• Tributo alla realtà … la realtà del sogno

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    Il mio mondo vive di sogni e sta morendo di realtà

     

    Quando definisco Grillo con il fonema “idolo” lo faccio per aver assistito a vere e proprie estasi mistiche dei suoi seguaci, acchiappate al volo dai cronisti e cameramen che come volpi furbe di Jean de La Fontaine rubavano ai devoti  momenti catartici.

     

    di Adriano Meis

    Leggi qui la prima parte dell’articolo

     

    27 febbraio 2013

     

    Come promesso ritorno per continuare il mio incompiuto lavoro. Il materiale eterogeneo che avevo versato nel calderone è fermentato, e il calore dato dalle braci del pensiero inquieto lo ha portato in ebollizione. Ora  cercherò di definire verbalmente il distillato che si sta lentamente raccogliendo  nel boccale di cristallo.

     

    Ritorno con un ossimoro espresso nel titolo: realtà e sogno sono, o dovrebbero essere, due elementi inconciliabili. Certamente quando, in questo contesto, scrivo “sogno” uso la parola strappandola dalla semantica che gli è propria e che parla del tempo onirico. Quel tempo in cui il rapporto con realtà viene messo tra parentesi per lasciare libero il pensiero interno che si manifesta attraverso il  linguaggio delle immagini inconsce.

     

    Qui quando uso la parola sogno intendo ciò che va oltre i bisogni.  Qui quando uso la parola sogno intendo parlare delle esigenze umane che possono anche prescindere dalla soddisfazione dei bisogni. Certamente conoscete l’espressione “sognare ad occhi aperti” è questo che intendo; con questa espressione si intende andare un po’ oltre la realtà, ma non necessariamente perdere il rapporto con la realtà in senso patologico. Diciamo che ad una realtà data si sovrappone un’esigenza che si vorrebbe realizzare nonostante le oggettive difficoltà.

     

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    Nel distillato come prima cosa trovo una frase di Beppe Grillo, l’idolo del M5S, ascoltata in questi giorni, e subitamente inserita nell’intruglio,  durante una delle tante interviste volanti a cui ho assistito. «Saremo un po’ più poveri ma anche un po’ più felici». Questa sua proposizione potrebbe assomigliare molto al concetto lombardiano di “società diversamente ricca”. Vale a dire una società in cui si può fare a meno della macchina potente e di tutto ciò che è un mero status symbol per pervenue  – che non sono esigenze umane ma solo alienazione feticistica – per dare vita ad una ricchezza fatta di rapporti umani, di socialità, di condivisione; una società in cui eguaglianza e giustizia sociale siano il fine da perseguire.

     

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    E allora qual è la differenza tra Grillo e il socialista Riccardo Lombardi? La differenza sta nel fatto che Lombardi, fondatore nel 1942 del Movimento Giustizia e Libertà, si oppose al nazifascismo realizzando la propria identità umana e permettendo alle generazioni future di realizzare la propria. Inoltre la sua vita politica fu sempre coraggiosa e controcorrente, tanto da essere emarginato persino dai partiti di “sinistra”.

    Non mi sembra che queste caratteristiche, per il momento, corrispondano all’immagine di Giuseppe Grillo. L’idolo del Movimento 5 Stelle possiede un background identitario che, apparentemente, è molto molto distante da quello di Lombardi.

    È anche vero però che la forma in cui si presenta l’inumano non è la stessa degli anni in cui il nazifascismo era una tragica realtà. Si potrebbe, estensivamente, anche pensare che la Resistenza al “nuovo ordine”, imposto dalla bramosia degli esseri umani che si nascondono dietro simboli bancari, non si nasconda più in panorami impervi ma nella rete del web. In effetti molte realtà ribelli al sistema  si annidano nella rete informatica. Senza internet le “primavere arabe” non avrebbero avuto luogo. Senza internet il M5S probabilmente non esisterebbe.

     

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    Non dimentichiamo che il M5S, ora, non è solo Grillo, ma anche le decine di persone che da oggi siederanno sugli scranni del potere e avranno le mani molto vicine ai bottoni del comando.

