• Renzi : pulsioni bulemiche e governatio praecox

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    guilasi

    di Giulia De Baudi

     

    Roma 13 febbraio 2014 – È proprio vero che a volte la storia si ripete. Ma la tragedia maggiore non sta tanto nella coazione a ripetere di alcuni individui psichicamente disturbati, che assumono i medesimi atteggiamenti di Cesare o fanno lo specchio di Napoleone, la tragedia maggiore sta nella fatuità della classe dirigente che sembra non rendersene conto.

    Mentre sto scrivendo si stanno arrotando i coltelli  per una nuova edizione della Nacht der langen Messer in versione diurna che si svolgerà nel tana del lupo , ovvero nella sede della Direzione del Pd.

    L’insonnia bulemica ha portato in poche settimane il neonato segretario del Pd a bruciare i tempi della politica e, saltando tutte le tappe fisiologiche, suffragate dai riti di passaggio istituzionali, è giunto, con una ingovernabile quanto disdicevole governatio praecox, a cercare di invadere con i propri umori la poltrona di primo ministro.

     

    A Roma direbbero “nun se regola”, a Milano “quan’che la merda la multa i scagn o la spuzza o la fa dagn”, allegorie verbali per definire un individuo malato di protagonismo che, pur non avendo le carte in regola per ambire a posti di potere, viene portato dalla propria bramosia a strafare.

    Non so cosa accadrà oggi, quello che so è che anche ai ciechi che avevano sbavato per Matteo Renzi è caduta la cataratta, e la percezione delirante che li aveva portati ad adorare il rottamator furioso, non è più in grado di reggere alla forza degli eventi che ora si dipanano.

     

    Matteo-Renzi

    Ora, due sono le strade che può prendere Renzi, la prima : a) continuare a credersi l’aristos, il Migliore, b) seguire i consigli della strega Berluscona, c) salire sul “trono di sangue” ed aspettare che tra qualche mese un novello Macduff gli tagli la testa; oppure, la seconda: dire, «Tana!!! Ho scherzato, ma davvero avete creduto che volessi togliere da sotto il culo lo scranno a Enrichino nostro? Ma no suvvia!!! Era tutto uno scherzo!!! Siamo in periodo carnevalesco, e allora ho pensato: si va a Roma e si fa una bella direzione delle beffe??? ».

    Certo nel secondo caso perderebbe la faccia ma la testa resterebbe al suo posto per ancora molto tempo.

    Io preferirei avere la sua testa: Salomè è un personaggio che mi ha sempre affascinato, e questi sette veli me li toglierei volentieri  per la testa del cugino di dio … ma si proprio per la testa di Renzi capace di miracoli come quello rendere inesistente l’esistente con un semplice: «Fassina? E chi è?».

    D’altronde, a proposito di coazione a ripetere, anche l’antenato politico di Renzi – parlo di Palmiro Togliatti, che di soprannome faceva “il Migliore” ed era come lui Segretario del suo partito che ora si chiama Pd – nel 1956, all’epoca delle nefandezze sovietiche in Ungheria, scrisse «Tristan Tzara? ma chi è?». Con queste modalità che nascondono una onnipotenza a dir poco psicotica, modalità riproposte da Renzi con quel «Fassina? E chi è?», Togliatti intendeva liquidare il fondatore del movimento artistico Dada, reo di inneggiare alla rivolta ungherese contro l’oppressore sovietico.

    13 febbraio 2014 –  ore 18,50 :

    ho avuto la testa di Renzi, la raccoglierò tra qualche mese,

    hasta pronto

    G.D.B.

     

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