• Propaganda e mistificazione, ovvero l’Italia e l’Europa di Matteo Renzi

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    renzi monti

    33Jeanne Pucelli

    È necessario possedere una notevole identità per non essere annichilita da una cultura che ogni giorno distorce la verità vera … scrivo qui, in questo Diario polifonico, le mie ultime disavventure  culturali, che per un momento mi hanno fatto dubitare non solo del mio sentire politico, anche delle mie percezioni sensoriali.

    Tutto è cominciato ieri sera quando, rispondendo ad un post su face book  che decantava con veemenza la “titanica impresa” del Presidente del Consiglio che, forse per l’intercessione di “Madonna Boschi” del divino amore, aveva permesso il ricongiungimento dei bambini centroafricani con le loro famiglie italiane, mi sono permessa di parlare di marketing e di propaganda. Apriti cielo, secondo le persone che hanno preso parte alla discussione io ero, nell’ordine: “una scema”, “una merda razzista”, “una che pensa alla purezza della razza italica” e altre amenità. Qualcuno mi ha persino chiesto perché volevo lasciare “languire quei bambini in africa”. Non è andata meglio ad mio amico al quale è stato consigliato di mettersi “in fila e prendere il numero per leccargli gli alluci” al Renzi naturalmente. Tutto questo con toni apocalittici che non lasciavano spazio a nessuna dialettica civile. Giuro che mi sembrava di stare nel bel mezzo di un post grilliano.

    Non contenta di queste offese ho pensato bene di prendermene ancora un po’ e ho provato a dire che se avessi potuto votare in Italia, probabilmente avrei votato Pd, ma che il mio voto, che sarebbe andato a una candidata dell’area civatiana, non sarebbe stato pro Renzi ma contro di lui.

    Inutile dire che questo mio ragionamento di tattica politica, non è stato recepito. Mi è stato detto che questi comportamenti servono solo a “lavarsi la coscienza” e che se a uno non mi piace Renzi non doveva votare Pd altrimenti sarebbe un essere incoerente. Ho cercato di argomentare dicendo che  dare un voto a una persona che appartiene all’area civatiana del partito non è dare un voto a Renzi, anzi, significa rafforzare quell’area molto critica nei confronti del leader del Pd, ma non c’è stato nulla da fare … alla fine, come consigliava Totò nella commedia di Scarpetta, ho desistito.

    Dopo lo stordimento identitario dovuto all’attacco subito dai feroci renziani amici dei miei “amici” di face book, ho pensato di scrivere qualcosa, se non altro per raccogliere le idee, su questi assolutismi che eleminano dal loro panorama estetico, ingessato da luoghi comini ed ideologie raccattate qua e là, la molteplicità della politica e della dialettica sociale.

     

    tifo

    Mi chiedo, come già feci in altro articolo, Patologie politiche: gli effetti collaterali del leaderismo, scritto nel gennaio 2013, in cui parlavo soprattutto delle devastazioni mentali che avevo riscontrato nei sostenitori del lato “B” e del lato “G” della politica italiana, se questa sindrome del leadarista di cui sono affetti anche molti renziani, possa essere se non proprio curata almeno resa innocua da qualche psicofarmaco efficace. Lo spero vivamente visto che gli italiani continuano a vivere la politica alla stessa stregua di un tifoso di calcio che ad ogni stagione innalza i propri eroi depurandoli da ogni difetto per poi, se cambiano squadra,  distruggerli addossandogli ogni infamia e ogni incapacità.

     

    Dico questo perché anche un cieco, ma non un tifoso renziano, saprebbe riconoscere nella retorica che ha accompagnato il ricongiungimento dei bambini centrafricani con i loro genitori addottivi, la più plateale propaganda politica degna di un cinegiornale Luce glorificante le grandi imprese sociali e guerresche di Mussolini.

    È logico che il marketing renziano tenti in tutti i modi di far passare surrettizi messaggi per far aumentare il suo share dei consensi, ma è incredibile osservare come milioni individui cadano ancora nel tranello della distrazione di massa ben orchestrato dai media proni al nuovo padrone della politica italiana.