    È inutile dire che la realtà delle persone si percepisce non solo dalle idee che esprimono verbalmente ma anche e soprattutto dallo loro prassi di vita, dal loro cammino esistenziale.

    Grillo cavalca la realtà delle cose che gli altri nascondano con mille trucchetti da prestigiatori d’avanspettacolo. Ma perché lo fa? Qual è l’intenzionalità cosciente ed inconscia di Giuseppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio presidente della premiata ditta di informatica Casaleggio Associati, Società a Responsabilità Limitata? Non lo sappiamo. Vedremo.

     

    Quel richiamo alla felicità di Grillo potrebbe avere gli stessi contenuti del movimento hippy degli anni sessanta settanta.  Lui spesso mi ricorda i vari Sathya Sai Baba, di quel periodo. Potrebbe anche essere uno di quei sessantottini  – Giuliano Ferrara docet – che dopo vuoti appelli comunistoidi sono frettolosamente rientrati nei ranghi del sistema di cui ora sono i guardiani mediatici del sistema.

     

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    Quando definisco Grillo “idolo” lo faccio per aver assistito a vere e proprie estasi mistiche dei suoi seguaci, acchiappate al volo dai cronisti e cameramen che come volpi furbe di Jean de La Fontaine rubavano ai devoti  momenti catartici. Giuseppe Grillo è divenuto una divinità per milioni di persone che hanno alienato su di lui le proprie speranze di salvezza. E non è che si può dare loro completamente torto. Come ha detto ieri sera un giornalista molto intelligente di cui mi sfugge il nome , il M5S è come una bicicletta: sta in piedi solo se continua a correre, altrimenti cade. Ciò significa che il movimento guidato dal leader carismatico Grillo non solo non può perdere la sua purezza e intransigenza ma deve anche alzare continuamente il tiro.

     

    Mi viene in mente il concetto di Lev Trotskydi rivoluzione permanente . Vedremo se questa bicicletta pedalata da un quarto di parlamentari sarà, in grado di correre sul terreno accidentato della politica italiana. Vedremo.

    Questi individui che vengono comunemente definiti “grillini”  sanno che chi ha indossato i panni di divinità salvifica scevra dal “peccato originale”, non può permettersi di avere degli apostoli che, appena seduti sugli scranni parlamentari, si identificano con il sistema. Il loro elettorato li ha votati perché loro si identifichino dal sistema.

    Lo possono fare i politici del Pdl perché il loro elettorato assomiglia tantissimo al loro leader. Di Pietro “il moralizzatore” non appena è stato preso con le mani nel sacco ha perduto l’appoggio del proprio elettorato che in lui vedeva un alfiere della morale. E perché? Perché, generalizzando,  chi votava Di Pietro era una persona onesta che non si è più riconosciuta in lui.

     

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    Non ci si deva mai scordare le dinamiche inconsce che intervengono nel rapporto tra elettori ed eletto. C’è sempre l’alienazione di una parte di sé dell’elettore verso chi sceglie di essere rappresentato. E quando si sceglie, si elegge sempre qualcuno che in qualche modo ci “assomiglia”, o ci si illude che ci assomigli. Certamente l’alienazione è più o meno considerevole a secondo dell’identità umana delle persone. Chi possiede una “considerevole identità” ha anche per sorte una più limitata possibilità di scelta. E quindi se non ci sarà nessuno che gli assomiglia dovrà necessariamente dare un voto politico di testa e non di pancia, escludendo l’alienazione di sé. Chi non possiede una “considerevole identità” si fa rappresentare politicamente da persone simili a se stesso e, e visto il parco politico finora a disposizione, non avrà nessun problema a trovare il suo “alter ego”. Lo detto anche Berlusconi, me lo ricordo benissimo: «Chi mi vota non solo la pensa come me, ma è come me» ipse dixit , ed è così.

