• Un tranquillo week end di paura milanese

      2 commenti


    Lettera di Sidonie Nádherny de Borutin

     

    Abbiamo ricevuto questo bellissimo commento da Sidonie Nádherny de Borutin ed abbiamo deciso all’unanimità di pubblicarlo anche nel settore Lettere al giornale. La sua bellezza mal si coniugava con le stanze cenerentolose dei commenti.  – La Redazione unanimemente ringrazia

    Caro Meis, ho visto oggi questo suo articolo sulla visita del Papa. Giusto ieri sera (5 giugno), à propos e per gli amici che non mancano a chiedermi notizie dall’Italia, mi è scappato dalla penna questa che le incollo (spero di non aver fatto troppi errori di italiano):
    “Il compito dei cattolici è quello di combattere l’amore romantico” (sic!)
    Mentre l’Italia si barcamena tra un altro dopo terremoto e un tasso di disoccupazione mai registrato, l’italietta di questi giorni da il meglio di se stessa. Berlusconi si rifà vivo (ma dov’era sparito?) con la sua ricetta anticrisi: stampare gli euro alla zecca di Roma! Oltretevere hanno dichiarato che i vescovi italiani non hanno l’obbligo di denunciare alla giustizia civile i casi di sacerdoti pedofili e hanno pensato bene di sbattere in gattabuia quel brutto delinquente di maggiordomo che sputtanava il Vaticano con le sottratte carte segrete.

     

    Ed ecco che arriva il week-end-family-day della visita del Papa a Milano e ti trovi tutti i canali nazionali a trasmettere e commentare l’evento, manco arrivasse Obama si sbraccerebbero tanto. Questa mattina il Corriere della sera ci ha lasciato a bocca aperta con una sovra-prima pagina (“numero da collezione”!) dove, sotto un gigantesco disegno di una similsacrafamiglia in miglior stile piazzanavona-ioteladisegnoallaleonardo, Claudio Magris titola “Famiglia, teatro del mondo”.

     

    Ma c’è di meglio: La Stampa oggi se n’è uscita con un intervista a Vittorio Messori, per chi come me non lo sapesse, «lo scrittore cattolico più letto al mondo, l’unico che può sfoggiare il record di libriinterviste ai Papi» e che a domanda risponde: «Un modo per salvare la famiglia tradizionale? Ritornare ai matrimoni combinati» Il compito dei cattolici? «Dichiarare guerra all’amore romantico… Se il matrimonio non è solo un continuo cinguettio emotivo, ma è anche un patto di vita, tanto vale rivalutare la saggezza di un passato nel quale i genitori sceglievano il marito alle ragazze…. Piuttosto che lasciare fare al caso meglio affidarsi all’esperienza di chi ha già vissuto e sa valutare non solo in base all’emotività, ma tiene presenti fattori quali l’età, la solidità e, perché no, il patrimonio…».

     

    La famiglia Adams ... stile Vittorio Messori

     

    E il sentimento dove lo mettiamo? «Ma è proprio questa concezione romantica dell’amore, figlia dell’Ottocento, tutta intrisa di retorica da libro Cuore, di ‘angeli del focolare’, che ha rovinato la famiglia cattolicamente intesa. Oggi, semmai, il compito dei cattolici è quello di combattere l’amore romantico. Il matrimonio, lo ripeto, non può basarsi soltanto sul sentimento, perché il sentimento è per sua natura mutevole. Senza la fede in Gesù, il ‘per sempre’ fra un uomo e una donna è irragionevole…I cattolici devono essere consapevoli di un fatto: il matrimonio monogamico e indissolubile ce l’abbiamo solo noi, è una specie di esclusiva….”».
    L’esclusiva cattolica del matrimonio monogamico e indissolubile che dichiara guerra all’amore romantica! Abbiamo raggiunto il colmo di questo tranquillo week-end di orrore-terrore italiano. Non ci resta che ritirarci a leggere un bel romanzo rosa, certi di svolgere l’attività più sovversiva che il paese ci riserva.

    Questo è l’articolo citato nella lettera

    • Gentilissimi de “I giorni e le notti”
      Leggendo la nota di M.me de Borutin, sono andata a risfolgliare questo libro che tanto mi ha commossa, autrici tante donne quanto le vite di donne che esso ricorda: “Donne del Risorgimento”, AA.VV., Mulino, Bologna, 2011.
      Cito un passo della prefazione: “C’è da chiedersi in che modo, in un paese che aveva un grandissimo numero di analfabeti (le donne che sapevano scrivere all’epoca erano solo il 13% della popolazione [italiana]) e diverse polizie sempre all’erta, poterono diffondersi questa voglia di fare l’Italia e la convinzione che era arrivato il momento di dire basta all’ordine costituito e alla tirannia della famiglia… Sulle donne e gli uomini che sapevano leggere, paradossalmente esercitò notevole influenza uno scrittore che certo rivoluzionario non era: Alessandro Manzoni. I promessi sposi, pubblicati nel 1827, ebbero un successo straordinario per l’epoca: seicento copie vendute in meno di venti giorni. La trama, che vedeva due giovani di modesta condizione sociale difendere ostinatamente la loro libera scelta matrimoniale, lottando contro i potenti e i costumi del tempo, fu percepita come un segnale di tempi nuovi. Ben più forte ovviamente, fu l’influenza degli scritti di Giuseppe Mazzini, diffusi di mano in mano e pazientemente copiati.”
      Senza gli scritti di Mazzini,certo, l’Italia forse non ci sarebbe. Ma chissà se gli scritti di Mazzini sarebbero bastati a ispirare l’enorme sentimento che mosse i giovani d’allora, assieme a tante donne, a lottare, anche contro i matrimoni che avevano da farsi… per la libertà di innamorarsi.
      Viva la Repubblica Romana, sempre!
      Margeret Fuller

    Scrivi un commento