• Scienza e scemenza – Non affannatevi, pagelle, voti e lauree sono solo una questione genetica

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     di Gian Carlo Zanon

     

     Chissà come sarebbe contento il nostro Lombroso, convinto, come i leghisti d’altronde, dell’inferiorità mentale dei meridionali “infidi, pigri e riottosi; razza maledetta dal cranio anomalo”. E chi potrebbe dubitarne dopo averli visti trascinare le loro valigie di cartone e spago nei quattro angoli del globo. È notorio: al di là del Minturno vive da sempre una progenie viziata geneticamente: Solo un’anomalia della specie, presente in quella vil razza, avrebbe potuto determinare un simile abbruttimento.

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    Forse i meridionali, stando chiusi nelle loro catapecchie del Sud, tipo quelle disseminate nella Valle dei templi di Agrigento, non avevano letto la famosa frase di colui che saccheggiò la lingua siciliana per poter poi scrivere “fatti non fummo per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.

     

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    Dicevo … chissà come sarebbero stati contenti Marco Ezechia (Cesare) Lombroso,  il geniale scopritore della antropometria, con la quale sondò i meandri della psiche,  e gli scienziati teorici della superiorità della razza ariana,  leggendo l’articolo della giornalista Elena Dusi su Repubblica.it  di oggi dal titolo Primi della classe si nasce: “I voti a scuola sono scritti nel DNA” , e dal sottotitolo Una ricerca inglese: i geni contano più degli insegnanti e dell’ambiente familiare. Inoltre Aldous Huxley, l’autore di Brave New World, vedrebbe confermate le sue fantasticherie avveneristiche su un mondo disumanizzato dalla tecnica genetica.

     

    Ma non è proprio il caso di turbarsi: da anni la psichiatria organicista persegue con indomito coraggio e con “viva soddisfazione … economica” la strada della psicofarmacologia, decretando la condanna a vita a coloro che sono nati con “malattie psichiche congenite”.

     

    complotto_terroneQuindi, visto i presupposti scientifici e culturali egemoni, non ci su deve stupire se la giornalista, già nota per alcuni suoi articoli in cui parla, con assoluta certezza scientifica, sia della realtà psichica  del neonato che reagirebbe  (nonostante il pensiero abbia inizio alla nascita)  all’ambiente esterno, sia delle sensazioni e dei pensieri dei computers. Non ci si deve stupire, dicevo, se Dusi scrive: «I voti a scuola sono scritti nel Dna. Il peso dei geni nel successo sui banchi è doppio rispetto a ciò che viene da sempre valutato come essenziale per l’educazione dei ragazzi: famiglia, scuola, ambiente socioeconomico.» D’altronde non vedo perché la giornalista dovrebbe assumere un atteggiamento critico verso queste “scoperte epocali” visto che gli accreditati psicologi del King’s College di Londra sulla rivista Plos One, scrivono: «Le differenze nei risultati scolastici sono altamente ereditabili. La variabilità dei voti può essere in larga parte attribuita alla genetica, che conta molto più di scuola e ambiente familiare». Ergo: se mio padre era un somaro io potrò essere al massimo un mulo, ma non potrò mai essere un purosangue.

     

    «Un buon insegnante – scrive ovviamente Dusi – determina il 29 per cento delle differenze nel successo scolastico dei sedicenni inglesi giunti alla fine della scuola dell’obbligo. I geni ereditati da padre e madre pesano invece per il 58 per cento.»

    la-difesa-della-razza-anno-ii-n19-dic1939Naturalmente la giornalista non si ferma al mero dato materiale ma esplora anche questioni esistenziali e metafisiche che non hanno trovato risposta neppure nella Mente di Amleto: «…quanta parte del nostro destino è scritta nel Dna prima ancora della nascita? Non si rischia così di cadere nel determinismo o nell’eugenetica?» Ma l’errare angosciato del suo pensiero da temeraria esploratrice viene subito placato dallo psicologo del King’s College Robert Plomin, nonché pioniere nella ricerca delle cause genetiche del comportamento umano «Anche attitudini, fame di imparare, motivazione e impegno sono tratti influenzati dalla genetica.»

     

    Naturalmente questi dati riportati da Elena Dusi vengono dimostrati da prove scientifiche  “da laboratorio di analisi”, al di là di ogni ombra di dubbio, come quelle del caso del genetista vincitore del Nobel, Paul Nurs il quale si era chiesto per tutta la vita «Ma in che cosa sono diverso?», visto che i miei tre fratelli hanno abbandonato la scuola a 15 anni. Alla fine Nurse scoprì cosa lo differenziasse da quegli ignorantoni dei suoi fratelli: «al momento di chiedere la Green Card dopo essere stato nominato presidente della Rockefeller University di New York, venne a conoscenza di essere figlio di un padre sconosciuto.» Ed ecco così la certezza dell’assunto scientifico: la differenza tra il premio Nobel  non era da addebitare a dati ambientali, (come, ad esempio un maggior amore della madre verso di lui che era frutto di  un esaltante rapporto passionale mentre gli altri tre di una routine sessuale domestica)  ma del gene dell’amante sconosciuto.

    Tant’è vero che il gene clandestino è scientificamente riconoscibile mentre né degli eccessi passionali, né dell’amore ricevuto dal neonato, non rimane nessuna traccia genetica scientificamente rintracciabile.

     

    Certamente qualche romanticone penserà che l’intensità, maggiore o minore, dell’amore e dell’interesse verso un neonato e un bambino, può determinare in lui reazioni mentali che in seguito diverranno capacità cognitive esemplari, ma tutto ciò non può essere misurato e quindi non può avere nessun  valore scientifico. Praticamente non esiste o se esiste è poca cosa di fronte alla infallibilità della genetica.

     

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    Come scrive la giornalista scientifica della Repubblica.it «Lo studio ha dimostrato anche che l’ereditarietà dei voti scolastici è più alta per le materie scientifiche rispetto a quelle umanistiche, decresce leggermente con l’età e si fa sentire in modo più incisivo fra i maschi rispetto alle femmine.» Quindi lasciate perdere idee che parlano di libertà di pensiero e di libero arbitrio: scienza e religione protestante in questo caso sono d’accordo nel dire che la mente dell’essere umano è determinata dai propri geni … che altro non sono che il frutto della volontà del demiurgo. Non ci resta che cercare di modificare il nostro destino genetico attraverso sostanze chimiche, e mutare lo spirituale, che risiede nella mente, attraverso devote preghiere da inviare direttamente al demiurgo.

     

    lega-torturaCome vedete quando si arriva a questi livelli di astrazione mentale la scienza si ricongiunge alla gemella religione creando assurdi déclic mentali non riscontrati dalla maggior parte dei giornalisti incapaci di avere un pensiero proprio in grado di reagire a notizie palesemente fuorvianti. Se queste assurdità, anche grazie all’informazione mediatica, diverranno sempre più “pensiero egemone”, tra qualche anno l’ammissione all’Università, come durante il nazifascismo, sarà determinata dal dato genetico e non dalla bravura degli studenti … e c’è da scommettere che nei ragazzi di famiglia abbiente si troveranno geni superdotati … credete a me.

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