     

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    Ora perché nel mio impuro distillato c’è anche Grillo? Perché apro con il titolo “la realtà del sogno”?

    Semplicemente perché da quelle informazioni sullo stato delle cose che avevo messo a macerare, in cui vi sono segni evidenti di un golpe strisciante preparato da anni dal potere finanziario con la complicità dei politici europei, viene prodotto un distillato che parla di una evidente ribellione verso questa Europa governata dalla banche. Certamente è un distillato ancora pieno di scorie tossiche, in grado generare bacilli molto pericolosi per la democrazia, ma dà delle indicazioni precise: ben il 25- 26% dei votanti, anche se in modo a volte confuso, ha votato per fermare banche e potere economico che stanno dissanguando l’Italia e i paesi del “Sud Europa”, cioè Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, e per scardinare il sistema.

    Un altro 29% ha votato per continuare a stare nel sistema dei condoni, della mafia, della corruzione ecc. ecc. .

    Un 9% ha votato per chi vuole continuare a impoverire i cittadini italiani, favorendo Banche e potere finanziario.

     

    Il Pd: difficile stabilire, vista l’eterogeneità dei votanti Pd, per chi ha votato l’altro 29% più mezzo punto. Certamente una parte minoritaria pensa che l’unico modo per non farsi ficcare in un cul-de-sac  sociale ed economico sia la strada intrapresa, finora solo con le parole di Grillo, dal M5S. Altri hanno votato Pd per tradizione. Altri perché, hanno pensato ad un “voto utile”. Altri perché sono stati confusi dai messaggi schizofrenogeni, o quantomeno fuorvianti provenienti dai dirigenti del partito.

    Io non so che succederà domani, ieri c’è stato persino chi ha cominciato a parlare di un possibile incontro tra Pd e M5S. Io me lo auguro. Certamente, se succederà vi sarà una sanchizzazione del M5S e una donchisciottizzazione  del Pd e questo in qualche modo è auspicabile. La prima scelta comune, ad esempio, potrebbe essere la soppressione della TAV,  che è politicamente improponibile come lo era il ponte sullo stretto di Messina. La scelta suicida del Pd sulla TAV gli ha fatto perdere una vagonata di voti piemontesi.

     

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    Anche se è certamente vero che molti votanti sono stati abbagliati da divinità salvifiche che hanno fatto loro promesse che non potranno mai essere esaudite, è anche vero che loro c’hanno creduto perché hanno creduto di vedere i loro indefiniti sogni concretizzarsi. Il risveglio di queste persone sarà tardivo e drammatico perché quei sogni, come diceva Omero, giungono dalla porta d’avorio portando inganni.

     

    Sto leggendo Ten Days That Shook the World, il famoso reportage sulla Rivoluzione d’Ottobre scritto nel 1919 dal giornalista John Reed. Certamente la realtà storica di oggi non si può essere paragonata a quella esistente in Russia nel 1917, ma mi colpiscono molte somiglianze. Ad esempio il fervore rivoluzionario dei rivoluzionari, evocato dalle parole di Reed, ricorda molto le scene che vedo nelle piazze colmate dal carisma di Grillo e dalle sue parole. I soviet,che nel 1917 altro non erano che i consigli elettivi degli operai, dei contadini e dei soldati, ricordano in modo impressionate le decisioni che il M5S prende votando in rete. Certo anche lì vi erano manovratori carismatici, Lenin, il giovane Stalin ed altri, e l’immagine che il giornalista americano  di Trotsky assomiglia in modo impressionate a quella di Grillo che vedo sbraitare da mesi sugli schermi televisivi. Certo, non posso fare a meno di pensare ai totalitarismi nati nel secolo scorso … ma … ma….

