parte, e invece “denigrano” la parte avversa; altra cosa è che dalla lettura dell’inchiesta -dove le versioni delle due parti contenute negli articoli/video in qualche modo si equivalgono- si evince l’opinione dell’ autore.

     

    Ed è certo che si evince, e non è un opinione “neutra”; perchè penso che chi scrive su un argomento del genere non può far altro che farlo in modo “partecipato”. L’importante, come ho detto, è che non si alteri la realtà dei fatti.

     

    Io non ho cercato assolutamente di nascondermi dietro un dito, e per non creare “equivoci” l’ho voluto anche scrivere chiaramente nell’ articolo: “E come sia cambiata la mia “percezione” nei confronti di Yoani Sánchez, per capirlo penso sia stato sufficiente leggere il contenuto delle cose da me scritte nelle e-mail.”

     

    Ma quello che di personale ho fatto emergere, è stata solo la mia “delusione”, ritenendo credibili -secondo me- alcune delle cose che l’inchiesta aveva fatto emergere.

     

    Penso che questo non significhi realizzare un articolo “di parte”.

     

    Potrei invece affermare che -fino a quando non sono intervenuto io con i miei “punti i vista” sulla realtà cubana- in questo Diario polifonico era emersa solo ed unicamente una versione, sulla quale, forse, non era mai stato fatto il necessario approfondimento per conoscerne realmente l’oggettiva “verità”.

     

    Approfondimento che potrebbe portare anche alla conferma delle “versioni” fino a questo momento sostenute, ma senza averle credute veritiere a prescindere.

     

    Con questo non voglio dire che in me siano cambiate radicalmente le mie idee nei confronti di Y.S.; perché parte della sua “incisiva” battaglia per stimolare il Governo Cubano continuo a condividerla e sostenerla anche ora; le sue denunce deve continuare a farle, e la sua “sensibilità” poetico/letteraria è fuori da qualsiasi discussione-.

     

    Tutto questo però, non significa non “vedere” che dietro i suoi brevi “reportage” di denuncia ci sono anche altre “realtà” più complesse, che riguardano sia il funzionamento del complicato Sistema Cubano, e sia la molteplicità di “Gruppi mediatici” e di “Potere” che si sono volontariamente fatti carico di diffondere nel mondo la battaglia e le denunce della Blogger cubana.

     

    Anche se questa non è una sua colpa, secondo me, bisognerebbe saper fare una “giusta” distinzione tra quelli che vogliono sostenerti, scegliendo magari i “migliori” e rifiutando chi è poco “presentabile”.

     

    Quindi la mia “delusione” riguarda soprattutto questo punto.

     

    Ed il motivo è solo perché conosco bene “la Guerra” che questi “Gruppi” hanno sempre fatto contro Cuba per motivi “Ideologici e di Interessi”.

     

    Come ho avuto già occasione di dire, il tutto è cominciato per caso; in me inizialmente non c’era nessuna volontà di andare a cercare notizie su Y.S. con l’intento di scriverci poi un articolo.

     

    Soltanto alla fine, quando mi sono reso conto di avere quel materiale a disposizione, è successo che “per necessaria nascita” si è concretizzato il tutto.

     

    Guagua (1)

    Per sgombrare qualsiasi dubbio che la mia inchiesta sia nata da motivi “ideologici”, posso tranquillamente dire che ogni qualvolta mi trovo a Cuba -e non certamente per turismo-non c’è un giorno che passo su quell’Isola senza incazzarmi profondamente per tutte le storture e le conseguenti delusioni che quel paese ti riserva, anche semplicementeper svolgere la tua “semplice vita quotidiana”.

     

    Ma allo stesso tempo non riesco ad appoggiare ideologicamente qualsiasi  argomento che ne denunci i malanni e le forti criticità che quel Sistema ha creato, se mi rendo conto che sono verità parziali.

     

    Cuba cerrajero

    E parlando di verità parziali, riprendo le osservazioni di Nora Helmer che ha lasciato nei commenti della mia inchiesta “Cuba: … alla ricerca di apparenti verità”.

    Gli argomenti da Lei sollevati riguardano i temi della pedofilia, prostituzione minorile, e della violazione dei diritti umani.

     

    Tutti temi molto forti, che per potersi confrontare su di essi bisognerebbe avere almeno qualche elemento in più al riguardo, i quali consentirebbero di “capire meglio” la realtà socio-culturale cubana e farsi poi una “soggettiva opinione” su di essa, derivata almeno da una “conoscenza” un pò più ampia di quelle realtà.

     

    Ed allora, per quel poco di esperienza acquisita che ho su quel Paese, cercherò di portare a conoscenza alcuni dati nella seconda parte di questo articolo, che verrà di seguito pubblicato.

     

    Leggi qui la seconda parte

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