• Partito democratico: quando i nodi vengono al pettine

      0 commenti

    F35C_Launch

     

    milk 5 - Copia

    di Janne Pucelli

     –

     Questa mattina guardando i giornali mi sono detta: “ma allora è vero che prima o poi i nodi vengono al pettine”. E di nodi nel Pd ce sono a bizzeffe. Letta ha deciso di  andare da Bergoglio o per chiedere un miracolo-sciogli-nodi, oppure, essendo lui un esperto in sparizioni, per far sparire fisicamente gli eretici che non solo ne denunciano l’esistenza dei nodi ma addirittura li vogliono sciogliere.

     

    Il nodo più scottante, per via del voto di oggi, è certamente quello degli F-35. Cosa farà il Pd? Se sceglierà di andare avanti nell’acquisto degli aerei da guerra, che qualcuno vuole fa passare per aerei da pace – come d’altronde le guerre in Iraq e in Afghanistan – affonderà ancor di più nelle sabbie mobili elettorali; se sceglierà di fermare definitivamente l’acquisto cadrà il governo. Pare, pare, che si sia già trovato un compromesso: lasciare il nodo F-35 intatto nel congelatore per qualche mese.  Trovata geniale direi.

     

    berlusconi-ineleggibile 

    L’altro nodo è quello sull’ineleggibilità di Berlusconi. Anche qui stessa storia: se il Pd voterà per l’ineleggibilità cadrà il Governo, se al contrario voterà contro, come vogliono i dirigenti del Pd, gli elettori del Pd sapranno a chi santo votarsi. Per quanto si sa la cupola del Pd, segretario in testa, Orfini a manca e Renzi a dritta, vuole ardentemente che Berlusconi continui a marcare il territorio politico istituzionale con i suoi effluvi corporali. Questione di equilibri dicono: se un animale del Pd marca il territorio strofinando le corna sugli stipiti di Palazzo Madama, un animale del Pdl  deve urinare sulle poltrone del parlamento. Queste sono le “larghe intese”. La più “intransigente” è la Bindi che con estremo coraggio dice che si potrebbe chiedere a Berlusconi di «fare un passo indietro». Non, non è una barzelletta , giuro.

     

    Insomma non si trova un Alessandro Magno che tagli in due questi nodi gordiani.

     

    Intanto Humphrey-Fabrizio Bogart-Barca, nel suo tour dal titolo “Quelli del Pd fanno tutti schifo, ma io che sono del Pd no”, ha portato una pasionaria, Marianna Madia, nel centro culturale ‘Tevere democratico’, per le sue esternazioni: «Nel Pd a livello nazionale ho visto piccole e mediocri filiere di potere. A livello locale, e parlo di Roma, facendo le primarie dei parlamentari ho visto, non ho paura a dirlo, delle vere e proprie piccole associazioni a delinquere sul territorio». La pasionaria veltroniana, (orrendo ossimoro)  citando Antonio Gramsci parla delle tre forme di ipocrisia che garantisce: «Non le ritrovo nel documento di Fabrizio Barca e questo è già un passo avanti» E sennò che te ce aveva portato a fà . Finito il j’accuse di Marianna Madia ai quadri dirigenti del Pd, è intervenuto Fabrizio Barca in versione “ciliegina sopra la torta”, dicendosi molto colpito dall’analisi spietata della Madia (che stranezze, porti una tortorella e invece è una iena) e, quasi si fossero accordati come due musicisti di rango, riprende le sue parole, e il tema musicale, parlando della scarsa credibilità del Pd e delle criminalità di partito esistenti nelle amministrazioni locali. Come se le amministrazioni locali appartenessero ad un altro partito.

    25 giugno 2012

    Articoli correlati

    Scrivi un commento