     

    Danimarca, Copenhagen. Lev Trotsky -2

     

    Ma penso anche, e il mio distillato me lo conferma, che ci troviamo di fronte ad una scelta difficile. Il nemico da combattere è un gruppo ristrettissimo di persone rintanate in grattacieli e bunker irraggiungibili. Queste persone tirano le fila di burattini posti in luoghi deputati a guardia della loro strabordante ricchezza. Guardiani, sicari e sciacalli tengono in piedi, costi quel che costi, un sistema disumano che si va via via inasprendo man mano che le risorse naturali del pianeta si assottigliano. Questi esseri asociali, che con la loro violenza, fisica e propagandistica, riescono a immobilizzare la mente, e se è necessario anche il corpo, di milioni di persone, hanno solo un fine: il proprio arricchimento a scapito dell’impoverimento dei più.

     

    Monti e Berlusconi e molti, troppi, esponenti del Pd con ruoli diversi ma binari, hanno il compito di confondere e irreggimentare gli Italiani che per un “problema” di umanità, di onestà intellettuale, e a volte per carenza di strumenti culturali sufficienti per tradurre i fenomeni sociali e politici, non fanno parte integrante del sistema lobbistico.

    Lo stesso vale per giornalisti, economisti, filosofi, ecc.,  legati in modo tacito ed ossequioso al sistema.

    Tutti sappiamo ormai che la stragrande maggioranza dei parlamentari, tranne il 25% del M5S e qualche sparuto gruppo di resistenti occulti, hanno da subito stabilito tra di loro, in modo traversale un tacito, un accordo benedetto dalle banche, dal potere finanziario, dalla Chiesa cattolica e dal mondo  imprenditoriale, a cui durante la campagna elettorale, hanno rivolto continui hommages  silenziosi e invisibili.

     

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    Grillo ha si è preso i voti di molti che hanno capito che questo sistema presto o tardi stritolerà la società civile e non si è più fidato dei partiti di sinistra, che al primo accenno al potere bancario di Fassina sono stati silenziati, dal funzionario di quel potere: Mario Monti.

     

    Il distillato uscito dall’alambicco, pur se ancora opaco, dice anche che se il Pd si allea a destra è finito. Oramai menzogne e giochini finanziari come l’aumento dello spread non funzionano più. È meglio che la sinistra ritrovi la propria immagine perduta in cui gli elementi di eguaglianza e giustizia sociale sono imprescindibili, come imprescindibili sono i sogni e le esigenze umane, messe tra parentesi.

     

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    Assaggio alcune gocce del mio distillato, e dalla mente piacevolmente annebbiata dall’alcol spunta un pensiero: perché proprio ora che l’occidente, liberatosi dalla schiavitù dei bisogni, stava raggiungendo un grado di civiltà e di pensiero che gli consentiva di rivolgere la mente alle esigenze umane, viene ricacciato nel tunnel di necessità materiali primarie come il lavoro, la casa, addirittura il cibo.

    Credo che per rispondere a questa domanda dovrò ripassare nell’alambicco questo distillato ancora troppo torbido.

    Ci ritroviamo su queste pagine tra qualche giorno

    2 febbraio 2013

    Continua … leggi qui la terza parte

    • ciao, vorrei sapere dove sono andati a finire i 20 milioni di italiani, qualcuno,non io ,direbbe, il primo partito, piu o meno,visto che nell ‘ articolo sopra sono del tutto ignorati, ,che hanno coscientemente o no, disertato, le latrine elettorali?
      sfanculando non solo tutti i partiti ,e con esso tutto il sistema democratico ,ma sopratutto il re del vaffanculo il capo comico in persona e tutta la sua squallida bettola a 5 stelle,compreso il suo direttore con tanto di parruccone,quella specie di robot informatico ,e tutti i milioni di smanettoni di mouse, loro si a rischio di cecità;,dal ricco imprenditore mai sazio di soldi,allo sfruttato con le millenarie e ormai consunte, pezze al culo, dai fascisti ,agli antagonisti,dai bottegai,ai garzoni ecct ecct.che affollano quelle misere e desolate; di vita ,di lotta ,e di libertà, stanze. con buona pace di tutti gli ipocriti che nella melma democratica hanno tranquillamente sguazzato fino a ieri ,facendosi e sicuramente visto l ‘ andazzo continuandosi a fare, costituzione alla mano,i cazzi propri con le vite degli altri.

