Sanguinano le parole per farsi strada,
le mute assassine sparpagliano veli arsi
di serpenti cangianti.
Si annida nel ventre
l’urlo sdentato di un piccolo cuore fermato.
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Non mi chiederà
se sulla bomba che l’ha ucciso
c’era scritto arma proibita o missile intelligente,
non vorrà mai sapere la folle differenza
inventata da potenti bugiardi.
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Non gli dovrò neppure spiegare
che l’ha stroncato il balbettio insignificante
di scialbi governanti
proni al cospetto dell’odiosa sicumera
di chi sputa risposte già prima delle domande.
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Non potrò raccontargli che in un campo profughi
e nel suo sogno più bello
Mona ha scritto che ha solo cinque anni
vuole diventare grande per fare la dottoressa
e curare i bambini feriti.
.
Nelle terre assolate dei suoi giochi interrotti
sono fiorite le fiabe antiche
dell’infanzia del mondo,
ora la morte dispensa piogge di piombo e fosforo
nel nome di un padre qualsiasi.
.
Guerre falliche, piccolo cuore fermo,
proclamate da Nobel per la pace
e mercenari di un ogni dio,
fabbricanti di armi e spacciatori di oppio,
vermi ubriachi di petrolio.
.
La follia recita incessante lo stesso copione
si mostra nelle sue più impensabili forme,
al cospetto della signora indifferenza
che si è fatta obesa.
Quale omissione colposa fa tacere le piazze del mondo?
.
Neppure il pianto si sente,
soffocato dal guizzo di una candela che si spegne
e il rumore di un girasole superstite
che cerca il sole
prima che quest’estate si consumi.
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(settembre 2013)
Roberto Chimenti
9 Settembre 2013 @ 12:59
Molto bella!
Rosa Rivelli
9 Settembre 2013 @ 17:42
Grazie Gian Carlo..per il “ritmo” che gli hai dato.. per quelle braccia che stringono e quegli occhi di bimbo che ci interrogano come solo sanno fare i bambini. Senza giudizio ma anche senza appello. Un abbraccio.
Rosa
Rosa Rivelli
9 Settembre 2013 @ 17:48
Grazie anche a Roberto Chimenti