• Rignano Flaminio ovvero Salem – Vanity Fayr intervista la “strega delle streghe” della scuola materna Olga Rovere

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    di Nora Helmer

     

    Salem, New England – Nel 1962, nel villaggio di Salem, New England, furono processate e condannate a morte 19 persone per il reato di stregoneria. Durante il processo 55 tra uomini e donne vennero torturati per aver reso falsa testimonianza; 150 sospettati vennero imprigionati e altri 200 individui vennero accusati di stregoneria.

    Dopo mesi di terrore e di morte alcuni dei reverendi più influenti del Massachusetts spinsero il governatore a sospendere i lavori del tribunale. L’anno successivo un’apposita corte pose fine agli orrori.

     

    Tutto iniziò nell’inverno del 1691 quando Elizabeth Parris e Abigail Williams, la figlia e la nipote del parroco Samuel Parris , cominciarono a comportarsi in modo inusuale, in particolare a rimanere piuttosto taciturne. Uno dei medici interpellati per verificare se le ragazze fossero malate affermò che l’unica spiegazione poteva essere la possessione da parte del demonio indotta da qualche strega. Nel frattempo altre adolescenti, si misero a comportarsi come Elizabeth e Abigail.

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    Incalzate dai giudici le ragazze accusarono una schiava indiana schiava del pastore Parris. Il 25 febbraio, le adolescenti indicarono altre due donne come streghe: Sarah Osborne e Sarah Good. Sarah Good era una mendicante nota in città, figlia di un oste francese; venne accusata poiché parlava spesso da sola. Sarah Osborne era una signora anziana ed inferma che aveva dato al suo compagno gli averi che avrebbe dovuto lasciare in eredità ai figli del suo primo marito. Insomma due donne un po’ fuori dalla norma.

     

    Pian piano altre ragazze denunciarono altre persone e in pochi mesi un quarto della popolazione venne ritenuta a vario titolo complice del demonio. Iniziarono le torture, i processi, le condanne e le esecuzioni fino a che si pose fine a quella tragedia.

     

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    Rignano Flaminio, Italia – Come racconta S. Nucini su Vanity Fair nel suo articolo La strega delle streghe, la vicenda della scuola materna  Olga Rovere di Rignano Flaminio «inizia il 9 luglio del 2006 con una denuncia dei genitori di N, quattro anni, che da qualche tempo è strana e ossessionata dai genitali, i suoi e anche quelli del cane. Dice che a scuola giocano così, a toccarsi le patatine «come ci ha insegnato la signora». La scuola è la materna Olga Rovere, la signora, dirà poi la bambina, si chiama Patrizia.»

    «Patrizia – scrive Nucini – era maestra d’asilo a Rignano. Col marito e altri colleghi è finita in carcere per pedofilia. Ora, dopo 8 anni, sono stati tutti assolti. E qui ci raccontano la loro vita “in una prigione senza sbarre”»

     

    La “Patrizia” chiamata in causa dalla bambina è Patrizia Del Meglio. Patrizia Del Meglio con il marito Gianfranco Scancarello, le maestre Marisa Pucci, Silvana Malagotti, la bidella Cristina Lunerti – nella fase iniziale anche il benzinaio del paese Kelum Weramuni -, sono stati tutti imputati nel processo per presunti abusi sessuali a carico di 21 bambini di Rignano. Il processo si è concluso il 16 maggio di quest’anno con la sentenza della terza Corte d’Appello di Roma. Tutti assolti con formula piena «perché il fatto non sussiste».


    Patrizia Del Meglio nell’intervista racconta quella storia assurda iniziata Il 12 ottobre del 2006, alle 6 del mattino, quando una trentina di carabinieri suonano alla sua porta. Sono una trentina, alcuni imbracciano le armi, altri indossano le tute bianche del Ris. Ci sono anche i loro quattro figli, la più piccola allora aveva tre anni. I più grandi leggono la notifica della perquisizione appoggiata sul tavolo dove stanno tutti seduti in silenzio. Tre giorni dopo Patrizia Del Meglio Patrizia torna a scuola e, nonostante, le pressioni vi rimane per tre mesi «Poi, non ce l’ho fatta più». I bambini che avevano abbandonato la classe, piano piano ritornano, ma solo 16 dei 25 bambini che c’erano prima del dramma.

     

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    S. Nucini scrive nel suo articolo «Non è la prima volta. Negli anni Ottanta la collina su cui sorgeva la scuola McMartin, a Manhattan Beach, California, fu sventrata dalle ruspe. Si cercava una grotta in cui quaranta bambini raccontavano di essere stati violentati. Si scoprì poi che quella grotta era un disegno fatto da un maestro perché i bambini ci buttassero dentro le loro paure. I bambini si erano inventati tutto, ma intanto Ray Buckey, il principale accusato, aveva fatto 5 anni di carcere».

