• La politica che si affianca alla religione monoteistica è sempre di destra. Riflessioni a margine del voto in Marocco che ha visto vincere il fronte islamico

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    di Nora Helmer

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    Ritengo inutile fare tanti giri di parole e quindi scrivo su questo Diario polifonico che qualsiasi partito che si identifichi e/o si ispiri a una religione monoteistica non può definirsi di sinistra. Questo vale ovviamente anche per i politici.

    Nel momento in cui un Stefano Fassina si genuflette alla Chiesa cattolica affermando «la vera sinistra è il Papa» egli compie un atto che non è compatibile con l’idea di uguaglianza che è il cardine principale della sinistra nata dalla rivoluzione francese del 1789. Uguaglianza è un concetto non alterabile come lo sono gli altri, libertà e fratellanza, che sono esposti a interpretazioni di ogni genere: per l’homo oeconomicus  la libertà è anche il liberalismo fondamentalista.

    Sembra però che nessuno si renda conto del fatto che essendo le religioni monoteistiche sinonimo di patriarcato, queste si fondino sulla diseguaglianza tra generi. Ed è inutile ora star qui a spiegare che la donna nei paesi a maggioranza monoteista abbia sempre, dall’insorgere di queste religioni, dovuto piegarsi ad un ruolo che con un eufemismo potrei definire subalterno.

    La diseguaglianza è fissata dai miti fondanti le religioni monoteiste che, dopo aver annullato le primarie divinità femminili che avevano un ruolo di primo piano nelle religioni precedenti, hanno decretato la supremazia maschile incarnandola in un dio unico come unico è il pater familias patriarcale*.  Inoltre il mito fondante le tre religioni narra della colpa della prima donna che avrebbe con le sue lusinghe costretto quel coglione di Adamo a mangiare il frutto della conoscenza. Eva è nata da una costola dell’uomo e pertanto bla, bla , bla. Preti e fraticelli, iman e  la possono girare come vogliono la frittata dottrinaria ma rimane il fatto che la divinità monoteista delle tre maggiori correnti religiose non ha né caratteristiche femminili né sfumature androgine.

    Detto questo è chiaro che la vittoria di un partito che si riferisca a precetti del monoteismo non può essere considerato egualitario: sarebbe quantomeno una contraddizione in termini.

    Penso che ogni persona intellettualmente onesta non possa che essere solidale con me in queste mie affermazioni.

    Stranamente questo “piccolo dettaglio” pare sfugga a Lorenzo Cremonesi che sul Corriere titola il suo articolo sulla vittoria del Pjd, partito dichiaratamente islamico, sul Partito laico dell’Autenticità e della Modernità (Pam),  in questo modo assurdo Un voto che conferma la stabilizzazione del Marocco”.  Come se solo con la religione si potesse “stabilizzare” una società complessa. Come se volesse dire che solo annullando il genere femminile si possa convivere civilmente.

    L’ascesa di movimenti politici e di partiti che si riferiscono all’islam va di pari passo all’ascesa dei partiti xenofobi in occidente e questo è il viatico di quella tragedia che viene chiamata guerra di religione e che in realtà è come è sempre stata una guerra di interessi economici gestita da individui misogini e malati che riescono a dominare menti deboli e alienate di milioni di individui.

    *)Per approfondire la ricerca sul ruolo del patriarcato e sull’annullamento della donna nelle società monoteistiche vedi i video della bellissima presentazione, da parte di Gabriella Terenzi e Cristina Andrizzi,  del libro “La nascita rubata” di Ludovica Costantino, Fulvia Cigala Fulgosi e Fina Rumore.

    PARTE 1: https://www.youtube.com/watch?v=lDeLZ-6hOZc
    PARTE 2: https://www.youtube.com/watch?v=vhHUgRiMhUo

    Dalla redazione: 10 ottobre 2012

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