• Dossier Bergoglio – “In principio era il Verbo” … e verbo rimase

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    GGG

    di Giulia De Baudi

     

     Ogni giorno che Zeus manda sulla terra le parole del porteño residente in Vaticano vengono amplificate dai media nazionali. Naturalmente i giornalisti, chi per vigliaccheria, chi per ignoranza condita da alienazione religiosa, chi per mero interesse, si nutrono del verbo papale e poi lo rigurgitano nei loro spazi mediatici, e sui loro lettori, senza un cenno di critica capace di generare un dubbio sull’altra faccia di Bergoglio.

    Abituati da sempre alla scissione tra parola e atto, e alla frattura tra pensiero e intenzionalità inconscia, i sacerdoti della comunicazione non fanno mai il nesso logico secondo il quale ad ogni affermazione di volontà deve necessariamente seguire una concretizzazione … mi spiego meglio: se Bergoglio dagli scogli insanguinati di Lampedusa strilla al mondo intero che risolverà il problema dei cosiddetti clandestini aprendo le porte delle strutture appartenenti al Vaticano, ci si aspetta che questo avvenga. Se non avviene, come è successo nella realtà, il cronista onesto e intelligente si deve chiedere  pubblicamente se quelle parole di Bergoglio non siano  altro che propaganda, tipo quella degli spot pubblicitari per l’8×1000 alla Chiesa cattolica.

     

    Altro esempio: se i giornalisti strombazzano che Ratzinger ha dichiarato che con le nuove Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti dei minori da parte dei clerici, emanate nel maggio del 2012, la Chiesa ha eliminato il problema dei preti pedofili, poi ‘ste benedette  linee guida le deve leggere. E una volta lette la stampa deve denunciare pubblicamente ciò che in verità sta scritto in quel testo e cioè che «I Vescovi sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero (cfr. artt. 200 e 256 del codice di procedura penale; artt. 2, comma 1, e 4, comma 4, dell’Accordo del 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede [L. 25 marzo 1985, n. 121]).(…) Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida.»

    -San-Giovanni

    E invece nessuno vede nulla, nessuno scrive nulla, nessuno denuncia nulla. Eppure i giornalisti da bravi cristiani dovrebbero sapere che nella favola della cosmologia cristiana sta scritto che il verbo divino era sempre correttamente seguito dalla sua concretizzazione. Persino il signor Geova ci teneva a far bella figura mantenendo la parola data: «… lui, scrisse Giovanni da Patmos in preda ad una allucinazione uditiva , disse luce, e luce fu; poi disse acqua, e acqua fu» e via via così per sei giorni prima del turno di riposo. Questo Bergoglio invece dice una montagna di c… cose, ma ce ne fosse una che si concretizza. E di queste vane promesse nessuno se ne accorge … forse perché i professionisti mediatici sono abituati alle promesse dei nostri politici.


    Ma c’è una sostanziale differenza: una gran quantità di persone da tempo non crede più alla Casta dei politici anche perché, in modo trasversale, si levano critiche anche rudi contro quel tal senatore e contro quel tal ministro e contro quel tal partito. Con Bergoglio no; persino giornalisti integerrimi di sinistra o persone dello spettacolo e della cultura da sempre socialmente impegnate, stravedono per Bergoglio.

    Persino il teologo Hans Küng, da sempre fustigatore di tutti i papati, si è lasciato irretire dalle parole, che tali rimangono, del porteño: « … Papa Francesco ribadisce la sua critica al capitalismo e al dominio del denaro (…) Il rifiuto indiscriminato dell’aborto e del sacerdozio femminile dovrebbero suscitare critiche.» scriveva ieri il teologo svizzero, 27 novembre 2013, su La Repubblica in un articolo titolato Il vento della curia, dando ad intendere che bergogli ha intenzione di ….

     

    Küng, con una notevole verve oratoria, nell’articolo si lascia andare ad una serie di “lui vuole questo e questo e quest’altro … ma quei cattivoni della Dottrina della fede (ex Inquisizione) lo ostacolano”:

     

    « Il Papa vorrebbe andare avanti, il “prefetto della fede” frena. Il Papa ha in mente l’umanità concreta,  il prefetto soprattutto la dottrina tradizionale cattolica. Il  papa vorrebbe praticare la carità — il prefetto si appella alla santità e alla giustizia divina. Il Papa vorrebbe che i sinodi episcopali nell’ottobre 2014 trovassero soluzioni pratiche ai problemi della famiglia anche sulla base delle consultazioni dei laici — il prefetto si basa su tesi dogmatiche tradizionali per poter mantenere lo status quo, privo di carità. » ecc. ecc.. Secondo il teologo Bergoglio vorrebbe aprire all’aborto e al divorzio (che secondo Küng è sempre stato ostacolato dalla religione giudaico cristiana per non togliere un vantaggio giuridico alla donna. Sic) Dato che, dice lo svizzero, «Il fallimento dell’unione matrimoniale chiaramente non corrisponde al disegno divino» Bergoglio avvallandolo coraggiosamente lotta persino contro il «Gesù stesso – che – si è espresso senza mezzi termini contro il divorzio. “Ciò che Dio ha unito l’uomo non separi” (Mt 10,9). »