     

    Ciò che inquieta leggendo questa intervista è l’assoluta mancanza di professionalità e di rapporto con la realtà interiore dei bambini assenti in alcuni “tecnici” intervenuti durante le diverse fasi processuali. Gianfranco Scancarello nell’intervista racconta come alcuni di questi tecnici, affidandosi non si sa a quali “teorie scientifiche”, hanno detto cose da far accapponare la pelle anche a un rinoceronte:  «In udienza un perito ha detto che – siccome uno dei bambini si tappava le orecchie e tirava su con il naso e questo gesto procura un piacere spineale che arriva all’ano – questa era la prova della subita violenza». Non ci sono commenti. In quel periodo i giornalisti utilizzavano avvenatatamente alcune affermazioni degli  psichiatri  per costruire “verità” assolute:  “Il bambino non sa mentire diversamente da un adulto” scrivevano per sottolinere che era vero ciò che i bambini avevano detto, compreso l’esistenza di una inesistente sala degli orrori.  Certo è vero che i bambini mentono meno degli adulti, ma questo vale per un bambino che sta bene, e a volte i bambini non stanno bene, soprattutto quelli che vengono indotti da adulti alla menzogna, o peggio, come è successo in questo caso.

    Dopo mesi terribili nell’aprile del 2007 le persone sospettate di quel crimine orrendo finiscono in carcere. Sui muri appaiono scritte  come “morte ai pedofili”, arrivano anche lettere anonime di minacce.

     

    Il trattamento nel carcere per Patrizia Del Meglio è terribile, ma nonostante tutto resiste. Anche se, dice  «Volevano che crollassi, e invece no.» La macchina si è messa in moto e si deve trovare per forza un colpevole: «In quei 17 giorni in prigione, rileggendo cento volte la mia istanza di carcerazione, ho capito: dovevano trovare la strega delle streghe, ed ero io».

     

    Ma da storie come queste non si esce indenni «Abbiamo vissuto tutti questi anni in una prigione senza sbarre. Abbiamo perso tutto: casa, progetti, lavoro. Sempre guardati con un punto interrogativo. Prima di venire a vivere a Milano, ci siamo trasferiti a Roma. Ma non è stato facile trovare chi ci vendesse la casa: persino a contratto già firmato, volevano tirarsi indietro, non avere problemi».
    Per questo processo dice Patrizia Del Meglio, sono stati spesi «2 milioni e mezzo di euro. Ha perso anche il racconto della verità: pure adesso, dopo la sentenza, dopo che 12 giudici hanno riconosciuto che il fatto non sussiste, leggo ancora titoli ambigui, mi fanno male. A Outreau, in Francia, è successa una storia simile. Dopo anni il pubblico ministero è andato in televisione a dire: chiedo scusa, ho sbagliato. Servirebbe anche qui, sarebbe un atto di giustizia verso quei bambini e le istituzioni di questo Paese».

     

    No nessun organo istituzionale chiederà scusa per aver rovinato la vita di decine di persone compresi i bambini che hanno subito l’infamia della menzogna indotta che lascerà cicatrici profonde nella loro realtà umana.

     

    Gian Carlo Zanon, che ha seguito il caso dal suo primo evolversi, il 28 maggio 2012, dopo la sentenza di primo grado, in un suo articolo scrisse:

     

    «(…) questa vicenda (…) mi è sembrata da subito anomala per due fondamentali motivi.

    A) chi fa violenza ai bambini abusando sessualmente di loro è un malato che agisce compulsivamente già da molto giovane.  Luigi Chiatti il “mostro di Foligno”, che a sua volta fu violentato da un prete dell’orfanotrofio,  ne è un esempio. Quindi è impossibile che cinque persone sopra i cinquant’anni che non hanno mai avuto precedenti per atti di libidine violenta su minori di punto in bianco abusino di un minore o più minori.

    B) le percentuali di casi di pedofilia nel genere femminile  sono molto molto basse, circa il 15 – 18%. Quindi non è possibile che in un ristretto numero di donne che lavoravano in quella scuola ben cinque (una di loro in realtà è stata quasi immediatamente scagionata) fossero tutte psicotiche al punto da abusare dei bambini.»

    Penso che le indagini avrebbero dovuto iniziare da questi semplici dati. Non è stato fatto e gli orrori di Salem sono ricominciati …

     

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    24 giugno 2014

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