• Vademecum per decifrare la realtà

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    di Gian Carlo Zanon

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    Le parole sono importanti perché indicano – sarebbe meglio dire dovrebbero indicare – un oggetto specifico legato ad un’immagine: se odo la parola pane, evoco nella mia mente l’immagine mentale del pane quindi ovviamente, non evoco l’immagine del vino.

    Se odo la parola “politico” dovrei dunque evocare una persona che si occupa di politica, ovvero una persona democraticamente scelta dal popolo che si fa garante della giustizia e dell’equità sociale interponendosi tra li vari status economici e sociali con lo scopo di creare un equilibrio tra le parti in gioco.

    Ma come ormai abbiamo capito da tempo ormai non è più così. Non è più così perché, soprattutto dal craxismo in poi, i partiti sono delle aziende il cui solo scopo è il mantenimento, attraverso la massimizzazione dell’elettorato, del proprio potere politico da scambiare con i reali governatori della società mondiale, ovvero con le potenze economiche del paese e mondiali.

    Come abbiamo visto i “governi tecnici” si instaurano nei momenti critici ovvero quando un politico che gestisce una forza elettorale ragguardevole, punta i piedi. Lo possono fare perché i paesi sono indebitati fino all’inverosimile con   i potentati economici: banche, corporation, lobby, eccetera. I “governi tecnici” vengono mandati dai signori dell’economia per rimettere ordine nel teatrino della politica esattamente come farebbe in capocomico di una compagnia di attori che non seguono pedissequamente il copione a loro assegnato: “non siete capaci di interpretare la parte a voi assegnata? bene mettetevi da parte che questi nuovi attori professionisti prenderanno il vostro posto. Voi guardate e imparate bene la parte.”

    Ecco, detto in soldoni, il ruolo del politico si riduce a interpretare il suo ruolo stando nel posto assegnatogli. Non è un caso se il prossimo Presidente del Consiglio va a “chiedere consiglio” a Draghi. N’est-ce-pas?

    Come nel medioevo, c’è il sovrano (il potentato economico), il vassallo (il politico), il valvassore (il giornalista e  quel bestiario che gravita attorno al “sistema”).

    Vassalli e valvassori sono i guardiani messi a guardia del castello del potere economico ed hanno il compito di tenere a bada con tutti i mezzi, costi quel che costi, il popolo… più il signore del castello è bramoso e paranoico e più il popolo viene espropriato di bisogni materiali e di esigenze umane come i diritti umani. L’importante è che il cittadino, ormai trasformato in consumatore, creda che il teatrino della politica non sia finzione ma realtà; che creda di essere rappresentato da un partito che fa anche i suoi interessi; che creda di vivere in una democrazia in cui egli ha il potere di scegliere secondo i propri talenti.      

    Si badi bene, non vi sono documenti attestanti i taciti accordi tra i Vassalli e il signore del castello; tutto è fatto in silenzio o quasi: chi ha un vissuto in qualsiasi ambiente lavorativo sa benissimo che il loro lavoro è guidato, da ‘lievi suggerimenti’ e ‘occhiate parlanti’, da ‘parole che possono avere anche altri significati’ e da ‘esclusioni incomprensibili’. Solo chi si adegua con zelo al ‘sistema’, senza mai puntare i piedi, avrà la possibilità di scalare la piramide del potere e divenirne parte.

    Capacità, intelligenza e meritocrazia? Scordateli, sono solo un impiccio! Al loro posto sono richieste l’annichilimento della propria identità umana. Una volta sacrificato tutta o parzialmente la propria identità umana non ci sono più problemi: per il vassallo e per il valvassore si aprono come per incanto le vie preferenziali verso il culmine della piramide del potere che conta.

    Con questa griglia conoscitiva, che smaschera il sistema, potremmo chiederci il perché di ogni evento “politico” che si ripercuote sui cittadini, decifrare ciò che sta accadendo dandoci risposte coraggiose.

    La storia si ripete identica a se stessa e, come avveniva nelle monarchie assolutistiche dell’ancien régime – i potenti della terra ritengono di loro proprietà: acqua, energia, risorse naturali, territorio, individui … tutto. E se serve mandano al macello intere generazioni di giovani che credendo di lottare per la patria si uccidono vicendevolmente per dare ai loro sovrani la sovranità sulle risorse.  La plutocrazia internazionale sta facendo esattamente ciò che fece Luigi XIV quando, guidato dal fedele Primo Ministro il cardinale Jules Raymond Mazarin, creò lo Stato assolutista. L’unica differenza è l’anonimato dei nuovi sovrani che con i loro invisibili fili muovono vassalli e valvassori.  

    Il neoliberismo sempre più vorace, nella sua nuova veste di economia finanziaria globalizzata, è una divinità feroce. Come il dio Baal dei Cartaginesi, fagocita nella sua bocca fiammeggiante gli anelli deboli della catena produttiva o coloro che non vogliono entrare nel “sistema” plasmato sul delirio di chi lo domina, riuscendo a far credere, ai dominati, che la società neoliberista è la migliore possibile.

    4 ottobre 2022

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