• Le tessere del mosaico terrorismo – Uno sguardo verso “l’alterità mussulmana” dalla finestra dell’occidente cristiano-centrico

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    1 bandiera daesh

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    1 jiahb - Copia

    di Nora Helmer

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    Questa settimana ArabPress ha postato tre articoli (leggi qui, qui , qui) che gli europei dovrebbero leggere se non altro per capire che la loro visione cristiano-centrica – o peggio cattolico-centrica – è solo un paradigma artificioso che, collocandosi come un filtro tra il pensiero e la molteplicità della realtà, la deforma inibendo il pensiero e assolutizzando la credenza.

     

    La foto di copertina in cui la bandiera nera del daesh oscura il cielo, rappresenta più di mille pensieri verbali l’oppressione che il fanatismo religioso di radice islamica induce nelle varie società del globo. Europa, Asia, America, Vicino Oriente hanno subito la “collera di  Allāh” che si manifesta attraverso la sua “Saut-ul-Raad”, (voce del tuono), ovvero le bombe omicide dei cosiddetti martiri del fondamentalismo islamico che militano in varie bande terroristiche guidate dai Signori della guerra del terzo millennio: Daesh, ISIS (1), Al-Qāʿida,  Jamatul Ahrar, Tehrik, Taleban Pakistan sono i più famosi gruppi terrostici.

     

    Ciò che sta accadendo non è una guerra di religione, come vorrebbero far credere persone come Bergoglio, Salvini et similia che si affannano gridando ai quattro venti che i cattivi mussulmani ce l’hanno con i buoni cristiani. È terrorismo è agito da una percentuale infima ma pericolosissima dei credenti islamici che però si nutre anche dell’odio generato da secoli dal colonialismo occidentale, ancora subdolamente in atto, e dall’oppressione culturale con una chiara visione cristiano-centrica. Ho visto un’intervistatrice interrogare davanti alla moschea di Brescia i mussulmani che rispondevano di non saper nulla delle stragi di Bruxelles.  Non posso che pensare, quindi, che c’è un’alta percentuale di mussulmani che aiuterebbe un terrorista a nascondersi perché viene percepito, se non come un eroe, almeno come uno simile a se stessi che porta all’estremo limite l’odio che essi hanno per gli occidentali: la classe sociale che li opprime .

    Uno storico, (leggi qui)  sulle pagine pubbliche di face book qualche giorno fa invitava a non cercare «ideologicamente» le cause che generano il terrorismo islamico perché, scriveva, in questo modo si corre il «rischio di giungere a esaminare la responsabilità degli uomini preistorici.»

    Detto così questo punto di vista è condivisibile, cercare la causa della causa della causa  è un gioco che non porta a nulla, ma cercare invece le cause e i moventi storici che hanno indotto la legittimazione di un pensiero malato che ha portato al terrorismo è quantomeno doveroso: «I terroristi Jihādisti europei di origine nordafricana  – rispondeva allo storico Gian Carlo Zanon – che da più di un anno stanno seminando terrore in Francia e in Belgio sono “nipoti” di quei trecento algerini massacrati e fatti sparire senza lasciar traccia quella notte dell’ottobre 1961. (leggi qui il fatto l’orribile fatto storico) Trecento esseri umani insepolti, trecento uomini di cui la cultura europea ha cancellato il ricordo. Certamente alla base degli attentati terroristici non c’è solo questo fatto storico, infatti io parlo di una tessera non di tutto il mosaico. Ma questa è una tessera legittima perché i giovani che uccidono e si suicidano nelle strade d’Europa hanno sicuramente vissuto sulla loro pelle anche gli echi di quell’eccidio. Non c’è solo la cosiddetta religione islamica ad armare le mani di questi, che sono europei è bene sottolinearlo, ma anche la rabbia covata da quando sono nati in luoghi in cui la cultura egemonica ha negato loro una piena identità umana.»

     

    E, a proposito di cultura egemonica, vorrei dire che in questi giorni che sono seguiti  agli attentati di Bruxelles  si è di nuovo parlato e straparlato di integrazione … integrazione? Ma cosa significa integrazione? Significa rinunciare ai propri dei , ai propri cibi, ai propri usi e costumi e identificarsi con l’altro da sé che vive all’interno di una comunità culturalmente egemone e che apparentemente ha dalla sua parte un dio più forte? Questo è solo un modo per generare odio fra un gruppo sociale egemone e un altro subalterno. Ricordiamoci dell’Irlanda e nella fattispecie dei territori del colonialismo belga e francese.

     

    Il mosaico del terrorismo islamista è composto da mille tessere ed ognuna di esse è indispensabile per capire come si è formato un pensiero psicopatico che spinge migliaia di giovani ad arruolarsi nelle file del terrorismo di matrice islamica. Giovani religiosi e perciò nichilisti affascinati dalla “morte bella”. Ragazzi poco più che adolescenti che credono di realizzare la propria identità nell’assassinio, nel martirio, nell’orrore. Ragazzi della porta accanto che hanno valicato la soglia del disumano e che non sanno che farsene della cosiddetta “integrazione sociale” … loro, che hanno perduto la mente, aspirano all’assoluto e non sanno che quell’assoluto nasconde il nulla, l’inesistente. Il nulla e l’inesistente che assume la forma del dio monoteista conteso tra le tre principali religioni. Sconfiggiamo la credenza  monoteista e sconfiggeremo alla base sia le ragioni generano il terrorismo sia il terrorismo di matrice monoteista.

     

    Ciò che sta accadendo non è una guerra di religione: La religione pretende che gli esseri umani siano incapaci di distinguere la vita dalla morte, ma solo alcuni sono così malati da crederci fino in fondo e fare della morte una ragione di vita. Questi poveri di mente vengono usati per scopi altamente prosaici, di mera convenienza materiale e che nulla hanno a che fare religioni ed ideologie che sono solo lava incandescente da utilizzare al momento opportuno.

    3 aprile 2016

    (1)   Da Wikipedia

    Lo Stato Islamico(abbreviato IS, in arabo: الدولة الإسلامية‎, al-Dawla al-Islāmiyya) è un gruppo terroristico islamista attivo in Siria e Iraq, il cui attuale capo, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014 ha unilateralmente proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti sotto il suo controllo in una fascia di territorio compresa tra la Siria nord-orientale e l’Iraq occidentale.

    Prima di tale proclamazione, il gruppo si faceva chiamare “ad-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāq wa l-Shām” (in arabo: الدولة الإسلامية في العراق والشام‎, ad-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāqi wa sh-Shām, acronimo in arabo داعش, ovvero Dāʿish o Daesh), tradotto in italiano come Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) o Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, ISIL). La parola araba Shām indica infatti quella regione geografica che comprende il sud della Turchia, la Siria, il Libano, Israele, la Giordania e la Palestina e che viene indicata come Grande Siria o Levante.

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