• #Gruppo Editoriale della Nazione# : la fusione tra Itedi/La Stampa e il Gruppo L’Espresso/Repubblica, genera un pool editoriale totalitarista

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    di Gian Carlo Zanon

    Sono passati molti anni da quando, in “tenera età”, lessi alcuni romanzi di genere dispotico/fantascientifico come 1984 di George Orwell e Brave New World di Aldous Huxley. Eppure questi romanzi, che apparentemente non hanno molto a che vedere con la realtà, ancor oggi mi permettono di collocare gli avvenimenti odierni nella loro giusta cornice di senso.

    Questi e altri romanzi – ma anche film come Fahrenheit 451 di François Truffaut e Rollerball diretto da Norman Jewison – narrano di utopici mondi in cui non ci sono più dualismi politici, religiosi o sociali, né tantomeno pluralismi culturali. Tutto viene determinato e tenuto sotto controllo da un onnipresente controllo sociale di un “Partito della nazione” monolitico per cui tutti devono pensare allo stesso modo prestabilito da chi detiene il potere assoluto. Il controllo è effettuato da un’unione di “Corporazioni ” transnazionali dirette da ”leaders” che controllano capillarmente la vita di tutto il pianeta.

    Reso “vedente” da questi romanzi ogni qualvolta mi accorgo di una “unione” tra centri di potere scatta l’allarme. So, perché me lo dice la storia, che ogni volta questi “accordi al vertice” generano tragedie e orrori inimmaginabili. Ne ricordo due, il patto di non aggressione tra Germania hitleriana e Unione Sovietica stalinista, che causò la spartizione della Polonia tra i due totalitarismi e ciò che anticipò di qualche mese quegli accordi ufficiali: il silente patto tra Stalin e Franco che causò la vittoria del generalissimo e lo sterminio di tutti i combattenti republicanos non allineati al partito comunista controllato da Stalin. George Orwell scampò per un pelo a quella carneficina guidata da Palmiro Togliatti e quindi sicuramente si rese conto di come si possa venire stritolati dalla “fusione” di grandi poteri che uniti creano un monolite dal quale è impossibile difendersi.

    E questo vale anche per i patti di ferro ecclesial-fascisti tra la Chiesa cattolica e Mussolini, Hitler, Franco siglati nel

    ‘29 (patti Lateranensi) , nel ‘33, (Reichskonkordat) e il concordato tra Pio XII e il generalissimo Franco del 1953. Anche in questo la presenza del “comunista” Togliatti fu “preziosa”: grazie a lui il concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica siglato da Mussolini fu inserito nella Costituzione, senza alcuna modifica. (1)

    Visto le premesse storiche, e i risultati che sono sotto gli occhi di tutti i “vedenti”, penso che la mia preoccupazione per la fusione tra Itedi, che pubblica La Stampa e il Secolo XIX, e il Gruppo L’Espresso, che vanta tra le sue testate oltre a La Repubblica anche numerosi quotidiani locali, sia giustificata.

    E rubo le parole udite questa mattina a Rai3 – Tutta la città ne parla, da Pietro Del Soldà, perché sono una sintesi perfetta di cosa ci si può aspettare da questo nuovo polo editoriale. Del Soldà questa mattina ha buttato lì quattro parole che spiegano bene l’evolversi degli accadimenti nell’editoria giornalistica italiana: rivolgendosi ad un interlocutore ha detto più o meno che si sta creando il “Gruppo Editoriale della Nazione”. Il riferimento a quel “Partito della Nazione” che pervade la mente di Matteo Renzi è chiaro. Quando Alfredo Reichlin coniò questo neologismo, credo nel 2014, voleva mostrare dove stava andando Renzi trascinando con sé il Pd ovvero le macerie di ciò che rimaneva della sinistra in Italia.

    La realtà geopolitica in mano alle iene del capitalismo globalizzato sta mutando la propria fisionomia sociale e culturale sempre più in fretta. Se prima vi erano, sostanzialmente, due visioni politiche che possiamo riassumere con le parole “destra” e “sinistra” e che si fondavano su una diversa visione dell’essere umano, ora non è più così. Non è più così perché la sinistra ha perduto l’unica arma che possedeva: l’egemonia culturale. Della visione della sinistra se n’è impadronito, per così dire,  “Francisco primero” che l’ha adulterata con la religione cattolica. Solo il furbacchione “venuto da lontano”, per imbrogliare i fessacchiotti della cosiddetta sinistra, oggi ha il coraggio di dire “cose di sinistra” Badate bene solo dire e non fare “cose di sinistra”. C’è persino chi titola articoli così: «Il giubileo di Papa “El Che” Bergoglio».

    Solo lui dice ciò che dovrebbero dire gli esponenti politici della sinistra. Solo lui parla di denaro che è «frutto del sangue di tanta gente sfruttata, maltrattata, schiavizzata con il lavoro malpagato!» Così si è espresso ieri Bergoglio nell’Udienza generale del mercoledì e solo questo va a finire sui titoli in testa di giornali e televisioni. Certo non scrivono le altre parole da lui dette che sono però culturalmente immasticabili da cittadini non più inclini a delirare religiosamente, tipo : «Dio mai ci rinnega; noi siamo il suo popolo. (…) Dove c’è rifiuto di Dio, della sua paternità, non c’è più vita possibile, l’esistenza perde le sue radici, tutto appare pervertito e annientato.» Ecco queste parole ad esempio non vanno a finire sui titoli mediatici. Eppure queste due frasi sono state pronunciate a pochi minuti una dall’altra. Ma la prima frase viene comodamente cavalcata dalla fronda bergoglista mentre la seconda è un po’ scomoda visto che praticamente dice che per gli atei, cioè per coloro, che come me hanno il «rifiuto di Dio», «non c’è più vita possibile» perché secondo Bergoglio senza il suo dio «l’esistenza perde le sue radici, tutto appare pervertito e annientato.»

     

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    Ma pensa che cavolo di pensiero ha questo qua! E queste frasi sono, almeno per ora, un po’ difficili da cavalcare impunemente … per ora, ma tra dieci anni, quando il Gruppo Editoriale della Nazione avrà capillarmente lavato il cervello anche agli ultimi resistenti che rifiutano il pensiero indotto dal monolite culturale che comprende anche la credenza religiosa, che leggeremo sui giornali? Cose come queste sopra illustrate nelle immagini prese dal giornale fascista In difesa della razza? Solo che invece dell’ebreo questa volta toccherà all’ateo di sinistra.

    3 marzo 2016

    (1) Costituzione, art. 7 : Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

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