• … la poesia … il viaggio …Pedro Salinas … “Aspetto, passano i treni”

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    Aspetto, passano i treni, il caso, gli sguardi.
    Ma io non voglio i cieli nuovi.
    Voglio stare dove sono già stato.
    Con te, tornare. Quale immensa novità tornare ancora,
    ripetere, mai uguale, quello stupore infinito!
    E finché tu non verrai, io rimarrò alle soglie
    dei voli, dei sogni, delle scie.
    Immobile.

    • chi aspetta un ritorno………….e chi senza rancore ma con tanta tenerezza,un’addio!
      saluti antonio

      UN’ADDIO PORTOGHESE

      Nei tuoi occhi altamente pericolosi
      vigoreggia ancora il più rigoroso amore
      la luce di spalle pure e l’ombra
      di un’angoscia ormai purificata

      No tu non potevi restare attaccata con me
      alla ruota su cui imputridisco
      imputridiamo
      a questa zampa insanguinata che vacilla
      quasi medita
      e avanza muggendo nel tunnel
      di un vecchio dolore

      Non potevi restare su questa sedia
      dove passo il giorno burocratico
      il giorno-dopo-giorno della miseria
      che sale agli occhi arriva alle mani
      ai sorrisi
      all’amore mal sillabato
      alla stupidità alla disperazione senza bocca
      alla paura sull’attenti
      all’allegria sonnambula alla virgola maniaca
      del modo funzionario di vivere

      Non potevi restare in questo letto con me
      in transito mortale fino al giorno sordido
      canino
      poliziesco
      fino al giorno che non nasce dalla promessa
      purissima dell’alba
      ma dalla miseria di una notte
      generata da un giorno uguale

      Non potevi restare attaccata con me
      al piccolo dolore che ciascuno di noi
      si porta dolcemente per mano
      questo piccolo dolore alla portoghese
      così mansueto quasi vegetale

      No
      tu non meriti questa città non meriti
      questa ruota di nausea in cui giriamo
      fino all’idiozia
      questa piccola morte
      e il suo minuzioso e sporco rituale
      questa nostra ragione assurda di essere

      No
      tu sei della città avventuriera
      della città dove l’amore trova le sue strade
      e il cimitero ardente
      della sua morte
      tu sei della città dove vivi per un filo
      di puro caso
      dove muori o vivi non di asfissia
      ma per le mani di un’avventura di un commercio puro
      senza la moneta falsa del bene e del male

      In questa curva così tenera e lancinante
      che sarà che già è la tua scomparsa
      ti dico addio
      e come un adolescente
      inciampo di tenerezza
      per te.

      [Nel Regno di Danimarca, 1958]
      alexandre o’neill

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