    Tutte le Tv nazionali strombazzano da mesi sugli ottanta euro al mese che Renzi ha donato  alle famiglie bisognose ma nessuna di loro accenna  che, come scrivono alcuni giornali, non ci saranno più le detrazioni per il coniuge a carico. Questa norma è presente nella legge di delega attualmente al vaglio del Senato che viene celata da eufemismi che parlano di «armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico». Sembra di sentire i servi di Bush quando parlavano di “bombe intelligenti” e dei loro “effetti collaterali” invece di parlar di sterminio di civili.

    Guido Viale, il 22 aprile scorso sul Manifesto, in un articolo dal titolo Come i media preparano un regime,  si poneva alcune domande e dava alcune risposte: «Ci si chie­deva spesso, decenni fa, nelle scuole e sui media, come fosse stato pos­si­bile che nel 1931, migliaia di gior­na­li­sti, con­tri­buirono a costruire una solida base di con­senso alla dit­ta­tura di Mussolini. Il con­te­sto è sicu­ra­mente cam­biato, ma forse il servi­li­smo dei giornalisti è rima­sto inva­riato. – scriveva Viale – Da qual­che mese, al seguito della caval­cata sul nulla di Mat­teo il coro delle ovazioni si è fatto assor­dante; lo spa­zio che gli riser­vano gior­nali e tv è tota­li­ta­rio ; i toni sono peren­tori; i rimandi alle sue polie­dri­che capa­cità incon­ti­nenti; il ser­vi­li­smo degli adu­la­tori dilagante (papa Fran­ce­sco copia «lo stile di Renzi» ci ha infor­mato un noti­zia­rio). – e continuava – Non c’è più un regime fasci­sta a imporre que­sto alli­nea­mento; sono piut­to­sto que­sti alli­nea­menti a creare le solide pre­messe di un «moderno» auto­ri­ta­ri­smo. «Moderno» per­ché è quello auspi­cato dall’alta finanza, che ormai con­trolla la poli­tica e le nostre vite; come emerge anche da un documento spesso citato della Banca J.P.Morgan che si sca­glia con­tro le costi­tu­zioni anti­fa­sci­ste e demo­cra­ti­che che osta­co­le­reb­bero il pro­fi­cuo svol­gi­mento degli «affari».

    Il bara­tro in cui è pre­ci­pi­tato il gior­na­li­smo ita­liano si vede dal fatto che molti non rie­scono nemmeno a capire che si possa volere un’Europa diversa da quella che c’è; che è quella di Renzi.»

     

    C’è poco da aggiungere se non ciò che il presidente uscente dell’Unione europea Herman Van Rompuy, si è lasciato sfuggire ieri durante la cerimonia in cui è stato premiato con il ‘Carlo Magno 2014’,” il primo imperatore del il Sacro romano impero che creò il prototipo dell’Europa unita massacrando migliaia di sassoni idolatri: «È urgente e essenziale che l’Unione europea sia anche protettiva, non solo degli affaristi, ma anche degli impiegati e dei lavoratori, non solo quelli con i diplomi e che sanno le lingue, ma di tutti i cittadini». Ciò ha solo un significato: finora la politica economica europea ha protetto solo gli affaristi, e le caste privilegiate. E questo è un crimine politico ed economico di cui Renzi, a mio giudizio, e secondo la denuncia contenuta in questo articolo, è complice.

    30 maggio 2014

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    • Ieri, un amico di face book, a cui avevo proposto questo articolo mi ha risposto in questo modo e con questi toni:

      «Vedi Giancarlo il problema di una sinistra saccente e arrogante, come quella che questo articolo da te allegato dimostra, è di essere spesso fuori dalla realtà e per questo perdente. Se in questi venti anni, invece, di condannarci a parlare solo di Berlusconi, vi foste sforzati solo di capire, ad esempio, il dramma di una generazione inascoltata e senza futuro, non saremmo arrivati a questo punto. Finalmente se dio non è morto è morto almeno Marx e le speranze possiamo confidarle nel giovane Renzi. Che con meno spocchia e più impegno affronta le cose. Capisco che nei salotti romani, magari pasteggiando nei bei circoli con Bertinotti, queste cose non interessano, ma è cosi. Un Caro Saluto.»

