• Le elezioni dello struzzo: annullare la realtà come “antidoto alla realtà”

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    di Gian Carlo Zanon

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    «Così accadde che gli italiani furono costretti a vivere l’esperienza di una sottomissione di cui continuano a pagare le conseguenze attraverso quel divieto di pensare in proprio, che si trasformerà ben presto in conformismo coatto e cortigianeria»

    Ermanno Rea – La fabbrica dell’obbedienza – Il lato oscuro e complice degli italiani. 2011

     

    Avevo una mezza idea di scrivere qualcosa a proposito delle elezioni del 4 marzo,  avevo già pensato a questo titolo, ma il risultato elettorale mi aveva talmente fiaccato che… poi ho trovato questa frase su un social che mi ha ridato la carica:  «(…) anche mio nonno se avesse avuto le ruote sarebbe stato una carriola, ma via! Per piacere… guardare la realtà per quella che è non le riesce?».

     

    Essì perché queste elezioni hanno dimostrato ancora una volta la validità della tesi di Ermanno Rea – descritta nel libro citato in apertura – il quale colloca l’avvento di questa forma mentis, che sostituisce il pensiero critico con la credenza, a metà del Cinquecento nel periodo in cui fu varata la Controriforma cattolica.

     

    Tutto si fa nella penisola per tenere a bada il perturbante che obbligherebbe a pensare fuori dall’abitudine e dal pensiero magico-religioso. Difetto di pensiero e conseguente annullamento che ammantano la realtà con una spessa caligine composta da polveri di vigliaccheria, particelle di psicosi quotidiane, echi di annullamenti dell’altrui realtà umana che inesorabilmente eliminano dallo sguardo la possibilità di percepire la realtà per quella che è.

     

    Ne ha buon gioco la classe dominante, (congiuntamente ecclesiastica e secolare) che aizza i suoi domini-cani della Casta politica e i sui amanuensi mediatici, tutti  tenuti ben stretti al corto guinzaglio, contro  il popolo italiota che aspira ad uscire dallo status di vittime-sfruttate… per entrare nella casta dei carnefici-sfruttatori.

     

    Abituato sin dalla tenera infanzia ad annullare la realtà oggettiva sostituendola con credenze metafisiche, ed armato di un linguaggio a cui non servono verifiche empiriche per poter stabilire significato e senso della realtà naturale e della realtà umana, l’italiota non pensa, l’italiota crede solo a ciò che “crede gli convenga”.

    E cos’è che converrebbe sommamente all’italiota? Ma ovviamente a lui “conviene” tenere a bada la realtà vera perché perturberebbe l’omeostasi del suo stato mentale e la sua pseudo identità costruita su una pseudo realtà virtuale iper-religiosa che certamente esiste solo nella sua mente, ma che gli viene continuamente confermata  da un paradigma teo-filosofico  egemonico costruito a tavolino dai maghi di Oz ovvero da quelle classi dominanti di cui parla Rea nel suo libro.

     

    Pensiero/credenza egemonico strombazzato dai loro servi politici e mediatici, ed infine ingoiato senza alcuna reazione critica di rigetto dall’italiota medio. Italiota medio che è ben contento di spostare la propria castrazione mentale sui  migranti, o sugli individui salvatisi dalla lebbra comune e quindi detentori di una conoscenza e di una onestà intellettuale che mette in luce e frustra la loro colpevole e profonda ignoranza e la loro vigliaccheria. Vigliaccheria che fa spostare l’attenzione dell’italiota sulle persone che non hanno le armi legali per difendersi. Vedere e ribellarsi ai veri responsabili del disastro economico è troppo pericoloso per i vigliacchi che aspirano solo ad avere un televisore che tenga inchiodati i loro pensieri.

     

    Tutto ciò che ho scritto è ampiamente  confermato da queste elezioni in cui il 68% per cento degli aventi diritto al voto ha votato vigliaccamente scegliendo di farsi rappresentare da politici che hanno già dimostrato la loro sudditanza sia al Grande fratello dell’alta finanza sia al suo gemello omozigote ecclesiastico. Elezioni in cui il restante 30% ha ritenuto giusto perdere quote di dignità sociale non andando a votare.

     

    Come accadde nel mito di Pandora, in questo vaso italico, che ha di nuovo riversato sugli italioti “tutto il male del mondo” da loro stessi introdotto,  è rimasta la speranza rappresentata da quel 2% che ha creduto, giustamente, che la realtà sociale e politica si possa  e si debba cambiare perché se non cresce l’umanità il genere umano è perduto… siamo tutti “condannati” alla solidarietà sociale e alla realizzazione umana… facciamocene una ragione prima che sia troppo tardi.

    7 marzo 2018

    • Salve Gian Carlo, sono un lettore abituale del vostro blog, che trovo sempre stimolante e intelligente.
      Personalmente mi sono trovato imbarazzatissimo in cabina, incerto se annullare la scheda, “provare” a sparigliare – a grave rischio di confusione e salto nel buio – con i FiveStars, o votare ( cosa che ho fatto ) un po’ alla cieca e senza convinzione un raggruppamento che alla fine ha superato di poco il 3%.
      Leggendo questo tuo contributo mi è venuta la curiosità di chiederti come hai identificato questa “quota di speranza” del 2% sulla base dei risultati delle elezioni.
      Con stima
      Gianni

      • Grazie Gianni per la tua attenzione. La base della speranza l’ho identificata soprattutto in Potere al Popolo 1,1% e in quella parte non ben quantificabile che non vota non per pigrizia ma per profonda disillusione politica. Quella piccola percentuale l’ho calcolata a naso perché ho tanti amici che non sono andati a votare perché pensano che il loro voto sia inutile. Io invece penso che bisogna andare nei “luoghi” in cui si sta bene con sé stessi e con gli altri, perché e lì la sinistra…
        Grazie a ancora

        G.C.Z

    • Sarà che “potere” è un termine che tende a non piacermi, e “popolo” forse pure, devo ammettere di non avere quasi neppure preso in considerazione questa formazione, che mi suonava a orecchio come uno dei vari ferrivecchi rifondaroli.
      Dopo tua segnalazione ho letto qualcosa di interessante su Left ( p es l’intervista a Sabina Guzzanti ) e certamente cercherò di approfondire… comunque il nome davvero non mi piace, sarò limitato io…
      Quanto al 2%, speriamo che tu sia stato un po’ conservativo nella stima e che siano un po’ di più ( non dico “sani”, ma almeno non incurabili e perduti alla speranza nel genere umano ).
      Un caro saluto
      Gianni

      • no gianni non sei limitato, io, e tutti noi, abbiamo avuto la stessa reazione a quel nome … ed è stato l’intervento di un’amica che mi ha detto di leggere il programma che mi ha fatto cambiare idea.
        Su quel nome ovviamente se ne dibatte tra i compagni… vedremo… cambiarlo adesso la vedo dura.
        Grazie ancora

        Giulia D.B. per la Redazione di G&N

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