• … si fa sera … poesie … Sapphō

      2 commenti

     

    Sparita è la luna e le Pleiadi,

    a metà del suo corso è la notte,

    l’ora del tempo varca.

    Io dormo sola… 

    Saffo

    GRECIA – VII Secolo a.C.


    “Dolce-ridente Saffo coronata di viole” la chiamò Alceo di Mitilene che ebbe la fortuna di conoscerla. A tutt’oggi, a duemila e settecento anni di distanza, Saffo continua a incantare l’umanità. Perché la poetessa di Lesbo cantò i più delicati e sottili moti dell’anima, l’enigma dell’innamoramento, la forza struggente della passione, il distacco, la nostalgia, la melanconia; fu la prima voce a parlare di sé stessa della letteratura greca e dunque dell’intera letteratura occidentale. Pochi frammenti sono pervenuti della sua opera ma la loro forza è immensa. Quella di Saffo fu una figura straordinaria, anche se troppo a lungo si è insistito, forse con eccessiva malizia, sul tiaso da lei fondato per educare le fanciulle al culto delle Muse e sugli strani dolci amori che là fiorivano. Ma non bisogna dimenticare che proprio in quel luogo privilegiato nasceva un nuovo modo d’intendere la poesia. Una poesia struggente e di rara bellezza, capace di piegare l’esperienza eroica di Omero all’impeto dei sentimenti. Solo il cuore di una donna poteva arrivare a tanto e sfiorare l’Assoluto nei suoi versi d’amore.

    • 1
      questo disco che ora irrora tacito di luna
      e tu calmavi col sangue qualunque ebrezza,
      era di un’ala
      la cui lievità vedi cadere nel sogno….

      a partire da qui ora si danza,
      ora si sogna.

      2
      …….forse ti so dire questo solo
      folle sul tuo cuore come sopra il cuore d’un leone.
      3
      …….come era desto il mattino e in fiore
      sulle tue labbra.

      4
      ma non m’interessa piu della vita.
      oggi mi curo della morte.
      fra poco e alla svelta morrò
      perchè anche tu con me sul lago
      verrai domani.E la pelle e adunca
      o si screpola oppure sbadiglia.
      con te tergeversare non vale una lunga
      pena.
      poco m’interessa ella,
      ora vergine sbadiglia
      e il sangue è fluido o è la medesima
      cosa.
      tu come un giunco fresco
      un narciso hai messo alle nari.

      lorenzo calogero……….alcuni frammenti di sue poesie.

      montale disse di lui: questo poeta incapace di vivere si era creato un habitat di parole poco o nulla significanti.

      forse il sommo poeta premio nobel della letteratura……..lui si capace di vivere e bene anche ,leggendo calogero………….le uniche poesie insignificanti capì…….. di averle scritte lui.

      ciao antonio

    Scrivi un commento