• Votare o non votare questo è il problema

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    g&n voto

     

    Domenica 9 e lunedì 10 giugno … e Shakespeare :

    “Traduzione” dall’Amleto di Gian Carlo Zanon

     

    Votare o non votare, questo è il problema: cos’è più nobile: sopportare gli oltraggi di Epifani ora difensore di Berlusconi, o i grani e i lacci del rosarioche Vendola snocciola nella saccoccia. Morire votando il cattolico antiabortista Marino, o un cattocomunista ammantato da sproloqui semantici vendoliani? Nulla di più angoscioso.

    Forse fare un sonno chimico e poi  dire che poniamo fine al cordoglio per le idee di sinistra e alle infinite miserie, naturale retaggio della politica. Questa potrebbe essere una soluzione da accogliere a mani giunte.


    Morire, dormire, sognare forse una vera sinistra: ma qui è l’ostacolo, quali sogni possano assalirci in quel sonno pre-votazione quando tutto è già deciso nelle stanze del potere finanziario in un groviglio mortale. Cosa ci trattiene da non votare … è la remora questa che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
    Chi vorrebbe, sopportar le frustate e gli insulti di Letta, le angherie dei Giovani Turchi, il disprezzo dell’homo berlusconis ignorantis, le angosce per l’ennesima delusione, gli indugi dei migliori, la tracotanza delle segreterie, i calci in faccia che il votante di sinistra riceve dai mediocri votati, quando, di mano propria, potrebbe saldare il conto non andando a votare?

     

    Chi vorrebbe angosciarsi per le decisioni  inquietanti  del governo Letta,imprecando e sudando sotto il peso della miseria politica, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo il voto, la terra inesplorata donde mai non tornò alcun votante onesto, a sgomentare la nostra volontà e a persuaderci di sopportare i nostri mali pre-voto,  piuttosto che decidere di non votare?

     

    Così ci fa vigliacchi il voto utile; così l’incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto di un ancor pallido pensiero della libertà del non voto. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso … e dell’azione perdono anche il nome…

    • …la politica, quello che resta della politica, dal punto di vista di chi vola alto con la poesia! Poesia=fantasia…. troppo semplice, ma certamente limpido e non torbido come certa politica…. quello che resta della politica.
      Bisogna suonare la campana a morte della politica, invece che della…. fantasia!? …così come recitava Shakespeare ne Il Mercante di Venezia: Dimmi dimmi dove nasce la fantasia….
      Una volta mi ricordo… (…era il 1983) di aver scritto una poesia sulla scheda elettorale ed usavo la parola…. annullarsi!

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