     

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    Tutto questo a parole naturalmente. Parole da lui stesso smentite lo stesso giorno sulle stesse pagine di La Repubblica dal giornalista Marco Ansaldo il quale riporta alcune sue frasi raccolte dall’esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, in cui è scritto che per quanto riguarda la comunione ai divorziati egli non pretende di dire «una parola definitiva» su temi che devono essere ancora «oggetto  di studio e di attento approfondimento». Tra tre o quattromila anni ne riparliamo.

     

    Sull’aborto poi non c’è proprio via d’uscita «non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione. – scrive Bergoglio, perché – non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana». Il “no” all’aborto, spiega Bergoglio, «è legato alla difesa della vita nascente e di qualsiasi diritto umano». Stando a questi ragionamenti i non progressisti, cioè i conservatori, sarebbero propensi all’eliminazione di “vite nascenti”. Bah !!!

     

    8 marzo 2010 ULISSE  nella foto: alberto angela

     

    Invece sabato 23 novembre a Ulisse su Rai3, “viaggio insolito nel corpo umano” Alberto Angela ha detto chiaramente (avvallando di fatto le scoperte, contenute nella “teoria della nascita”, che lo psichiatra Massimo Fagioli pubblicò nel lontano ’72)  che la sostanza cerebrale nel feto non è attiva e che si attiva solo all’istante della nascita con lo stimolo della luce: «…le immagini luminose passano attraverso la massa gelatinosa dell’occhio e raggiungono la sua parete di fondo, qui si trova la retina, che converte la luce in impulsi elettrici che elabora e invia al cervello (…) da questo lavoro, nasce l’immagine (…)».

    E dato che i criteri di Harvard, stabiliti nel 1968, sono le basi giuridiche internazionali per stabilire il fine vita, questo significa che per parlare di vita umana è necessario il funzionamento del pensiero che, ovviamente, non ci può essere se il cervello non è funzionante; funzionamento che ha inizio solo quando la luce, passando attraverso la retina,: «converte la luce in impulsi elettrici che elabora e invia al cervello».

    Quindi le elucubrazioni mentali di Bergoglio, non percepite dai giornalisti nazionali, sui diritti di chi non ha ancora vita umana, sono meri deliri metafisici senza alcun fondamento scientifico né giuridico. Eppure secondo Bergoglio e suoi complici mediatici, il feto è vita umana e di conseguenza chi lo sopprime è un omicida … questo è l’infinito amore per le donne che, secondo Marco Ansaldo, egli scrive in queste sulle “pagine poetiche” di Evangelii Gaudium.

    28 ottobre 2013

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    • DESAPARECIDOS

      Sono da qualche parte
      concertati
      sconcertati
      sordi
      cercandosi
      cercandoci
      bloccati da segni e dai dubbi
      contemplando le grate delle piazze
      i campanelli delle porte
      le vecchie terrazze,
      ordinando i loro sogni i loro oblii
      forse convalescenti delle loro morti private

      Nessuno gli spiegato con certezza
      se già se ne sono andati o no
      se son striscioni o tremori
      sopravvissuti o funerali.

      Vedono passare alberi ed uccelli
      e ignorano a che ombra appartengono.

      Quando iniziarono a scomparire
      tre cinque sette cerimonie fa
      a scomparire come senza sangue
      come senza volto e senza motivo
      videro dalla finestra della loro assenza
      quanto restava indietro
      un’impalcatura
      di abbracci cielo e fumo

      Quando iniziarono a scomparire
      come le oasi nei miraggi
      a scomparire senz’ultima parola
      tenevano in mano i pezzetti
      delle cose che amavano

      stanno da qualche parte
      nube o tomba
      stanno da qualche parte
      son sicuro
      là nel sud dell’anima
      è possibile che abbiano perso la bussola
      e oggi vaghino domandando domandando
      ma dove cazzo resta il buon amore
      perché vengono dall’odio.

      mario benedetti

      una piazza gremita di morti viventi………qualche pillola di misericordia………………………….un becchino vestito di bianco.
      che mondo di merda!!

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