      Io che come redattore di questo nostro diario polifonico, mi sono sentito piccato dagli epiteti contenuti nel testo (Arrogante, Saccente, Fuori dalla realtà; Perdente, Incapace di capire, Spocchioso, Disimpegnato, e per finire papalino) che erano stati posati, spero un po’ troppo frettolosamente sull’autrice dell’articolo soprastante, ho scritto questa risposta ma, non avendo più il nido depositare il mio uovo critico posto qui la mia risposta.

      Caro N, mi dispiace che l’articolo di Jenne non ti sia piaciuto. Io l’ho trovato illuminante e leggendo alcuni passaggi ho pensato all’arte della maieutica, nel senso di aiutare le verità ad apparire . Come in questo paragrafo per esempio. «È logico che il marketing renziano tenti in tutti i modi di far passare surrettizi messaggi per far aumentare il suo share dei consensi, ma è incredibile osservare come milioni individui cadano ancora nel tranello della distrazione di massa ben orchestrato dai media proni al nuovo padrone della politica italiana. »
      Per quanto riguarda la Roma ladrona e papalina dei salotti bene frequentati da Bertinotti, dalla sua comare di matrimonio Valeria Marini e dal cattocomunista Vendola, devo dirti Nicola che non c’è nulla di più lontano da chi ha scritto l’articolo, che tra l’altro è nata e cresciuta oltralpe e ora si fa il mazzo nel nord dell’Italia leghista per raggranellare di che vivere. Certo ha il dono della vista e ha il perfido vizio di comunicare agli altri ciò che vede e che vive sulla sua pelle non ancora indurita dal nulla che la circonda… ma vogliamo fargliene una colpa?
      Vedi N., e te lo dico anche dal punto di vista redazionale, ( il mio amico di face book è fondatore di un giornale online) io penso che continuare a cantare sempre nel coro delle voci bianche che di volta in volta cambia canzone ma non la litania, non aiuti la nostra realizzazione umana e di conseguenza la nostra società castrata dalla vitalità, che di queste voci fuori dal coro ne un ha bisogno vitale. Voci critiche che certamente non possono più servire né a Renzi né a chi ha deciso di rinunciare alla vista, ma che potrebbero servire a persone ancora di sinistra. Ma è un discorso troppo lungo … magari ci scrivo un articolo …un abbraccio

      • Non capisco che tipo di problema abbia il signor N., però dal tipo di veleno con il quale attacca l’articolo di Jeanne e dalla sua cieca idolatria per il nuovo patron della politica italiana … e non dico altro.
        Purtroppo ormai va di moda offendere anziché argomentare, dare frettolose definizioni al posto di guardare la realtà che ci viene mostrata da persone coraggiose come Jeanne Pucelli. Intanto i cittadini, visto che, secondo il caro N., Marx e morto e di conseguenza con lui la sinistra, votano sempre più a destra e il voto dato espressamente a Renzi e company e non ad esempio a persone dell’area civatiana, ne è la conferma. A Jeanne devo dire che è molto seguita e che riesce sempre ad essere leggera e al tempo stesso “ficcante”. Un saluto da Palermo.

    • Spocchia? Saccente e arrogante? Salotti romani? Fuori dalla realtà? Io penso che l’amico di face book N., per il quale un certo dio non è morto – e come potrebbe dato che non è mai nato – è rimasto impressionato dal film di Sorrentino vincitore dell’Oscar come miglior remake del film La dolce vita di Fellini che mostra, come in quello felliniano, il carattere papalino di Roma tanto giustamente aborrito da N.. Forse però N. si è scordato che il suo fulgido eroe fiorentino viene ricordato nella sua città per aver regalato per una giornata al suo amico Montezemolo Ponte Vecchio per farci uno di quei salotti di cui egli parla. Ma i politici di tal fatta passano mentre i signori N. restano … e questo è un problema …

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