      forse mi chiedo, che i refrattari ad oltranza ad ogni potere e ad ogni regime,anche a quelli che offrono prima la carota ,e poi il bastone……..non affollano,e come potrebbero mai ,i tuo incubi, che con uno strano eufemismo ,chiami sogni?
      ps
      di sancho il grillo a solo la panza, non certo la dolcezza e la dignità i sogni,e bersani e il suo elettorato rappresentano i mulini a vento,contro cui don chisciotte a ragione si scagliava , perchè in essi vedeva il nemico da combattere .
      dopo il televenditore di bolle di sapone di arcore con i soliti e devoti leccaculi fascisti,che oramai, e se ne sono accorti anche gli americani,si avvia al tramonto, non solo politico,e malgrado gli sforzi immani dei chirurgi plastici, anche fisico,la sua lunga telenovela sembra sia terminata , fa la sua comparsa e si avvia a prenderne la prima serata,con la benedizione dei veri padroni di questa nazione,i sopra citati americani,il barbuto re del blog a pagamento……..il grillo parlante e il suo nuovo ordine religioso internetiano a 5 stelle.con l ‘ approvazione del sinistro e reprovevole cardinal bertone,a cui il grillo pare sia fanaticamente devoto.sembra abbia promesso al barbuto un ‘audizione con tanto di benedizione di papa imbroglio.

      anarchia libera tutti anche gli ingenui pesci caduti incosapevolmente nella RETE di bruti e famelici pescatori.
      ciao

      • Senti Ipazia/Bakunin, il dicorso sulla ribellione è un discorso enorme e complesso. Il tuo pseudonimo in qualche modo rappresenta l’Alfa e l’Omega del concetto di rivolta. Anche Pannella, che ieri ha sbroccato sfasciando uno studio radiofonico e ferendo un giornalista (alla faccia della non violenza gandiana sventolata in manifesti e proclami del Pr) viene considerato un ribelle. Non da me naturalmente.
        Ipazia, come tu ben saprai, si è ribellata ai dogmi cristiani, continuando pervicacemte a cercare la verità inscritta nella natura non umana e nella realtà umana. Lo stesso fece Giordano Bruno.

        Михаи́л Алекса́ндрович Баку́нин ovvero Bakunin elaborò teoerie condivisibili, che però non giungono a mostrare l’essenza della reltà umana.

        Ad esempio questa frase molto affascinante “. L’uomo quindi ha una missione da compiere, e tale missione, non potendo per un materialista essere Dio ad affidargliela, non può che essere la Natura”. andrebbe spiegata. Come può essere la natura, che è per antonomasia non umana affidare all’uomo, la sua missione? E’ un discorso pericoloso perché se si definisce la realtà umana come uno stato di natura si arriva a homo homini lupus, e si finisce nel nazismo.

        ma certo una ricerca su Bakunin non si può esaurire in poche battute. Certamente il suo pensiero, in quanto libero era per certi versi lungimirante. Questa frase ad esempio va benissimo anche ora:

        « E’ sulla finzione di questa pretesa rappresentanza del popolo e sul fatto concreto del governo delle masse popolari da parte di un pugno insignificante di privilegiati, eletti o no dalle moltitudini costrette alle elezioni e che non sanno neanche perché e per chi votano; è sopra questa concezione astratta e fittizia di ciò che s’immagina essere pensiero e volontà di tutto il popolo, e della quale il popolo reale e vivente non ha la più pallida idea, che sono basate in ugual misura e la teoria dello Stato e la teoria della cosiddetta dittatura rivoluzionaria. »

        Ma manca sempre la parte costruttiva. Non possiamo più fermarci a questo pensiero depressivo espsresso da Montale: “Solo questo possiamo in questo momento farti presente, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.” ora dobbiamo cercare di capire chi siamo, come reltà umana e e cosa vogliamo divenire, altrimenti, per noi atei, la vita è solo un’assurda corsa verso la morte.

        A.M.

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